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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Scandalo farmaci contro il cancro scaduti venduti da azienda svizzera 100mila fiale distribuite tra Francia e Svizzera. L'Istituto elvetico per gli agenti terapeutici (Swissmedic): «Una vicenda unica per la sua ampiezza». Lo "Sportello dei Diritti": Opportuna una verifica del Ministero della Salute e dell'AIFA anche in Italia

Scandalo farmaci contro il cancro scaduti venduti da azienda svizzera 100mila fiale distribuite tra Francia e Svizzera. L'Istituto elvetico per gli agenti terapeutici (Swissmedic): «Una vicenda unica per la sua ampiezza». Lo "Sportello dei Diritti": Opportuna una verifica del Ministero della Salute e dell'AIFA anche in Italia
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Un nuovo scandalo che riguarda i farmaci riguarderebbe Francia e Svizzera e proprio
per la vicinanza meriterebbe un approfondimento anche da parte delle Nostre Autorità
Sanitarie. Sarebbero più di 100mila, infatti, le fiale di medicamenti scaduti venduti
a pazienti svizzeri e francesi, nel periodo compreso fra il 2007 e il 2011. La notizia
è apparsa in Svizzera sulle colonne di due quotidiani la SonntagsZeitung e Le Matin
Dimanche e nel mirino l’azienda Alkopharma di Martigny, città del Canton Vallese,
che avrebbe falsificato la data di scadenza appositamente al fine di poter continuare
a vendere i preparati più a lungo. I farmaci avrebbero dovuto avere una scadenza
massima di 18 mesi, ma a far ancor più rabbrividire è il fatto che sarebbero continuati
ad essere commercializzati in alcuni casi anche sette anni dopo la data limite e
per di più a pazienti d’ogni età e quindi anche a bambini affetti da gravi patologie
tumorali. La caratteristica delle dosi scadute era di avere un’efficacia ridotta.
Quello che quindi rappresenterebbe un vero e proprio scandalo, vedrebbe coinvolti,
al momento, i principali ospedali svizzeri che sarebbero vittime della frode in questione
al pari dei pazienti. In totale, Alkopharma avrebbe venduto 98.829 fiale per più
di 3,2 milioni di euro in Francia e 2.119 in Svizzera per oltre 207.500 franchi.
Nel 2016 un tribunale del Vallese aveva condannato i responsabili specificando che
i pazienti non avevano corso alcun rischio. Tuttavia, secondo l’Istituto svizzero
per gli agenti terapeutici Swissmedic, che ha indagato per cinque anni sul caso,
i pazienti sono stati in realtà esposti a un rischio evidente perché i medici erano
portati a supporre di avere sbagliato le dosi del loro trattamento. Swissmedic ha
così portato il caso all’istanza successiva. L’Inselspital di Berna ha identificato
23 pazienti trattati con medicamenti scaduti. 15 di loro sono bambini, alcuni dei
quali affetti da cancro ai reni o tumore al cervello. Anche l’Ospedale universitario
di Basilea e la Farmacia cantonale di Zurigo hanno ricevuto il medicamento, ma in
quantità più limitate. Durante l’indagine, grazie a diversi controlli a campione,
Swissmedic ha trovato medicamenti con efficacia ridotta in tutto il Paese: «Questa
vicenda, per le sue proporzioni, è finora unica in Svizzera», ha affermato l’istituto
mentre, al momento, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è noto se i farmaci in questione siano stati acquistati da italiani
o commercializzati anche in Italia. Ecco perchè sarebbe opportuna una verifica urgente
in merito da parte del Ministero della Salute e all’AIFA (l’Agenzia Italiana per
il Farmaco) anche nel Nostro Paese.