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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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Sequestrati beni per 5 mln a esponente clan di Oppido L'uomo, Domenico Scarfone, appartiene al clan Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo operante tra Calabria e Lazio

Sequestrati beni per 5 mln a esponente clan di Oppido L'uomo, Domenico Scarfone, appartiene al clan Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo operante tra Calabria e Lazio
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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un
provvedimento di sequestro emesso dalla Sezione specializzata Misure di Prevenzione del
tribunale ordinario di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, nei
confronti di Domenico SCARFONE, esponente apicale del clan ‘ndranghetista
MAZZAGATTI-POLIMENI-BONARRIGO, locale di Oppido Mamertina (RC), recentemente
condannato dalla Corte d’Assise di Palmi (RC) e detenuto dal novembre 2013.
In particolare, le indagini patrimoniali eseguite dai Finanzieri della Compagnia di Velletri
hanno tratto origine dal provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla D.D.A. di
Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione «ERINNI», condotta nel 2013 dai Carabinieri
di Reggio Calabria, per reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidi,
intestazioni fittizie di beni e investimento di denaro di provenienza illecita nel mercato
immobiliare romano.
Infatti, la cosca, cui il sessantenne calabrese apparteneva almeno dal 1989, ha investito, ed
espanso i propri interessi in altre regioni, specialmente nel Lazio, proprio grazie alla
“dinamicità imprenditoriale” del prevenuto e al fatto che lo stesso si fosse stabilito nel
comune di Genzano di Roma da qualche decennio.
Ed è in particolare ai Castelli Romani, alle porte di Roma, che quest’ultimo riciclava
prevalentemente le ingenti disponibilità frutto delle diverse attività criminali, provvedendo,
grazie alla contiguità con avvocati e soggetti gravitanti nel modo delle aste giudiziarie e delle
procedure fallimentari a trarre vantaggi dai pubblici incanti e ad assicurarsi beni che poi, con
la collaborazione di una fitta rete di persone compiacenti, venivano intestati a terzi per
occultarne la reale disponibilità.
Di particolare rilievo nella complessiva gestione del patrimonio illecitamente accumulato è
la figura della ex moglie dello SCARFONE che, nonostante l’intervenuta separazione, ha
continuato, come ammesso dallo stesso, a «tenere la cassa», tanto che anche la consorte
è stata attinta dal provvedimento di custodia cautelare in carcere del 2013.
Considerati i plurimi elementi emersi sul conto del soggetto, sono stati eseguiti mirati
approfondimenti economico-patrimoniali nei confronti di numerose persone fisiche e
giuridiche, finalizzati alla ricostruzione dell’intero patrimonio nella disponibilità dello
SCARFONE, sia direttamente che indirettamente, non soltanto allo scopo di cristallizzare la ricchezza attualmente posseduta, ma anche per evidenziare le relative fonti di produzione
e accertare, di conseguenza, l’evidente sproporzione esistente tra la consistenza
patrimoniale e i redditi ufficialmente dichiarati al fisco.
La minuziosa ricostruzione operata ha consentito di ricondurre l’ingente patrimonio,
apparentemente nella titolarità di altri soggetti (familiari e terzi compiacenti) alla reale
disponibilità del proposto.
Particolarmente utili alle indagini patrimoniali sono risultate le evidenze acquisite
dall’approfondimento delle indagini tecniche svolte nel predetto procedimento penale a
carico del soggetto, incrociate con le molteplici informazioni disponibili alle banche dati in
uso alla Guardia di Finanza.
I finanzieri della Compagnia di Velletri, grazie anche al supporto di altri Reparti del Corpo
sul territorio nazionale, hanno dato esecuzione, nei giorni scorsi, alla misura di prevenzione
patrimoniale emessa dal Tribunale di Roma e, contestualmente, a 20 perquisizioni locali
disposte dalla Procura veliterna, provvedendo a cautelare:
– 27 immobili (ubicati nei comuni di Roma, Albano Laziale, Genzano di Roma, Ariccia e
Lampedusa);
– elevate disponibilità finanziarie, azioni e obbligazioni societarie,
per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.