Sarah Scazzi, processo a Michele Misseri: calunnia sì o calunnia no Bruzzone, Galoppa ed i giudici di Taranto contro Michele Misseri. Chi si pensa che vincerà?
La risposta del dr. Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico,
blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
Antonio Giangrande di Avetrana, ha seguito il caso sin dall’inizio e sulla
vicenda ha scritto ben tre libri e pubblicato decine di video.
Nel corso dell’udienza che si è tenuta il 15 giugno 2016 nel Tribunale di
Taranto relativa al processo che vede imputato Michele Misseri accusato di
calunnia nei confronti della Dott.ssa Roberta Bruzzone e dell’avvocato
Daniele Galoppa, è stato ascoltato soltanto l’ex legale dello zio di
Avetrana, Galoppa, scrive Rossella Ricchiuti su TVMed. Entrambi sono stati
accusati da Misseri di averlo indotto ad incolpare Sabrina dell’omicidio di
Sarah Scazzi. La criminologa, che è stata consulente di parte nel processo
per l’assassinio dell’adolescente, sarà sentita a gennaio 2017. Sono
imputati per diffamazione anche la giornalista Ilaria Cavo e l’avvocato
Fabrizio Gallo, ed è stato proprio quest’ultimo a richiedere il rinvio per
legittimo impedimento perché si trovava a Roma ed era impossibilitato a
raggiungere il Tribunale di Taranto.
Nel corso dell’udienza la difesa ha provato a chiedere una perizia
psichiatrica su Michele Misseri sostenendo che, quando l’uomo aveva accusato
in aula e nei programmi televisivi l’avvocato e la consulente era incapace
di intendere e volere. Il giudice Di Roma ha respinto la richiesta. Il
processo è quello che vede imputato Michele Misseri per le accuse rivolte
alla Dott.ssa Roberta Bruzzone e all’avvocato Daniele Galoppa. La sede è il
Tribunale di Taranto, aula E, scrive ancora TVMed. Lo zio di Avetrana,
condannato in appello a 8 anni di reclusione per soppressione del cadavere
della nipote Sarah Scazzi, è accusato di calunnia nei confronti della
criminologa e del suo ex avvocato, ormai noti volti televisivi. La Bruzzone
è stata consulente di parte nel processo per l’omicidio dell’adolescente,
mentre il legale è stato difensore di Misseri. Il contadino di Avetrana, che
aveva subito confessato l’assassinio, aveva poi cambiato versione tirando in
ballo sua figlia Sabrina, poi condannata all’ergastolo in primo e secondo
grado, per poi ritrattare ed a riconfermare da sempre la prima versione.
Entrambi sono stati accusati dal contadino di Avetrana proprio di averlo
indotto ad incolpare Sabrina dell’omicidio di Sarah Scazzi.
Nel processo di Taranto con l’accusa di calunnia troviamo da una parte
l’avvenente criminologa mediatica nazionale, Roberta Bruzzone, e Daniele
Galoppa, primo difensore di Michele Misseri, che nelle dichiarazioni in tv
(a pagamento come da lui sostenuto) ha sempre spronato questi a dire “la
verità”. Facoltà, però, questa, propria della Procura e non della difesa.
Questi negano di aver influito sulle volontà dello zio di Avetrana
nell’accusare la figlia Sabrina dell’omicidio della povera Sarah Scazzi.
D’altronde i giudici togati e popolari dei collegi delle Corti di Assise di
primo e secondo grado di Taranto hanno creduto ai due. Di contro troviamo il
semplice contadino dell’omertosa Avetrana, spalleggiato da alcuno. La sua
parola contro la loro vale zero, tanto meno se la loro parola è suffragata
dalle precedenti Corti. Tuttavia la logica qualche dubbio lo pone. Come è
possibile che sia più credibile una versione rispetto a tante altre
antitetiche e si nega che essa sia stata resa non nel pieno delle facoltà o
comunque influenzate da farmaci o promesse? I farmaci o la promessa di
limitare i danni alla figlia Sabrina sono validi motivi per credere alla
versione di Michele Misseri e degni di nota per far venir meno il rancore di
Cosima e Sabrina (moglie e figlia) nei confronti di Michele. Purtroppo, dai
processi già svolti, dai giudici e dai media si è deciso che Michele è un
bugiardo e Cosma e Sabrina delle assassine, ed a questo non si può
rimediare, specie a Taranto che per le sole motivazioni, tra il primo grado
ed il secondo, ti fanno aspettare circa due anni. Specie a Taranto dove si
giudicano gli avvocati locali per essersi proposti, mentre l’omertà cala per
gli avvocati forestieri non eccelsi come Franco Coppi, tanto da essere
conosciuti e chiamati, e che, stranamente, sono nominati ed appaiono in
tutti i processi mediatici.
Ed allora se condanna deve essere, condanna sia, evitandoci una inutile
perdita di tempo e di spreco di denaro pubblico.
Dr Antonio Giangrande Scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber,
presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.