Saracena dice no al profitto dell’acqua pubblica Asmel difende il Comune da autorità energia, gas ed acqua
Comuni virtuosi, ancora una volta Saracena diventa un caso e un paradosso nazionali. Il Paese del Moscato Passito, infatti, riconosciuto come l’unico comune ad aver anticipato e applicato gli obiettivi del referendum sull’acqua pubblica del 2011 (avendo unificato tutti e 4 i passaggi per il ciclo dell’acqua pubblico e cioè adduzione, captazione, distribuzione e depurazione di competenza comunale), viene preso di mira dall’Autorità per l’Energia elettrica, il Gas e il Sistema idrico perché non otterrebbe dei profitti nell’erogazione dell’acqua pubblica dai suoi cittadini. Più assurdo di così non si può. – No associazionismo coatto dei piccoli comuni, il 9 luglio attesa la sentenza del TAR in merito al ricorso presentato da ASMEL. Il 22 LUGLIO Saracena a Roma per l’avvio del presidio dei sindaci attorno a Palazzo Chigi.
Acqua pubblica, far pagare i propri cittadini 3 volte tanto la bolletta dell’acqua. È un’ingiustizia clamorosa oltre che un paradosso inammissibile. Ecco perché interveniamo in difesa (cosa che dovrebbe fare in realtà l’ANCI) di Saracena. È quanto ha dichiarato Francesco PINTO, il segretario generale ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che raggruppa oltre 2200 Comuni in tutt’Italia, intervenendo ieri, venerdì 26, a SARACENA all’iniziativa di sensibilizzazione MÒ BASTA promossa dall’Amministrazione Comunale.
Da qui, dall’assemblea ospitata in Piazza S.Lio, alla presenza del Sindaco Mario Albino GAGLIARDI e dell’assessore Elisa MONTISARCHIO, sono emersi un NO forte e chiaro al patto di stabilità, agli ulteriori tagli al fondo di solidarietà e all’associazionismo coatto; un SÌ deciso per il ciclo integrato dei rifiuti e dell’acqua pubblica.
No Associazionismo coatto. – Ad oggi i comuni più piccoli si sono dimostrati più virtuosi di quelli più grandi. L’unione, in pratica, non conviene. I dati ISTAT sulla spesa dei comuni – ha aggiunto PINTO – evidenziano che i piccoli comuni hanno una spesa annua di 852 euro pro capite a fronte della media nazionale di 910 euro e della media dei grandi comuni pari a 1256 euro. PINTO ha spiegato che la norma che vorrebbe l’unione dei comuni è incostituzionale perché lede il principio di autonomia degli Enti Locali: non c’è affatto una correlazione tra piccole dimensioni del comune e costi di gestione ma c’è invece una correlazione opposta, perché è proprio nei piccoli comuni, dove è più agevole e stretto il rapporto con i cittadini, che è più semplice contenere i costi.
Gennaro MONTUORO del Coordinamento Acqua Pubblica “BRUNO ARCURI” si è rivolto ai cittadini presenti per dire loro di prendere consapevolezza di questa fortuna: a Saracena, grazie all’impegno del Sindaco GAGLIARDI, diversamente da quanto accade negli altri piccoli e grandi comuni italiani, l’acqua è veramente pubblica e si paga al minimo.
Il prossimo giovedì 9 luglio il TAR si pronuncerà sul ricorso presentato da ASMEL contro l’associazionismo coatto previsto dalla Legge DELRIO. A prescindere dal merito della sentenza, il mercoledì 22 luglio GAGLIARDI sarà a ROMA con gli altri colleghi dei piccoli comuni per l’avvio di un presidio attorno a Palazzo Chigi che sarà permanente fino alla modifica definitiva della norma considerata incostituzionale e contraria, di fatto, agli stessi principi di spending review.