Sarah: nuova udienza, parla Sabrina
redazione | Il 20, Nov 2012
Cosima Serrano potrebbe avvalersi della facolta’ di non rispondere
Sarah: nuova udienza, parla Sabrina
Cosima Serrano potrebbe avvalersi della facolta’ di non rispondere
(ANSA) – Oggi nuova udienza per l’omicidio di Sarah Scazzi con l’esame di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Sabrina dovrebbe sottoporsi all’esame, la madre invece potrebbe avvalersi della facolta’ di non rispondere. Sabrina e Cosima sono accusate dell’omicidio della quindicenne, avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto).
In apertura d’udienza al processo dinanzi alla Corte di assise di Taranto per l’omicidio di Sarah Scazzi, la difesa di Sabrina Misseri ha prodotto 49 lettere scritte da Michele Misseri alla figlia Sabrina e un ulteriore memoriale dello stesso agricoltore. Nelle lettere e nel memoriale Michele Misseri si assume la responsabilità del delitto. Già in una precedente udienza la difesa di Sabrina aveva consegnato alla Corte quattro diari, con lo stesso contenuto, scritti da Michele Misseri. L’avv.Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina Misseri imputata dell’uccisione della cugina Sarah scazzi, ha eccepito dinanzi alla Corte di Assise di Taranto la inutilizzabilità del verbale della deposizione, in qualità di persona informata dei fatti, resa da Sabrina ai pm il 30 settembre 2010. Sabrina dovrebbe essere sottoposta oggi in aula all’esame da imputata insieme alla madre, Cosima Serrano, quest’ultima imputata di concorso nel delitto. Secondo Coppi, i pm sin dall’inizio avrebbero mostrato l’atteggiamento di chi non crede comunque a quello che sta per dire il testimone, facendo intendere al teste che rischia di essere incriminata per falsa testimonianza. Per il difensore di Sabrina, anche dall’interrogatorio successivo del 15 ottobre 2010, giorno in cui Sabrina venne fermata, i pm erano già convinti che la ragazza fosse coinvolta nell’omicidio. In base all’art.63 del Codice di procedura penale, ha sostenuto Coppi, se i pm avevano elementi perché Sabrina dovesse passare da teste a indagata, l’esame doveva essere sospeso chiamando un legale a difesa della stessa persona, cosa che il 30 settembre non avvenne. “Se la persona doveva essere sentita sin dall’inizio in qualità di imputato o di persona sottoposta alle indagini – recita il secondo comma dell’art. 63 Cpp – le sue dichiarazioni non possono essere utilizzate”. La Procura ha chiesto il rigetto dell’eccezione, sostenendo che la Cassazione ha già chiarito la circostanza, poiché si parlava all’epoca di indizi e a carico di Sabrina il 30 settembre 2010 non era emerso nulla, né la norma impone di interrompere immediatamente l’esame del teste. Inoltre, secondo i pm, l’art.63 non prevede “sic et simpliciter” l’inutilizzabilità del verbale, perché quelle dichiarazioni possono essere usate nei confronti di altri imputati. La Corte ora è riunita in camera di consiglio per decidere sull’eccezione difensiva