Sequestrato, seviziato e derubato un 36enne attirato in una trappola fatale, tre le condanne. I NOMI Prima l'amicizia su Facebook, poi l'invito a casa dove sarebbe stato colpito con un bastone e torturato con un'arma da taglio
redazione | Il 13, Set 2024
Prima la conoscenza su Facebook poi la trappola che dopo averlo conosciuto e invitato a trascorrere una serata a casa l’hanno aggredito con un bastone, poi la vittima, 36enne di Mileto, era stata legata ad una sedia, picchiata e seviziata anche con un’arma da taglio e costringerla a dare i dati del bancomat e le chiavi di casa. Derubato poi a casa di 2.500 euro più 400 euro prelevati dalla banca e una volta ottenuto tutto con il loro piano, era stata abbandonata per strada, trovata poi in stato confusionale dai carabinieri.
Per questi motivi sono stati condannati con le accuse di sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi, rapina e lesioni con l’aggravante della crudeltà dal gip del Tribunale di Vibo Valentia al termine di un processo con rito abbreviato Annalisa Santaguida, 42 anni, il figlio Giulio Simonetta, 20 anni, di Portosalvo (frazione di Vibo) alla pena di 4 anni e 6 mesi ciascuno. Entrambi si trovano agli arresti domiciliari. Un terzo imputato, Giovanni Carnovale, 25 anni, di Stefanaconi, ha invece patteggiato la pena a 2 anni, 11 mesi e 10 giorni. Giulio Simonetta incassa l’assoluzione dal reato di detenzione illegale di una pistola.