Sbano, “Questa classe dirigente deve chiedere scusa”
redazione | Il 13, Mag 2011
È veramente grottesco che tra forze politiche e candidati ci sia uno scontro sulla primogenitura della incredibile ipotesi di spendere 300 milioni di euro per abbassare di un paio di metri la stazione centrale
Sbano, “Questa classe dirigente deve chiedere scusa”
È veramente grottesco che tra forze politiche e candidati ci sia uno scontro sulla primogenitura della incredibile ipotesi di spendere 300 milioni di euro per abbassare di un paio di metri la stazione centrale
REGGIO CALABRIA – È veramente grottesco che tra forze politiche e candidati ci sia uno scontro sulla primogenitura della incredibile ipotesi di spendere 300 milioni di euro per abbassare di un paio di metri la stazione centrale. Eppure chiunque capisce che l’annuncio preelettorale di appalti milionari è il consueto “messaggio” lanciato a chi di dovere con la promessa di future spartizioni alle spalle dei cittadini. Anche i non addetti ai lavori (non diciamo l’Università) capirebbero che la soluzione del nodo-trasporti e (della rescissione violenta del rapporto tra città e mare, operata dalla ferrovia) passerebbe meglio da uno spostamento a monte, dove è correttamente collocata la tangenziale. E, se si vuole proprio, l’ingresso all’attuale stazione e l’uscita verso la ionica potrebbero andare lungo il greto del Calopinace. Forse costerebbe molto meno, e rappresenterebbe veramente una propulsione grandiosa al futuro di Reggio, liberando aree pregiatissime da Catona a Bocale. Mi chiedo se esiste una Corte dei Conti che valuti la legittimità e la congruità di una spesa di 300.000 euro fatta solo per capire “come” fare e neanche “se” fare. Se si farà, i disoccupati reggini potranno felicemente emigrare prendendo il treno in sotterranea. Ma il fallimento del modello Reggio fondato sulla spesa spensierata, illegale e incontrollata di milioni di euro, lasciando marcire ad oltranza i problemi veri, oltre a sanità, scuola, trasporti, nettezza urbana, energia, acqua, nuove povertà, non lascia fuori neanche il più fondamentale dei diritti: la casa. Mentre il funzionamento del Patrimonio Edilizio del Comune, come altri servizi essenziali a Reggio, risulta non pervenuto, il ruolo e i compiti istituzionali dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (ATERP) sono fortemente penalizzati. I funzionari si adoperano per fare quello che possono, con le risorse umane e materiali messe a loro disposizione. Ma la Regione prosegue un andazzo consolidato: l’ATERP dovrebbe costruire nuove case e dare in riscatto quelle che ha. Questo sarebbe un balsamo per migliaia di cittadini, anziani, giovani coppie, disabili, indigenti, che potrebbero avere un tetto a canone sociale. E ci sono tanti che, terrorizzati dalle perduranti crisi finanziarie e dalla svalutazione monetaria vorrebbero impegnare i pochi risparmi di una vita per acquistare l’alloggio. Ma se la Regione non dà all’ATERP i mezzi finanziari per costruire; personale e tecnici per istruire le pratiche, (a fronte di migliaia di alloggi che ancora dopo un quarto di secolo dalla costruzione non sono nemmeno accatastati) allora subentra il regno incontrastato dell’acquisto di case a prezzo di mercato. Il piano di dismissione di 4.000 alloggi ATERP nella nostra provincia è di fatto bloccato. Le banche del nord continuano ad essere i padroni delle vite di migliaia di reggini, che devono sottrarre ai magri stipendi le rate del mutuo, senza interruzione. Per comprare casa, i prezzi a metro quadro di Reggio rasentano quelli di zone residenziali di New York: e giustamente, visto che in questa città, in cui il mercato della casa è sbilanciato, ci sono sempre coloro che “possono” permettersi qualunque cifra. E non stiamo parlando dei criminali conosciuti. Mi chiedo come farà l’architetto che dice di essersi trovato sul proprio conto 180.000 euro del Comune senza sapere perché, a restituire questa cifra: quale sarà la causale del versamento? “Restituzione soldi incassati a mia insaputa” a emulazione di Scajola? E, se arrivassero mai, come farà il Comune a rubricarli? “Recupero cifre elargite fraudolentemente”? Ma il peggio, eticamente parlando, non è qui. Questo signore è stato nominato dal governatore-imperatore a capo dell’ufficio di rappresentanza della Regione Calabria a Roma, con un “modesto” compenso. E anche dopo l’apertura dell’inchiesta giudiziaria che lo riguarda (e dopo la sua conferma di non avere diritto a quella cifra) resta tranquillamente a rappresentare i calabresi nella capitale. Chiedano scusa. Questa classe dirigente deve chiedere scusa. In primis, all’Onorevole Angela Napoli. E ai calabresi, ai cittadini tutti, agli italiani onesti. E se ne deve andare via al più presto possibile. Agli elettori il compito, semplice, di mandarli a casa, tracciando un segno sul simbolo delle liste di Futuro e Libertà.