Se Sissy Trovato Mazza era depressa perchè girava armata? Quali attività di ricerca di elementi probatori sono state svolte nell’immediatezza del ferimento? La Magistratura dovrà indagare a 360° su ogni possibile sfera di responsabilità
In attesa – si ritiene – di imminenti sviluppi che contribuiscano a chiarire i lati oscuri del “ Giallo della Giudecca” con evidenziazione “ al di la di ogni ragionevole dubbio” che la dinamica del ferimento di Sissy Trovato Mazza non possa essere ricondotto ad un atto di autolesionismo, appare necessario operare – da giornalisti e da analisti di “crime scene “- una gravissima incongruenza – così grave avvalorare atroci sospetti e far ritenere raffigurabili precise sfere di responsabilità omissiva e di culpa in vigilando – laddove si è tentato di far passare la giovane agente penitenziaria come un soggetto affetto da sindrome depressiva. Tale giustificazione – che la stampa veneta da qualcuno ha “necessariamente “ recepito e riportato – ove mai fosse vera condurrebbe a domandare: “ma se veramente Sissy Trovato Mazza era depressa perché è’ stata lasciata in possesso della sua pistola Beretta d’ordinanza ? Quando un soggetto, ancorchè incorporato in una struttura militarmente organizzata e che legittima il porto delle armi, non dovesse più dare garanzia di affidamento nell’uso delle stesse, viene, con provvedimento dirigenziale e previa visita medica, spostata in altro servizio interno di carattere amministrativo in relazione al quale non sia prevista la dotazione di armi da fuoco, il loro porto e la detenzione. Se veramente Sissy Trovato Mazza fosse stata vittima di uno stato depressivo così accentuato da giustificare quanto la stampa veneta – su indicazione di una fonte che i colleghi veneti, se veramente – come noi a 1000 a passa KM di distanza – vogliono perseguire la verità, farebbero bene – sulle loro colonne o dal magistrato che indaga – a rivelare chi abbia detto loro che Sissy fosse da tempo depressa. Ove questo fosse vero avrebbe dovuto esistere documentazione medica che attestasse questo stato depressivo – e ove mai così fosse – emergerebbero in maniera plateale le note della responsabilità di chi avrebbe dovuto intervenire , per dovere d ‘ufficio e a tutela della sicurezza dell’agente asseritamente depressa e di eventuali terzi – per privarla dell’arma. Tanto non è stato , e tanto conferma quanto appaia maldestro e frettoloso tentativo di archiviare velocemente e senza colpevoli il ferimento di Sissy Trovato Mazza come gesto di autolesionismo. Ma chi ha ammannito questa versione ai colleghi della stampa veneta – ha fatto male i conti, perché colui che ha tentato di uccidere Sissy Trovato Mazza ha fatto un errore plateale: ha sbagliato tempia! Chi ha tentato si sopprimere dentro l’ascensore la ragazza l’ha colpita – forse perché la vittima si è divincolata – dal lato sbagliato della testa: il lato sinistro e non sulla tempia. Possibile che una contraddizione così importante possa essere passata inosservata da coloro i quali sono intervenuti per primi sulla scena del crimine? L’agente con la fondina sul fianco o sulla coscia destra e assolutamente non mancina avrebbe dovuto estrarre l’arma con la mano destra e poi impugnarla con la sinistra per spararsi non sulla tempia ma più in alto nella regione occipitale.’E’ Inverosimile! E se il proiettile è uscito è stato repertato e posto in sequesto? O dove si è conficcato all’interno della cabina dell’ascensore ? Una delle affermazioni – non di principio, ma fondamentali e sostanziali per chi pratica il duro e non facile mestiere dell’investigatore – è che il primo intervento sulla scena del crimine è importantissimo ai fini della “discovery” . Ci domandiamo: sono state rilevate le impronte digitali e eventuali tracce di DNA ( diverso da quello dell’agente ) all’interno della cabina dell’ascensore? E’ stato posto in sequestro – e per quanto tempo – l’ascensore? Sono state acquisite immagini di eventuali telecamere di sorveglianza? Sono stati verificati gli ingressi dell’ascensore nei vari piani dello stabile? Verifica, questa, indispensabile per capire se vi siano sui pavimenti dei piani tracce di sangue che potrebbero deporre per una lettura alternativa del delitto, con il killer che attirerebbe la ragazza ( che forse conosce) nell’ascensore, l’ascensore sale , Sissy viene ferita, il killer scende velocissimamente ad un piano superiore e nel mentre esce preme un pulsante per far ridiscendere la cabina. Qualcuno potrebbe pensare a voli di fantasia degni di un giallista come Andrea Camilleri. In realtà davanti a una ipotesi di suicidio che fa acqua da tutti le parti e in mancanza di altri elementi è giocoforza tentare di dare una spiegazione alternativa e logica ad un episodio troppo frettolosamente bollato come autolesionismo. Queste sono ipotesi. Ma, in fondo , il dovere di investigare e assicurare alla giustizia, indagando a 360° su ogni possibile soggetto – anche apparentemente al di sopra di ogni sospetto – identificare il possibile Killer e l’eventuale mandante non spetta certo a noi, poveri giornalisti di provincia, per una testata on line del profondo Sud….