«Abbiamo capito la natura comunista del Movimento5Stelle. Sembrava scomparso il comunismo
e, invece, si è soltanto mascherato. Propongono il nazionalismo delle grandi imprese
ma è un attacco frontale alle piccole e medie imprese e a chi paga le tasse perché
sforare il 3% della spesa pubblica per dare soldi a chi non lavora, come propone
Luigi di Maio, significa essere obbligati, anche se non lo si vuole, ad aumentare
le tasse a chi già le paga con sacrifici enormi, ovvero i lavoratori professionisti
e alle aziende».
Duro e netto l’affondo del senatore forzista Marco Siclari che, commentando le dichiarazioni
del vice premier pentastellato ha dimostrato di avere le idee chiare e rispettare
la posizione del partito.
«Noi di Forza Italia, così come sostenuto il presidente Tajani, siamo d’accordo a
sforare il 3% della spesa ma a condizione che si realizzino infrastrutture che mancano
al Paese e si paghino le imprese che devono essere saldate dallo Stato per rilanciare
l’intero paese e dare realmente lavoro a chi non lo ha. Basti pensare all’alta velocità,
al rafforzamento degli aeroporti, dei porti commerciali o dei porti turistici, solo
allora avrebbe un senso sforare il 3% perché si creerebbero le condizioni per il
rilancio de Paese incrementando l’ occupazione e non si sarebbe obbligati ad aumentare
le tasse a chi già le paga. Quelle di Luigi di Maio sono le esternazioni tipiche
di chi vuole provocare una reazione negativa dei mercati internazionali e, dunque,
l’aumento dello spread per poi dare la colpa ad altri del danno che viene inflitto
al paese quando, in realtà, è proprio il governo la maggiore causa del grave danno
all’economia de Paese. La proposta di Di Maio fa rimanere agghiacciati non soltanto
i mercati ma soprattutto tutti gli imprenditori italiani, i lavoratori, i politici
e i cittadini che approfondiscono le dichiarazioni rilasciate in queste ore da questi
signori che non si sono evidentemente resi conto che oggi sono il Governo e creano
dei danni incredibili», ha concluso il senatore azzurro.