“Serve una svolta nel riutilizzo dei beni confiscati” Lo dichiara il Consigliere Enzo Marra (Pd)
L’iniziativa del tavolo tecnico istituzionale per la gestione dei beni confiscati e sequestrati promossa dal Presidente del Tribunale Luciano Gerardis in sinergia con il Comune di Reggio Calabria, con i rappresentanti nazionali e territoriali di Libera e con l’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata merita apprezzamento ed incoraggiamento al di là delle appartenenze politiche. Finalmente nel nostro comune potremo, attraverso il tavolo di partenariato realizzato con la supervisione della responsabile dell’ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale Ornella Pastore, puntare ad una concessione dei beni più veloce,sia di quelli confiscati in via definitiva, sia di quelli sequestrati in regime di amministrazione giudiziaria da parte del Tribunale. E’ importante anche l’obiettivo previsto dal protocollo d’intesa di accorciare i tempi che intercorrono tra il sequestro e la destinazione del bene, in modo che esso non sia sottoposto a deterioramento ma utilizzato per esempio a rispondere alle emergenze abitative che colpiscono tante famiglie reggine. Un ruolo fondamentale lo dovrà svolgere il Comune di Reggio il quale avrà la disponibilità dei beni e dovrà quindi attrezzarsi per procedere ad un censimento, alla redazione di una banca dati aggiornata e contenente la storia di ogni bene confiscato. Contestualmente servirà attivare, anche con l’aiuto delle Università del territorio, una progettualità per gli interventi necessari per la ristrutturazione del bene laddove necessaria e potere quindi procedere alle assegnazione ad Enti, associazioni cooperative attraverso procedure di bandi ad evidenza pubblica al fine di creare servizi, lavoro e risposte alle fasce sociali più deboli. Considerato la competenza territoriale del Tribunale e dell’Agenzia dei beni confiscati, sarebbe auspicabile l’adesione al protocollo anche di altri Comuni della Provincia che hanno nel loro territorio beni confiscati che potrebbero così avvalersi del lavoro di raccordo e coordinamento tra Enti che il Tavolo svolgerà. E’ necessario quindi un cambio di passo su questo versante perché non si può tollerare che beni ma anche aziende confiscate restino inutilizzate quando nella città c’è fame di alloggi e di strutture sociali. Per un dovere di trasparenza serve anche che il Comune pubblichi sul suo sito l’elenco dei beni confiscati assegnati con il nome degli enti ed associazioni destinatarie. Serve anche una azione di verifica e controllo sul modo come gli stessi beni vengono o meno utilizzati. Un altro adempimento importante previsto dal codice antimafia è quello dell’obbligo degli Enti assegnatari di esporre all’ingresso dei locali una targa con la scritta bene confiscato alla ndrangheta. Un modo per ricordare che il maltolto ritorna alla comunità e che l’assegnazione del bene non è un fatto privato ma deve essere visibile a tutti i cittadini.
Quella dei beni confiscati rappresenta una vera e propria sfida per l’amministrazione comunale che ha subito l’onta del commissariamento per infiltrazioni mafiose e che tra le motivazione dello scioglimento ha riportato anche quella di inadempienze nelle assegnazioni dei beni. E’ tutto il Consiglio comunale che è chiamato a farsi carico della questione attraverso linee di indirizzo e di controllo condivise.