Servizio EcoBus Aspromonte fino al 30 settembre Prorogate le attività di promozione ed “elevazione” del binomio natura-cultura dell’Aspromonte
L’ EcoBus Aspromonte, il servizio navetta che consente ai possessori del biglietto d’ingresso al Museo Archeologico di Reggio Calabria di visitare i luoghi più suggestivi e caratteristici del Parco dell’Aspromonte, verrà prorogato fino al 30 settembre.
Il grande successo dell’iniziativa, in perfetto riscontro con le aspettative riposte dall’Ente Parco e nel solco degli ottimi risultati conseguiti dall’analogo servizio nella stagione 2015, ha spinto l’Ente e l’Associazione delle Guide Ufficiali del Parco a prorogare le attività di promozione ed “elevazione” del binomio Natura-Cultura dell’Aspromonte.
Sono quattro gli itinerari (che si effettuano il lunedì, il mercoledì il venerdì ed il sabato) nei luoghi del Parco: l’Area Grecanica, il borgo di Gerace e il Musaba, le Cascate Maesano e il Monte Fistocchio.
Accompagnati da una Guida ufficiale del Parco i fruitori dell’Area Protetta potranno ammirare l’inestimabile patrimonio di biodiversità, cultura e storia che l’Aspromonte racchiude in ogni angolo del suo territorio.
Luoghi dove la storia dell’uomo si adagia e si fonde con quella della terra; tra le più belle e visitate dell’Aspromonte, le Cascate Maesano si sviluppano in cinque “salti” consecutivi. Monte Fistocchio, dove ci si sente più vicini al cielo e si resta “sospesi ad osservare” la natura incontaminata, l’Area Grecanica in cui si respira l’arcaica voce della storia e delle tradizioni, per arrivare a Gerace, dove l’incanto del borgo si fonde con il fascino degli edifici storici e religiosi, fino al Musaba che custodisce le opere dell’artista Nick Spatari.
“La grande richiesta ed il “sold out” dei mesi estivi confermano – ha dichiarato il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino – come il connubio Natura-Cultura rappresenti il percorso circolare della nostra Città Metropolitana che mentre valorizza i reperti del Museo Archeologico Nazionale restituisce la “natura” di un territorio che li seppe custodire e far parlare”.