Sequestrati beni per 2,5 milioni di euro ai fratelli Gaglianò Si tratta di due presunti affiliati al clan Facchineri, attivo a Cittanova e nel Nord d'Italia. I sequestri, sia in Piemonte che in Calabria, sono stati ritenuti di provenienza illecita - ULTIMI AGGIORNAMENTI
GENOVA – La Dia di Genova ha eseguito la confisca di beni per 2,5 milioni di euro, disposta dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, nei confronti dei fratelli Aldo ed Ercole Gaglianò, affiliati alla cosca di ‘ndrangheta Facchineri, operante a Cittanova (RC) e nel nord Italia. I beni, confiscati a Tortona (AL) e Cittanova sono stati ritenuti di provenienza illecita e di valore sproporzionato rispetto alla situazione patrimoniale accertata e quella reddituale loro, delle mogli e dei figli.
Si tratta di Ville, terreni, auto di lusso (Porsche, Bmw e Volvo), conto correnti e quote societarie:
I fratelli Gaglianò, originari di Cittanova, si erano trasferiti a Genova già dagli anni Settanta. Il padre Giuseppe fu ucciso, a Genova, nel 1978, nell’ambito della “faida di Cittanova”, che vedeva contrapposti la ‘ndrina Facchineri da un lato e quella Raso-Gullace-Albanese dall’altro, mentre il fratello Luciano fu assassinato, sempre a Genova, nel 1991, da parte di esponenti della cosca Fiandaca-Emanuello. Il 30 gennaio scorso la Corte di Appello di Reggio Calabria ha disposto la confisca dei beni.
La Dia aveva chiesto anche l’applicazione della sorveglianza speciale ma i giudici calabresi hanno rigettato la misura perché sarebbero passati troppi anni dalla richiesta. La prima richiesta, infatti, era stata avanzata nel 2007.
«Questa confisca – ha sottolineato il colonnello Sandro Sandulli – ci fa capire come la ‘ndragheta sia radicata in Liguria e da molto tempo».