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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 22 DICEMBRE 2024

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Scontri ad Atene Sciopero diventa violento

Scontri ad Atene Sciopero diventa violento

| Il 16, Dic 2010

Picchiato anche un ex ministro

 

Scontri ad Atene Sciopero diventa violento

Picchiato anche un ex ministro

 

 

 

ATENE – Scontri ad Atene tra polizia e manifestanti che hanno messo a ferro e fuoco la capitale greca nel giorno dello sciopero generale in cui è culminato il malessere sociale dovuto alla grave crisi economica che attanaglia Paese. Fino a 20mila le persone scese in piazza, molti con lacrimogeni e molotov. Un ex ministro è stato inseguito e picchiato da dimostranti fuori dal parlamento. L’intero Paese è paralizzato dallo sciopero di 24 ore indetto dai due maggiori sindacati (l’Adedy, dei dipendenti pubblici, e la Gsee, dei lavoratori del settore privato), che si sono mobilitati contro la nuova legge approvata ieri notte dal Parlamento e che crea un nuovo regime nei rapporti di lavoro. Per domani è previsto un altro sciopero generale di tutti i mezzi di trasporto urbano e ferroviario. Nella capitale oggi il corteo contro le misure di austerità adottate dal governo ha raggiunto in tarda mattinata la centralissima piazza Syntagma dove i dimostranti hanno lanciato lacrimogeni contro due hotel di lusso. Poco distante, davanti alla sede del parlamento circa 200 manifestanti, identificati come appartenenti a movimenti di estrema sinistra, hanno inseguito e picchiato il ministro dei trasporti nel precedente governo conservatore, Kostis Hatzidakis, urlandogli contro “Ladri! Vergogna!”, gli hanno tirato dei sassi e l’hanno colpito con dei bastoni. Testimoni hanno riferito di aver visto il politico con il volto coperto di sangue mentre tentava di seminare i suoi aggressori trovando rifugio in un edificio. E i disordini potrebbero continuare nelle prossime settimane, gli organizzatori delle proteste e i rappresentanti dei sindacato lo hanno già annunciato: “Ci saranno altre azioni (di protesta ndr) dopo le vacanze. Non molliamo, ce la faremo”. Mentre, almeno per le prossime ore, il Paese rimane paralizzato: le navi sono ferme nei porti, lo staff negli ospedali è ridotto al minimo e anche le sedi dei ministeri hanno chiuso i battenti dopo che i lavoratori, sia del settore privato che di quello pubblico, hanno incrociato le braccia. Scenari ‘apocalittici’ in alcune zone della città dove, a causa dello stop pressoché totale dei trasporti pubblici, le auto invadono le strade muovendosi a passo d’uomo. A dare il senso dell’eccezionalità della giornata contribuisce anche il totale silenzio dei media dopo che allo sciopero hanno aderito anche i giornalisti.