Sculco (Calabria in rete): “Rilanciare i centri antiviolenza” "La Regione assicuri adeguatamente la prosecuzione di servizi indispensabili e volti a garantire l’accoglienza e l'assistenza psicologica alle donne che subiscono violenza"
“L’attenzione del Governo della Regione e dell’Assemblea legislativa sull’importanza di valorizzare, potenziare e rilanciare i centri antiviolenza, si è tradotta, nel corso della discussione sul bilancio della Regione, in un impegno contenuto nell’Ordine del giorno da me presentato ed approvato. Con l’ordine del giorno il Consiglio impegna la Giunta regionale, il cui presidente Oliverio è molto attento a questa problematica specifica, ad assegnare, in via prioritaria, le risorse che si renderanno disponibili in sede di assestamento di bilancio, al finanziamento della L.R. n. 27/2004 nella misura necessaria a garantirne l’attuazione”. E’ quanto afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, che aggiunge: “Considerata la drammaticità in cui si trovano le donne in difficoltà, è fondamentale che la Regione assicuri adeguatamente la prosecuzione di servizi indispensabili e volti a garantire l’accoglienza, assistenza psicologica alle donne che subiscono violenza, mediazione familiare e sostegno legale. Dopo anni di disattenzione, su questo aspetto decisivo per la democrazia calabrese – conclude Flora Sculco – è il momento di invertire la tendenza e di mettere in campo, dalla parte delle donne, la forza di contrasto e di persuasione di cui le Istituzioni sono capaci”.
Si trasmette integralmente l’Ordine del Giorno
ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio regionale
Premesso che,
sono ormai all’attenzione degli organi di stampa, locali e nazionali, episodi drammatici di violenza contro le donne, e quel che è ancor più grave, contro i loro figli, vittime di violenza assistita.
Sono fenomeni che hanno raggiunto un trend di frequenza e di crudeltà insopportabile e non più tollerabile, in un paese e in una regione che voglia definirsi democratica.
Alla luce di questa situazione, si è sviluppata in modo sempre più crescente una nuova e positiva sensibilità al tema, tanto che le stesse istituzioni lo hanno assunto come vero e proprio problema sociale.
Parlare di violenza contro le donne non è più oggi un tabù, di cui vergognarsi, e rompere il silenzio, esistente da migliaia di anni, per molte donne è divenuta realtà quotidiana.
La cronaca che frequentemente è sotto i nostri occhi ci segnala e ci comunica di barbarie che si consumano minuto per minuto, attimo per attimo, giorno dopo giorno anche nel contesto della martoriata e difficile realtà della nostra regione.
In questo contesto i centri antiviolenza hanno contribuito a rompere il silenzio delle donne, che vengono accolte, ospitate ed assistite nel loro percorso di uscita dalla violenza e di riconquista della “libertà”, intesa come espressione della dignità umana.
In Calabria sono numerosi i centri impegnati e attivi sul territorio nella prevenzione e nel contrasto della violenza alle donne.
Queste realtà rappresentano e hanno rappresentato nel corso di questi anni, spesso nella indifferenza e nel silenzio pressoché generale, un vero e proprio presidio e punto di riferimento per tante, tantissime donne che hanno subito soprusi e violenze, fisiche e psicologiche, con gravi ripercussioni non solo alla persona direttamente coinvolta, ma alle famiglie e dunque recato grave offesa alla intera società nel suo complesso e alle stesse istituzioni.
Per questo, il ruolo di questi centri è da considerarsi un servizio essenziale e necessario per il riscatto di tante donne calabresi, da aiutare e sostenere concretamente, con strumenti e con risorse.
La Regione Calabria si è dotata nel 2007 di apposito strumento legislativo, che purtroppo da oltre tre anni non prevede alcuna copertura finanziaria, come se il problema della violenza alle donne fosse stato risolto o peggio caduto nel dimenticatoio.
Il Presidente Oliverio nelle sue dichiarazioni, non ultime quelle programmatiche, ha più volte, con encomiabile sensibilità e responsabilità istituzionale, dichiarato che non è, e non siamo, più disponibili ad adottare provvedimenti legislativi privi di qualunque efficacia operativa, le cosiddette “leggi manifesto” fatte solo per salvarsi l’anima.
Questa mia premessa giustifica e supporta la mia richiesta, di finanziare con la legge regionale del 2007 che detta disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà.
Tutto ciò premesso
SI IMPEGNA
La Giunta regionale ad assegnare in via prioritaria le risorse che si renderanno disponibili in sede di assestamento di bilancio, al finanziamento della L.R. n. 27/2004 nella misura necessaria a garantirne l’attuazione.