Sculco (Calabria in rete) su area industriale di Crotone "Occorre con urgenza affrontare ogni criticità assieme alla collaborazione di tutte le aziende insediate che in tutto questo tempo non hanno mancato di formulare istanze volte a richiamare l’attenzione dei soggetti competenti"
“Non c’è alcun collegamento, coerenza o compatibilità tra l’area industriale di Crotone e l’intenzione, sorprendente e paradossale, di insediare nella ‘zona A’ di via G. Laterza (località Papaniciaro) un centro accoglienza profughi. Il solo pensarlo – afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco – dimostra che nella città, purtroppo da diversi anni, la mano sinistra non sa quello che fa la mano destra. L’accoglienza è un pilastro fondamentale della nostra civiltà e la solidarietà ai migranti che scappano da paesi in cui c’è fame o guerra è un valore irrinunciabile. Crotone e il suo territorio, in questo senso – aggiunge la consigliera regionale – non hanno nulla da rimproverarsi, perché su questo fronte caldo sono da tempo più che impegnati ed esposti. Altra cosa, però, è accostare e realizzare un centro profughi in un’area che deve assurgere, opportunamente riqualificata e valorizzata, a polo propulsore per l’economia e il rilancio dello sviluppo. Non bisogna fare confusione o sottovalutare situazioni che potrebbero pregiudicare l’importanza strategica e gli obiettivi dell’area in questione”.
Sottolinea Flora Sculco: “E’ auspicabile che la richiesta inoltrata alla Prefettura dal comitato ‘Località Papaniciaro’ di organizzare un tavolo tecnico, che coinvolga il CSI di Crotone, il commissario Asi Calabria, il sindaco di Crotone ed altri enti interessati, inclusa l’associazione ‘Progetto Uguaglianza’ alla quale fanno riferimento una molteplicità di imprenditori crotonesi, si tenga nel più breve tempo possibile. Il tavolo tecnico-istituzionale è, giunti a questo punto, decisivo per chiarire ogni aspetto della vicenda una volta per tutte e col fine di scongiurare una scelta dissennata che potrebbe innescare il cosiddetto “effetto boomerang” , ovvero un susseguirsi di richieste in tal senso e, quindi, paventare la riconversione di tutte le aree industriali in centri di accoglienza. Piuttosto – spiega Sculco – visto il degrado che contraddistingue l’area industriale di competenza del CSI, occorre con urgenza affrontare ogni criticità assieme alla collaborazione di tutte le aziende insediate che in tutto questo tempo non hanno mancato di formulare istanze volte a richiamare l’attenzione dei soggetti competenti. Nella mia qualità di consigliere regionale prenderò parte all’incontro, convinta che questa battaglia degli imprenditori, che svolgono con tanti sacrifici la loro attività in questa congiuntura difficile per il nostro territorio, sia una battaglia che riguarda l’intera città. Del resto – conclude Flora Sculco – come già precedentemente sostenuto relativamente alla questione del porto, ritengo necessario ed opportuno che si individui un altro luogo, tra i tanti disponibili, per svolgere l’attività di accoglienza profughi. Ce lo chiede sia la vocazione dell’area, che abbiamo il dovere di tutelare e implementare, che ogni altra valutazione che sulla questione voglia essere logica, costruttiva e proficua e non mossa da approssimazione, pressappochismo e sciatteria”