Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

Sel, dibattito pubblico sul dissesto e la tutela del territorio

Sel, dibattito pubblico sul dissesto e la tutela del territorio

| Il 21, Apr 2012

Questa mattina a Reggio Calabria. Cuzzocrea: “Manca il dialogo con gli enti locali” 

di SILVIO MARAGUCCI

Sel, dibattito pubblico sul dissesto e la tutela del territorio

Questa mattina a Reggio Calabria. Cuzzocrea: “Manca il dialogo con gli enti locali”

 

di Silvio Maragucci

 

 

Questa mattina, al circolo di Sinistra ecologia e libertà “Vincenzo De Angelis”, si è svolto un dibattito pubblico sul tema “Prevenire il dissesto. Curare il territorio creando occupazione”. L’introduzione e la moderazione è stata affidata ad Antonino Mallamaci, coordinatore del circolo Sel reggino. Mallamaci, dopo aver ringraziato i numerosi intervenuti all’incontro, ha innanzitutto indicato i temi che nel corso del dibattito sono stati affrontati, quali dissesto idrogeologico, cura del territorio, ruolo dell’Amministrazione provinciale in termini di prevenzione. “Non è possibile parlare di dissesto del territorio senza pensare alle possibili soluzioni – ha affermato Mallamaci. L’antropizzazione, l’intervento dell’uomo sul territorio ha causato danni difficilmente riparabili. Per risolvere i problemi che esistono in tema di dissesto idrogeologico, è necessario intervenire con l’ausilio di esperti nel settore come i professionisti nel campo dell’idrografia, figure molto importanti per la tutela geologica”. Il coordinatore del circolo ha quindi concluso l’intervento, augurandosi di trovare, attraverso questi incontri, risposte e soluzioni adatte al tema del dissesto. L’introduzione di Mallamaci è stata poi integrata dalla relazione Giovanni Panzera, componente del circolo Sel. “Secondo i recenti dati del ministero dell’Ambiente – ha spiegato – sono circa 6.633, ossia 82% dei comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico. Questi dati offrono l’esatta dimensione di un fenomeno di drammatica vulnerabilità. L’Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazione) ha presentato un piano per la riduzione del rischio idrogeologico, che comprende diverse tipologie di intervento per la messa in sicurezza del territorio. Nell’immediato c’è necessità di 2.943 interventi per un costo complessivo di quasi 7 miliardi di euro, traducendo significa più sicurezza e più posti di lavoro. Ogni milione di euro investiti in manutenzione, genera 7 posti di lavoro, per un complessivo di 47 mila nuovi occupati”.

La parola è poi passata a Franco Violo, presidente regionale dell’Ordine dei geologi. Nell’illustrare ai presenti una serie di immagini relative ai più importanti disastri idrogeologici che la Calabria ha subito, Violo ha esordito affermando di notare “un nuovo approccio nell’affrontare i problemi inerenti ai dissesti idrogeologici, sempre più al centro di numerosi dibattiti pubblici. Sappiamo tutti che mettendo in sicurezza il territorio ci può essere sviluppo economico e occupazionale”. Le immagini ripercorrevano i devastanti episodi molto noti, tra cui la frana di Maierano che ha avuto un risalto mediatico rilevante, così come, nel dicembre del 2008, il crollo del ponte di Melicuccà. “Da un’analisi – ha continuato Violo – si contano circa 2 miliardi di euro di danni solo in Calabria nel periodo tra il 2008 e il 2012. Questo perché la Calabria ha una fragilità intrinseca dovuta alle sue caratteristiche geologico-strutturali che determinano una forte predisposizione ai rischi naturali. Vero è che, proprio questa complessa struttura territoriale, ha anche determinato la bellezza paesaggistica della nostra regione”. Il presidente Violo ha aggiunto che “a questa predisposizione però, si aggiunge anche l’intervento dell’uomo, aggravando notevolmente la situazione, al punto che sarebbero circa 30-40 mila gli edifici abusivi solo nel reggino. Negli ultimi 15 anni sono state emanate 9 ordinanze di protezione civile, con conseguente dispendio di denaro pubblico evidentemente ingente. I soldi c’erano ma sono stati spesi male”. Successivamente, Violo ha proceduto nell’indicare statistiche e dati accertati. “Dal dopo guerra ad oggi – ha affermato – in Italia, per eventi di tipo naturale, sono stati spesi 273 miliardi di euro, e solo dal ’96 al 2008 circa 27 miliardi. È un puro ragionamento logico, quello che non è stato speso per prevenzione, sarà speso triplicandosi per affrontare le emergenze”. Riferendosi nello specifico alla Calabria ha sostenuto che “dopo gli inverni 2008-09, la giunta regionale precedente aveva destinato alla messa in sicurezza del territorio un miliardo di euro. Per le note vicende amministrative, questi fondi Fas, sono stati destinati alle ‘quote latte’, di cui solo 172 milioni sono stati stanziati alla difesa del suolo, attualmente in corso. In Italia – ha concluso – 8 milioni di studenti frequentano scuole non adeguate dal punto di vista sismico. Senza se e senza ma, è necessario attuare un piano di messa in sicurezza del territorio, degli edifici pubblici e non, per poter affrontare una situazione critica che rischia di divenire irreversibile”.

Il secondo intervento ha visto come relatore il presidente provinciale Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Andrea Cuzzocrea. “Il detto ‘meglio prevenire che curare’ in tema di dissesto idrogeologico – ha esordito Cuzzocrea – è assolutamente adatto e quanto mai azzeccato. Principio a cui la nostra Amministrazione non si ispira. Una cosa è spendere soldi pubblici, adesso praticamente impossibile, altra cosa è invece coinvolgere capitali privati. Quest’ultima soluzione è forse la più condivisibile ed utile, sia per la tutela territoriale sia per risollevare le sorti occupazionali del sud”. Criticando fortemente l’amministrazione nostrana, il presidente provinciale Ance ha dichiarato in merito al tema della tutela del territorio, che “il problema è che non abbiamo un interlocutore governativo locale presente e interessato a queste problematiche, evidentemente occupato a risolvere altri tipi di problemi di cui tutti siamo a conoscenza. Diverse e tante sono le proposte avanzate dall’Ance per la risoluzione dei problemi di cui oggi parliamo. Ciò nonostante assistiamo quotidianamente al vero e proprio collasso dell’amministrazione provinciale e comunale reggina, soprattutto in campo burocratico. Viene a mancare, nella nostra provincia il rapporto di dialogo con gli enti pubblici locali, ai quali è impossibile chiedere spiegazioni in merito a ritardi o in relazione a ingiustificate anomalie burocratiche”.

A chiudere il dibattito, dopo brevi interventi dalla platea, ci ha pensato Laura Cirella, coordinatrice provinciale di Sinistra ecologia e libertà. “Noi di Sel – ha spiegato – siamo sempre attenti a queste tematiche che inevitabilmente interessano la collettività. La Calabria è una regione perennemente in stato di emergenza. Si affrontano i problemi soltanto ex post, dopo che si manifestano, senza un’idea programmatica di prevenzione. Non si può tacere sull’inefficienza della politica, tanto più se si tiene conto che la Calabria è eternamente commissariata per la sanità, per i rifiuti, per l’amministrazione, insomma per tutto. Siamo stanchi di vedere colline costellate da case pericolanti, che vengono giù alla prima pioggia autunnale, proprio perché il politico di turno ha dato modo di costruire senza il minimo rispetto degli standard di sicurezza. Per non parlare della tanto acclamata piazza Italia, dotata di una rampa di scale, unico mezzo per poter visionare gli scavi archeologici sotterranei, sprovvista dell’apparecchiatura adatta ad ospitare le persone diversamente abili, per consentire loro di poter godere di un bene di interesse collettivo. Ci sono moltissime cose da fare – ha concluso la Cirella – e noi in primis siamo disposti a tirarci su le maniche e dare una mano per colmare gli errori o orrori commessi da chi ha governato fino ad oggi. Per questo, noi di Sel, continueremo ad organizzare dibattiti ed iniziative come quella di oggi, per non ragionare più in modo casuale. Abbiamo l’obbligo morale di abbandonare le logiche clientelari e ragionare sul benessere, sulla crescita e sullo sviluppo del territorio”.

redazione@approdonews.it