Sequestro di beni per oltre 2mln di euro a Villa San Giovanni La Dia ha proceduto al sequestro di beni immobili e denaro nei confronti di una persona ritenuta appartenente ai clan del Reggino e coinvolta nell'operazione Meta del 2010
REGGIO CALABRIA – La Procura di Reggio Calabria ha dato mandato alla Dia di procedere ad un sequestro di beni per un valore di oltre 2 milioni di euro nei confronti di un uomo Vitaliano Grillo Brancati il tutto in esecuzione di un decreto emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria.
L’uomo, 55enne, originario di Villa San Giovanni, è considerato appartenente alla ‘ndrangheta. Il patrimonio sequestrato ammonta complessivamente a circa due milioni di euro ed è costituito in particolare da sette immobili, tra cui sei appartamenti di pregio e un locale commerciale in via Marina di Villa San Giovanni; un’imbarcazione da diporto a motore, modello Alpa 39 Patriot, della lunghezza di circa 12 metri; disponibilità finanziarie (conti correnti, depositi valori, buoni postali) da quantificare.
Vitaliano Grillo Brancati era stato arrestato nell’operazione Meta, con la quale a giugno del 2010 attraverso un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria fu disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di 42 persone.
L’indagine fece luce sulle molteplici attività di alcune delle principali organizzazioni criminali attive nella città di Reggio Calabria e dell’immediato hinterland, tra cui spiccava quella capeggiata da Antonino Imerti, 67 anni, e da Pasquale Buda, 59 anni, egemone nel comprensorio dei comuni di Villa San Giovanni e Fiumara di Muro. Secondo gli investigatori in questo contesto Vitaliano Grillo Brancati era “il collettore degli interessi economici” dell’organizzazione criminale nel settore delle vendite all’incanto conseguenti a procedure fallimentari.
Grazie al suo operato infatti, i referenti dell’organizzazione criminale indagata erano riusciti a partecipare a due aste fallimentari che si erano svolte, negli anni 2005 e 2007, al Tribunale di Reggio Calabria, turbandone l’esito e accaparrandosi la quasi totalità dei lotti all’incanto senza incontrare alcun rilancio e con esborsi relativi molto prossimi ai prezzi base dell’asta. Secondo quanto scrive la Sezione Misure di Prevenzione nel provvedimento di sequestro “il contesto indiziario” è ampiamente idoneo a sostenere “un giudizio di pericolosità qualificata” su Grillo Brancati che è “indiziato di appartenenza alla ‘ndrangheta, nell’accezione valida nell’ambito del giudizio di prevenzione, con un ruolo determinante nella gestione concreta degli interessi della cosca legati al settore delle aste immobiliari attraverso l’attività professionale della moglie e l’apporto di un contributo determinante alla realizzazione del programma criminoso della cosca Imerti”. Il sequestro ha consentito di chiarire le modalità di acquisizione dell’ingente patrimonio accumulato nel tempo da Grillo, oltre a una vistosa sproporzione tra i redditi dichiarati da Grillo e la consistenza di buona parte dei beni di cui aveva la disponibilità, direttamente o attraverso i familiari.