Si attenua la posizione di Sebi Romeo Il reato contestato tentata corruzione. Per la procura antimafia di Reggio Calabria non c’entra nulla con la Ndrangheta della cosca Libri
Il consigliere regionale Sebi Romeo è stato ascoltato ieri, nel tardo pomeriggio, dai Pm della Procura di Reggio Calabria per l’interrogatorio relativo all’accusa di tentata corruzione. Il teorema accusatorio iniziale con cui veniva accusato di corruzione è stato sminuito nella sua portata dallo stesso Giudice per le indagini preliminari che lo ha riqualificato giuridicamente in tentata corruzione. Sebi Romeo, prendendo atto delle accuse a suo carico, unitamente alla difesa, ha spiegato la sua posizione sui fatti contestati, smentendo risolutamente qualunque richiesta corruttiva da parte sua al maresciallo della Guardia di finanzia ed escludendo che con costui si sia incontrato .
Pur non potendosi considerare mercimonio della funzione pubblica aver, eventualmente, espresso la possibilità di segnalare chiunque presso una qualche ditta privata, durante l’interrogatorio è emerso che non vi è alcuna prova che Sebi Romeo abbia tenuto comportamenti utili a configurare tale reato, nè con il maresciallo nè con altri.
Inoltre, precisiamo che non vi è prova alcuna che Sebi Romeo abbia chiesto di avere notizie sulla sua posizione giudiziaria ad un rappresentante delle forze dell’ordine e manca qualunque riscontro sull’attività che lo stesso rappresentante avrebbe svolto in quanto non è stata effettuata alcuna verifica sui computer in uso a costui e dell’incontro che ipoteticamente si sostiene sia avvenuto.
L’ufficio difensivo ha inteso presentare un’istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare coercitiva. Sebi Romeo, come ha tenuto a specificare il procuratore Bombardieri, non ha alcun legame con reati di associazione a delinquere.