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Sarah Scazzi: secondo il Gip di Taranto non fu Michele Misseri ad ucciderla

Sarah Scazzi: secondo il Gip di Taranto non fu Michele Misseri ad ucciderla

| Il 06, Set 2011

Accusa archiviata. Giudice: “Non sa neppure indicare l’arma del delitto”

Sarah Scazzi: secondo il Gip di Taranto non fu Michele Misseri ad ucciderla

Accusa archiviata. Giudice: “Non sa neppure indicare l’arma del delitto”

 

(ANSA) TARANTO – Michele Misseri non è più accusato di aver ucciso la nipote quindicenne Sarah Scazzi il 26 agosto dello scorso anno. Il gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati ha firmato il decreto di archiviazione nei confronti dell’agricoltore per il reato di omicidio. Era stata la stessa procura della Repubblica di Taranto a chiedere l’archiviazione per questo reato, depositando sul tavolo di Rosati la richiesta alla fine di luglio in contemporanea con quella, consegnata al giudice dell’udienza preliminare Pompeo Carriere, di rinvio a giudizio per 13 imputati. Su ‘zio’ Michele restano dunque le accuse di soppressione del cadavere (in concorso con la moglie e la figlia, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, un fratello, Carmine, e un nipote, Cosimo Cosma), danneggiamento seguito da incendio (la distruzione degli effetti personali di Sarah) e furto aggravato (il telefonino della quindicenne). Del delitto sono accusate Cosima Serrano e Sabrina, le sole persone attualmente detenute. Con l’archiviazione, per lui, dall’accusa di omicidio, Michele Misseri può davvero considerarsi “una figura di secondo piano nel panorama istruttorio” del procedimento, così come aveva già scritto il gip Rosati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata nei confronti di Cosima e Sabrina il 26 maggio scorso. Nel decreto di archiviazione – provvedimento di una pagina in fase di notifica alle parti interessate – il gip sottolinea che ‘zio’ Michele non ha saputo indicare con esattezza l’arma del delitto né l’ha fatta ritrovare, al contrario di gran parte degli effetti personali di Sarah.

L’agricoltore inizialmente aveva detto agli inquirenti di aver strangolato la nipote con una corda; poi aveva parlato di una cintura, fino a tornare ad indicare, più di recente, ancora una corda. Ma né questa né la presunta cintura sono state trovate. Il gip fa proprie anche le motivazioni contenute nella richiesta di archiviazione depositata oltre un mese fa dalla Procura. Tra queste, il luogo presunto del delitto (la casa dei Misseri e non il garage, come indicato dallo stesso Misseri nella sua prima confessione), l’ora in cui sarebbe stato commesso il delitto (poco dopo le 14 e non tra le 14.28 e le 14.42, arco di tempo ipotizzato nella prima fase delle indagini preliminari), le frasi pronunciate da Misseri, da solo in auto, il 5 ottobre 2010, oggetto di intercettazione ambientale, nelle quali preannuncia la confessione che farà il giorno dopo ai carabinieri in caserma (“Mi dispiace per la famiglia…io mò li scoprirò…) e altre intercettazioni. Michele Misseri, insomma, si sarebbe addossato la responsabilità del delitto solo per proteggere i famigliari e non avrebbero credito le lettere, scritte negli ultimi mesi, nelle quali si accusa nuovamente dell’omicidio. La sorte dei 13 imputati nel procedimento (per altri tre, accusati di false informazioni al pm, la posizione è stata stralciata) non è stata ancora decisa. In Cassazione sarebbero appena arrivati gli atti con la richiesta di rimessione del processo per incompatibilità ambientale presentata dagli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, difensori di Sabrina Misseri. Il gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere ha già aggiornato la prima udienza preliminare al 10 ottobre, in attesa che la Suprema Corte decida se il Palazzo di giustizia di Taranto sia la sede giuridicamente più idonea per celebrare il processo.

redazione@approdonews.it