di Domenico Caruso
Oggi 2 luglio si commemora la Visitazione della Beata Vergine Maria narrata nel Vangelo di Luca. Non l’angelo, ma lo Spirito Santo suggerì il viaggio. Memorabile, pertanto, fu l’incontro delle due madri. Appena giunta a Nazareth, Maria “salutò Elisabetta”. La radice del termine significa che la Madonna “abbracciò” la cugina con la quale rimase tre mesi, fino alla nascita del nipote Giovanni il Battista. Nell’Epistola “Léctio libri Sapiéntiæ” (Cant. 2, 8-14) del Messale Romano si legge: «Surge, amíca mea, speciósa mea, et veni: colúmba mea in foramínibus petra, in cavérna macériæ, osténde mihi fáciem tuam, sonet vox tua in áuribus meis: vox enim tua dulcis et fácies tua decóra». («Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro»).
Anche se l’anno scorso su questo nostro sito abbiamo trattato l’argomento, riteniamo necessario un approfondimento. “Repetita iuvant”, nel nostro caso. Sappiamo che nell’antico Centro della “Piana di S. Martino”, distrutto dal catastrofico sisma del 1783, sorgeva un convento consacrato a “Santa Maria della Palomba” di pertinenza dei Conventuali di S. Francesco e soppresso nel 1653. Un altro importante cenobio di “Santa Maria della Palomba” che ebbe più lunga durata risultava a Messignadi, non lontano da noi.
La suggestiva immagine della Madonna, il cui viso richiama la pregevole effigie marmorea cinquecentesca del “Gagini” situata nel medesimo tempio sammartinese, reca in braccio Gesù Bambino con in mano una candida colomba.
In passato i nostri concittadini, con maggiore frequenza, imponevano alle figlie il nome di “Colomba” essendo la devozione popolare verso la Santa Vergine particolarmente sentita. Oggi si preferiscono nomi di personalità o di altro che non trovano riscontro nel calendario. È vero che un bel nome imprime a chi lo porta un fascino particolare, “nomen omen” (il nome è un presagio) come affermavano i Romani, ma così viene meno la tradizione degli avi. A S. Martino i festeggiamenti della titolare della Parrocchia, Maria SS. della Colomba, che avevano luogo il 2 luglio, per venire incontro al rientro di tanti emigranti, sono stati spostati al 4 e 5 agosto. Sarebbe auspicabile che nella toponomastica locale venisse intestata una via “due luglio” alla ricorrenza che, più di ogni altra, ci riporta al nostro glorioso passato.