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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 GENNAIO 2025

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Scioglimento comune Reggio Calabria, Oreste Romeo: “Niente di nuovo sotto il sole”

Scioglimento comune Reggio Calabria, Oreste Romeo: “Niente di nuovo sotto il sole”

| Il 14, Ott 2012

“Non importa se le osservazioni del Prefetto siano state frettolose o meno, ma rileva che non si possa aprioristicamente escludere che una battuta d’arresto l’abbia subita la reciproca legittimazione alla quale dovrebbero attenersi le Istituzioni dello Stato democratico, per tale intendendosi una Comunità che ponga la volontà popolare quale valore fondante e stella polare del proprio agire”

Scioglimento comune Reggio Calabria, Oreste Romeo: “Niente di nuovo sotto il sole”

“Non importa se le osservazioni del Prefetto siano state frettolose o meno, ma rileva che non si possa aprioristicamente escludere che una battuta d’arresto l’abbia subita la reciproca legittimazione alla quale dovrebbero attenersi le Istituzioni dello Stato democratico, per tale intendendosi una Comunità che ponga la volontà popolare quale valore fondante e stella polare del proprio agire”

 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

La decisione di sciogliere il Consiglio Comunale di Reggio Calabria ha avuto quale inevitabile presupposto l’invio della Commissione d’accesso, il cui operato, una volta messo a disposizione del Prefetto, ha costituito la struttura della Relazione inoltrata al Ministro degli Interni.

Ha colpito che il Prefetto di Reggio Calabria, nell’immediatezza dello scioglimento, si sia dichiarato sicuro che il Sindaco Arena, una volta letta la Relazione, ne avrebbe senz’altro approvato le conclusioni ivi formulate.

Non importa se le osservazioni del Prefetto siano state frettolose o meno, ma rileva che non si possa aprioristicamente escludere che una battuta d’arresto l’abbia subita la reciproca legittimazione alla quale dovrebbero attenersi le Istituzioni dello Stato democratico, per tale intendendosi una Comunità che ponga la volontà popolare quale valore fondante e stella polare del proprio agire.

Appare addirittura superfluo rimarcare come e quanto sia irrinunciabile quella legittimazione per le Istituzioni direttamente a contatto con il Cittadino, ancor più nella nostra Città, dove gli effetti della crisi sono amplificati dai tempi, sovrabbondanti, di stasi amministrativa.

Ora, ritornando alla dichiarazione rilasciata da S.E. il Prefetto in carica, risulta di difficile comprensione il motivo a cagione del quale sia stata rimasta troppo a lungo senza risposta la domanda con la quale il Sindaco Arena, sin da dicembre dello scorso anno, chiedeva lumi al Palazzo del Governo sulla certificazione antimafia della società Multiservizi.

La singolare circostanza lascia spazio alla legittima recriminazione sui tempi, eccessivi, di risposta alle sollecitazioni dell’Ente territoriale.

Ognuno vede il rischio che si coglie a piene mani, ossia una lesione della base fiduciaria che le articolazioni tutte dello Stato devono aver cura di coltivare e mantenere viva presso il Cittadino, cui appare oscuro il motivo di quel corto circuito istituzionale.

Fatta eccezione per la caccia allo scoop, in realtà pettegolezzi di scarso pregio, pratica alla quale si indulge per un malinteso ruolo ascrivibile a certo giornalismo che calpesta con inusitata e perversa disinvoltura prerogative costituzionali del Cittadino, mette qui conto rilevare che già da qualche giorno gli organi di informazione sono sempre più frequentemente sollecitati a pubblicare una sequela di precisazioni.

Iniziative, queste, imposte da gravissime ed imperdonabili inesattezze contenute nella Relazione prefettizia, idonee ad incidere in maniera nefasta sull’onorabilità di non pochi concittadini.

Soprattutto in un momento, come quello attuale, segnato dall’odio sociale e dalla disgregazione avuti di mira da parlamentari calabresi che, improvvisamente, sembrano aver abbandonato il barbaro lessico che meglio ne connota il pensiero, al punto di avere avvelenato il clima politico cittadino.

E dunque, in questo quadro, non vuole essere sterile esercizio intellettuale interrogarsi se il Prefetto, leggendo i giornali e le legittime rimostranze di cittadini di condotta irreprensibile, vieppiù esaltata proprio dalla supposta contiguità, sia ancora fermo nelle sue ostentate certezze; se le stesse certezze della Relazione Egli intenda mantenere ferme anche nei confronti di non poche cooperative impegnate nel recupero sociale di soggetti che hanno infranto la legge ma vogliono riscattarsi pienamente, come prevede la legge; quali iniziative Egli intenda assumere, ove rimanesse riscontrata e confermata la singolare circostanza di affidamento presso la Prefettura reggina a favore di un’impresa che nella Relazione è indicata non estranea a circuiti criminali; quali siano state, in concreto, le ragioni dell’eccessivo lasso di tempo intercorso per riscontrare la richiesta antimafia inoltrata dal Sindaco Arena prima ancora che il Prefetto Varratta venisse promosso Prefetto di Firenze.

Né, poi, può passare sotto traccia qualche omissione, sicuramente non voluta, che la Relazione pone in desolante rilievo, come è stato già evidenziato.

Ed allora, se queste sono le “basi” per il recupero della legalità a Reggio Calabria, obiettivo dichiarato dalla Ministra Cancellieri, l’inizio del percorso appare di incerta e sin troppo vaga definizione, al pari della normativa antimafia che sembra essere stata azionata nel tentativo di lavare una coscienza, quella dello Stato, storicamente non proprio limpida verso la città di Reggio Calabria.

Nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri approntava misure a sostegno delle municipalità d’Italia, e sono note le iperboliche cifre di deficit che opprimono altre città metropolitane che hanno il solo “pregio” di altro colore politico, Reggio Calabria, secondo prassi consolidatasi sin dagli albori del regionalismo, s’è vista riservare anche la beffa, in aggiunta al danno.

La lady di ferro del Viminale, sciogliendosi anch’essa, ha, infatti, promesso l’impegno del Governo ad aiutare finanziariamente la nostra città, seppur entro gli angusti limiti delle attuali risorse a disposizione.

False promesse!

Si ricordano quelle del quinto centro siderurgico degli anni ’70, così come è indelebile la “Calabria figlia prediletta” di prodiana memoria., e ciò spiega perché qui si faccia fatica a comprendere la filosofia kantiana tanto cara alla Ministra Cancellieri.

Alle nostre latitudini, non è stata solo la Bibbia ad averci insegnato che non c’è niente di nuovo sotto il sole.

Avv. Oreste Romeo

COORDINATORE PROVINCIALE

REGGIO CALABRIA

LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE