Sarah: tocca a ‘zio Michele’, la sua verita’ in aula
redazione | Il 29, Ott 2012
Processo entra ora nella fase decisiva, martedì con Sabrina e Cosima
Sarah: tocca a ‘zio Michele’, la sua verita’ in aula
Processo entra ora nella fase decisiva, martedì con Sabrina e Cosima
Da più di due anni è il protagonista dell’inchiesta e ora del processo per l’omicidio della nipote Sarah Scazzi, che quando venne strangolata, il 26 agosto 2010, aveva solo 15 anni. E’ Michele Misseri, 58 anni, agricoltore di Avetrana (Taranto). In tutto questo tempo ha cambiato spesso versione ma dall’inizio del 2011 insiste su quella originaria, dicendo di aver fatto tutto da solo, dal delitto alla soppressione del cadavere. Per la Procura, invece, é responsabile solo di quest’ultimo reato. Sarah sarebbe stata uccisa in casa Misseri dalla cugina, Sabrina Misseri, con l’aiuto della madre, Cosima Serrano.
‘Zio Michele’ oggi sarà sotto esame dinanzi alla Corte di Assise. Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, ma tutto fa pensare che risponderà alle domande di accusa e difesa. La Procura non crede al ‘dietrofront’ di Michele Misseri. Per questo ora è imputato solo di soppressione di cadavere, oltre che del furto del cellulare della nipote e di danneggiamento seguito da incendio (bruciò vestiti e zaino della ragazzina). Via via sono cadute invece le accuse di omicidio volontario e violenza sessuale (inizialmente raccontò agli inquirenti di aver abusato del cadavere prima di nasconderlo). Sono sostanzialmente tre le versioni fornite da Michele Misseri; almeno sette, invece, se si tiene conto delle variazioni, spesso non irrilevanti, apportate nei vari racconti. La prima è quella che risultò decisiva per ritrovare il corpo di Sarah. Era la sera del 6 ottobre 2010, ‘zio Michele’ crollò dopo ore di interrogatorio nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Taranto. Disse di aver ucciso la nipote in garage dopo un avance sessuale e il rifiuto della ragazzina, poi portò gli investigatori al pozzo in contrada Mosca nelle campagne di Avetrana, facendo ritrovare il cadavere e successivamente i resti di alcuni effetti personali della nipote. Nove giorni dopo, il 15 ottobre 2010, Michele Misseri tira in ballo la figlia Sabrina, che avrebbe trattenuto per le braccia Sarah mentre lui la strangolava con una corda. Sabrina viene arrestata. Il 4 novembre l’agricoltore cambia sostanzialmente versione: è accaduto tutto in garage, Sabrina ha strangolato Sarah, lui stava dormendo in casa ed è stato svegliato proprio dalla figlia. Due mesi dopo, alla vigilia di Natale, Michele Misseri scrive dal carcere alle figlie Sabrina e Valentina dicendo di aver accusato ingiustamente la secondogenita. Nel febbraio 2011, ma la notizia trapela solo dopo qualche settimana, Michele Misseri scrive al suo legale scagionando completamente la figlia.
Da quel momento in poi ‘zio Michele’ continuerà ad autoaccusarsi del delitto, cambiando però spesso ricostruzione. Mai, nelle sue versioni, l’agricoltore tira in ballo la moglie Cosima. In questi due anni si contano, da parte dell’agricoltore, anche il cambio di almeno tre avvocati, alcune interviste soprattutto televisive dopo essere stato scarcerato e la consegna alla Procura di un memoriale di 20 pagine, il 17 ottobre 2011, nel quale scagiona tutti. ‘Zio Michele’ è libero dal 30 maggio 2011, moglie e figlia sono in carcere. Tocca ancora a lui, ma questa volta in un’aula di giustizia, raccontare una verità che convinca davvero. Martedì, sempre in aula, toccherà alla figlia Sabrina e alla moglie Cosima.
di Paolo Melchiorre
TARANTO – Al processo per l’uccisione di Sarah Scazzi dinanzi alla Corte di assise di Taranto, l’avv. Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina Misseri accusata con la madre Cosima Serrano dell’omicidio e di sequestro di persona, ha chiesto di dichiarare inutilizzabili le parti del verbale dell’incidente probatorio del 19 novembre 2010 nelle quali Michele Misseri accusa del delitto la figlia Sabrina. Per il legale, nel corso dell’incidente probatorio, il gip avrebbe rivolto un avvertimento troppo ‘sintetico’ sulle conseguenze che avrebbero potuto provocare le dichiarazioni accusatorie verso terzi da parte di Michele Misseri, tenuto conto che l’incidente probatorio era stato fissato proprio perché l’agricoltore intendeva accusare del delitto altre persone e non se stesso, come aveva fatto nelle precedenti settimane. In particolare, Michele Misseri non sarebbe stato avvertito del fatto che, accusando terzi, sarebbe diventato anche testimone del processo, oltre che imputato. In subordine, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale. La richiesta è stata fatta dall’avv. Coppi prima che la Corte iniziasse l’eventuale interrogatorio di Michele Misseri, che non si sa se intenda rispondere alle domande di accusa e difesa. In aula ci sono anche Sabrina e la madre Cosima; non c’é Concetta Serrano, madre di Sarah. L’udienza è stata sospesa per mezz’ora in attesa delle controdeduzioni dell’accusa e di reperire il verbale riassuntivo dell’incidente probatorio, che non è agli atti.