Settore idrico: Guccione, Censore e Aiello presentano un’interrogazione a Scopelliti
redazione | Il 02, Set 2011
I consiglieri sollecitano l’Esecutivo regionale a mettere mano al più presto ad una riforma complessiva che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent’anni
Settore idrico: Guccione, Censore e Aiello presentano un’interrogazione a Scopelliti
I consiglieri sollecitano l’Esecutivo regionale a mettere mano al più presto ad una riforma complessiva che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent’anni
I Consiglieri regionali Carlo Guccione (primo firmatario) e Bruno Censore (entrambi del Pd) e Ferdinando Aiello (Sel-Gruppo Misto) hanno presentato un’articolata interrogazione a risposta immediata al Presidente della Giunta regionale calabrese, on. Giuseppe Scopelliti con la quale sollecitano l’Esecutivo regionale a mettere mano al più presto ad una riforma complessiva del settore idrico in Calabria che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent’anni, così come la Delibera n° 71/2011 sembra ipotizzare e che sia portata all’attenzione del Consiglio Regionale la risposta che la Giunta Regionale ha dato o intende dare alla Delibera n° 369/2011 della Corte dei Conti che, nelle conclusioni della Relazione di accompagnamento, evidenzia una serie di forti criticità nella gestione del sistema idrico calabrese su Sorical S.p.a.
Dopo aver evidenziato che mancano a tutt’oggi alcuni adempimenti fondamentali previsti per legge per l’attuazione della Legge 34 del 29 dicembre 2010 con cui è stato istituito l’ATO regionale, i tre firmatari dell’interrogazione si chiedono se tutto questo non possa configurarsi anche come uno sperpero di denaro pubblico, atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n° 1 della Legge Regionale n° 34 / 2010. A tal proposito c’è da tenere presente che la Corte dei Conti ha già attenzionato tale situazione conflittuale.
Guccione, Censore e Aiello, infine, dopo aver constatato che il nuovo soggetto regionale (ATO unico) non ha preso ancora corpo e, soprattutto, che gli enti locali (Comuni) non possono essere esautorati delle proprie specifiche competenze in materia di gestione del servizio idrico, paventano anche la possibilità che la Corte dei Conti, dall’esame di tutte le Delibere e Leggi che hanno sin qui sostenuto Sorical, possa intravedere nell’azione della Regione una sorta di copertura, effettuata con proprie risorse, di quella quota di investimenti che, invece, avrebbe dovuto coprire Sorical. In tutto ciò c’è da considerare che la Corte esamina la situazione generale (ed anche particolare della Sorical) anche alla luce del referendum abrogativo che non consente sic et simpliciter il rientro in tariffa delle quote destinate ad investimenti.
Ecco l’interrogazione:
Al Presidente
del Consiglio Regionale
della Calabria
On. Francesco Talarico
S e d e
Oggetto: Interrogazione a risposta immediata al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, on. Giuseppe Scopelliti
Premesso che:
- la Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per la Calabria, nell’adunanza del 29 luglio 2011 ha approvato la relazione sulla “gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria anche con riferimento alla costituzione ed alle attività delle società miste”, in cui emergono forti criticità nella gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.a.;
- la Legge Regionale n° 34 del 29 dicembre 2010, in merito all’istituzione dell’ATO unico regionale, è stata emanata in sostituzione della Delibera n° 94 del 31 gennaio 2008 –recepita nella Legge Regionale n° 15/2008– che assegnava alle Province le competenze dell’ATO e che la stessa è operativa nel momento in cui si verificano due condizioni:
- 1.che venga attuato il comma n° 3 che prevede: “che la Giunta Regionale, sulla base di un piano di ricognizione elaborato dagli ATO provinciali, con il supporto di un commissario liquidatore, fornisca appropriate linee guida d’indirizzo per l’organizzazione della gestione del servizio idrico integrato, allo scopo di dare attuazione alle disposizioni di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n° 152, anche individuando specifici ambiti di gestione e disciplinando le forme e i modi di consultazione dei Comuni ricadenti nei medesimi ambiti ottimali”;
- 2.che venga attuato il comma n° 5 che prevede: “entro il 28 febbraio 2011, la Giunta Regionale su proposta del Dipartimento “Infrastrutture e Lavori Pubblici” approva un Piano Operativo per incidere sulle criticità strutturali e di sistema che oggi si registrano nei processi organizzativi del servizio idrico … omissis …a sostegno dell’esposizione debitoria dei Comuni per l’espletamento pregresso del servizio di approvvigionamento. All’uopo ci si potrà avvalere del supporto tecnico di Sorical s.p.a.”;
Considerato, inoltre, che:
- per quanto riguarda il punto 1) le linee guida non sono state ancora emanate, tant’è che il Dipartimento responsabile va a “concordarle” con i commissari liquidatori testé nominati sulla scorta di un piano di ricognizione che doveva essere elaborato dai singoli ATO e che il commissario avrebbe dovuto recepire e condividere;
- tutto ciò non risulta e, comunque, tale attività sarebbe da considerare un duplicato di ciò che già la Legge Regionale n° 15 / 2008 aveva previsto in vista della predisposizione di una legge organica di trasferimento delle funzioni alle Province stesse;
- tutto questo non si configuri come uno sperpero di denaro pubblico, atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n° 1 della Legge Regionale n° 34 / 2010. C’è da tenere presente, al riguardo, che la Corte dei Conti, come meglio precisato più avanti per il punto 2 ha già attenzionato tale situazione conflittuale;
Constatato, infine, che:
- al punto 2 il Piano operativo allegato alla Delibera di G.R. n° 71 del 28 febbraio 2011- che è stata emanata in attuazione del comma n° 5 dell’art 47 della Legge regionale n° 34 del 29 dicembre 2010 – come parte integrante, appare come una proposta slegata totalmente dalla realtà, poiché il piano stesso è finalizzato soltanto a consentire il rientro finanziario ad un solo operatore di un solo segmento del servizio idrico integrato (Sorical) ignorando totalmente gli altri operatori che si occupano dei restanti segmenti dello stesso Servizio. A tal proposito si tenga presente che:
- il primo segmento rappresenta soltanto il 25% del sistema;
- molti Comuni svolgono in proprio e in economia i servizi di almeno altri due segmenti (quasi sempre idrico secondario e fognature);
- tutte le leggi nazionali che si sono susseguite nel merito (ultimo il decreto legislativo n° 152 / 2006) configurano il servizio idrico integrato come una realtà unitaria e solidale, cosicché appare che il citato “Piano Operativo” si configura in un ambito di totale incostituzionalità;
- l’avere bloccato tutte le procedure di affidamento senza aver fornito adeguate linee di indirizzo va a configurare, nell’immediato, una situazione di stallo nella gestione tecnica di molti impianti di depurazione.
Atteso che:
- sulla Delibera n° 71 / 2010 la Corte dei Conti – nella sua relazione annessa alla Delibera n° 369 del 29 luglio 2011 – rileva che essa non tiene conto che il nuovo soggetto regionale non ha preso ancora corpo e, soprattutto, che gli enti locali (Comuni) non possono essere esautorati delle proprie specifiche competenze in materia di gestione del servizio idrico.
Come detto, l’aver privilegiato il solo aspetto dell’approvvigionamento primario va a ledere il diritto dei Comuni, anche in considerazione del fatto che la stessa Corte dei Conti esclude che i Comuni possano sottoscrivere “Protocolli d’Intesa” o addirittura atti di cessione di proprietà o di competenze ad un soggetto privato come è Sorical, che pur essendo Società mista mantiene le caratteristiche di una s.p.a. privata.
La Corte, inoltre, dall’esame di tutte le Delibere e Leggi che hanno sin qui sostenuto Sorical, sembra intravedere pure che la Regione abbia più volte coperto con proprie risorse quella quota di investimenti che avrebbe dovuto coprire la Società con proprie risorse.
Deve infine tenersi presente che la Corte esamina anche la situazione generale (ed anche particolare della Sorical) alla luce del referendum abrogativo che non consente sic et simpliciter il rientro in tariffa delle quote destinate ad investimenti.
Premesso tutto ciò e considerato che:
- la Legge Regionale n° 34 / 2010 non tiene affatto conto di tutto questo;
Si chiede alla S.V.
- se non si debba affrontare la questione in via più organica, mettendo mano immediatamente ad una riforma complessiva del settore che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent’anni, così come la Delibera n° 71/2011 sembra ipotizzare;
• che sia portata all’attenzione del Consiglio la risposta che la Giunta Regionale ha dato o intende dare alla Delibera n° 369 / 2011 della Corte dei Conti, che nelle conclusioni della Relazione di accompagnamento evidenzia tutte le perplessità sopra esaminate circa la disorganicità ed incostituzionalità della Legge Regionale n° 34 / 2010 ed atti annessi e conseguenti.
Reggio Calabria, 02-09.2011
Carlo Guccione
Bruno Censore
Ferdinando Aiello
redazione@approdonews.it