Saracena, centro storico. La minoranza dichiara di voler andare avanti Lo scorso 27 settembre la Soprintendenza di Cosenza ha effettuato un sopralluogo nel centro storico di Saracena, dove i lavori di riqualificazione sono stati sospesi a seguito di un'istanza presentata della minoranza consiliare
Lo scorso 27 settembre la Soprintendenza di Cosenza ha effettuato un sopralluogo nel centro storico di Saracena, dove i lavori di riqualificazione sono stati sospesi a seguito di un’istanza presentata della minoranza consiliare.
“In attesa di conoscerne l’esito è utile specificare che il nostro documento è concentrato innanzitutto sullo schifo della cementificazione dello Scarano – scrivono i consiglieri Luigi Pandolfi, Barbara Forte, Mattia Di Pace e Leonide Spinelli -, che nessun nulla osta formale può cancellare, e sulla scelta dei materiali che stonano con lo scenario storico-architettonico dei luoghi. A proposito dello Scarano, in particolare, nel documento si sottolinea che ‘i lavori di riqualificazione in corso stanno cambiando completamente la fisionomia storica di questa piazzetta medioevale, rimodellandola, con uso copioso di cemento (realizzazione di gradoni), secondo esigenze e usi del tutto estranei alla sua storia, e con inasprimento, peraltro, delle barriere architettoniche’.”
“Riguardo alla sospensione dei lavori – continuano i consiglieri-, è altrettanto opportuno specificare che la Soprintendenza si è mossa celermente solo per verificare eventuali danneggiamenti al patrimonio culturale, senza rispondere, per ora, alle osservazioni del gruppo di minoranza sulle scelte progettuali che lo stesso Ufficio ha nel complesso avallato (è paradossale che si diano prescrizioni sulle mattonelle in ghiaietto lavato e non si dica nulla sui terrazzamenti in cemento allo Scarano)”.
Proprio per questo, i quattro consiglieri del gruppo “Progetto Comune” fanno sapere che sono determinati ad andare avanti, “perché – a loro dire – non è solo una questione burocratica, ci sono di mezzo la nostra storia, le nostre radici, la nostra memoria”.