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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 SETTEMBRE 2024

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Si dimettono 15 primari dell’ospedale di Vibo Valentia Protesta contro il piano di rientro della sanità calabrese del Commissario Scura. Il commento del mondo politico calabrese

Si dimettono 15 primari dell’ospedale di Vibo Valentia Protesta contro il piano di rientro della sanità calabrese del Commissario Scura. Il commento del mondo politico calabrese
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VIBO VALENTIA – Quindici primari dell’ospedale di Vibo Valentia si sono dimessi in segno di protesta contro il decreto con il quale il commissario per il Piano di rientro della sanità calabrese, Massimo Scura, ha disposto la riorganizzazione della rete ospedaliera. I primari dimissionari hanno comunicato la loro decisione, con una lettera, al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al prefetto di Vibo, Carmelo Casabona, ed all’Azienda sanitaria provinciale.
“Il decreto del Commissario Scura – affermano i primari dimissionari – conferma un trend di penalizzazione e vessazione nei confronti del presidio ospedaliero di Vibo, gradualmente spogliato dal 2007 ad oggi, di varie strutture complesse”.

DALILA NESCI (M5S)

«Se ne vadano i ministri Beatrice Lorenzin e Pier Carlo Padoan, non i primari dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, che hanno rassegnato le dimissioni per la grave mancanza di interlocuzione politico-istituzionale, la carenza di risorse e i tagli dell’arbitraria rete dell’assistenza ospedaliera decretata dalla struttura commissariale per il rientro dal disavanzo sanitario della Calabria, peraltro con illegittime modificazioni successive». Lo dichiara la deputata M5s Dalila Nesci, che aggiunge: «La decisione dei primari vibonesi è la conseguenza dell’abbandono e del degrado assoluto della sanità calabrese a opera del governo Renzi, legittimato dall’immobilismo e dalla complicità dell’amministrazione regionale guidata da Mario Oliverio». «La nuova rete dell’assistenza – prosegue l’esponente M5s – è stata adottata senza guardare ai bisogni effettivi, alle realtà funzionanti e ai punti di forza della sanità regionale. È una rete cervellotica e clientelare, che non considera affatto i cittadini, i pazienti, gli ammalati e gli operatori. Ancora una volta, la Calabria è stata gabbata da Roma, grazie ai giochi e agli equilibri di potere legati all’alleanza Pd-Ncd, in nome della quale le regole, le procedure amministrative, i diritti fondamentali e il buon senso vengono calpestati a ogni livello». A riguardo la parlamentare ha interrogato nuovamente il presidente del Consiglio e i ministri della Salute e dell’Economia, evidenziando «una totale inadeguatezza del commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, e del sub-commissario, Andrea Urbani, ora protagonisti perfino di modificazioni estemporanee e sostanziali del decreto in questione, prive di un decreto specifico».

FLORA SCULCO (CALABRIA IN RETE)

“Esprimo solidarietà ai primari di Vibo Valentia che hanno scelto di protestare contro decisioni inique e penalizzanti. Si tratta di una scelta coraggiosa che scaturisce evidentemente da un disagio profondo che va ascoltato e che denuncia una situazione intollerabile. Ed esprimo solidarietà, in questi difficili momenti, a tutti gli operatori sanitari della Calabria costretti a sobbarcarsi turni di lavoro disperati per garantire assistenza e prestazioni. La sanità in ogni città della Calabria – afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco – è nel caos. In queste condizioni di non governo del settore non si può andare avanti. Bisogna assolutamente trovare il modo di riattivare la condivisione delle scelte e l’urgenza di assumere atti soltanto dopo l’ascolto dei bisogni di sanità di ogni territorio. E’ urgente – conclude la consigliera regionale – superare questo stallo preoccupante che desta allarme e disorienta i cittadini e restituire al sistema sanitario regionale la serenità senza cui il diritto alla salute è vanificato. E’ necessario un passo indietro della Struttura commissariale rispetto alle prerogative costituzionali della Regione che a partire dal Consiglio regionale del 24 marzo deve poter esercitare le sue competenze e riattivare il dialogo con i soggetti che si occupano di sanità in tutta la Calabria”

FAUSTO DE ANGELIS (FDI-AN)

È un segnale di protesta importante il gesto messo in atto dai primari del nosocomio
vibonese, dimessisi per manifestare il proprio dissenso contro il riordino della
rete ospedaliera voluto dal commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura.Quanto
accaduto sottolinea il grave disagio che si registra nel nosocomio vibonese e, in
generale, nel settore sanitario.Anziché tagliare gli sprechi si continuano a depauperare
servizi essenziali con gravi disagi che si ripercuotono sui cittadini. Si pensi al
caso della 42enne giunta al San Paolo di Napoli per una miocardite e deceduta perché
tutte le sale operatorie della regione erano occupate.Innanzi a notizie così agghiaccianti
non è più possibile tollerare i proclami mediatici di una politica inadeguata, incapace
di comprendere le esigenze del Paese, sorda alle richieste di cittadini costretti
a subire continue disattenzioni.Piena solidarietà, quindi, ai 15 primari dello “Jazzolino”
dimessisi che, ogni giorno, lavorano in condizioni difficili garantendo, nonostante
le forti carenze nel settore sanitario, assistenza agli ammalati.Confido nell’ascolto
del mondo politico che, oggi più che mai, deve essere coeso nel garantire il diritto
alla salute.

FRANCO BEVILACQUA (AZIONE NAZIONALE)

Esprimo solidarietà ai primari dello “Jazzolino” di Vibo, i quali, dimettendosi,
hanno promosso con coraggio una forte azione di contrasto verso il decreto del commissario
alla sanità calabrese Scura.Penso che alla loro sacrosanta protesta debba seguire
l’indignazione profonda dei nostri concittadini, magari anche attraverso una pubblica
manifestazione che sostanzi e sostenga la battaglia dei primari. La sanità è un bene
di tutti.La situazione di disagio della nostra provincia è, inoltre, ulteriormente
aggravata da una struttura ospedaliera ormai al collasso che sopravvive con il sacrificio
del personale e dei primari. Seppure la prima pietra del nuovo nosocomio è stata
posta nel 2002, non si sa né e quando il nuovo ospedale vedrà la luce.Ad oggi giungono
solo chiacchiere in tema di riorganizzazione del settore sanitario.Non possiamo,
infatti, negare che la cattiva politica sta determinando un impoverimento dei servizi
essenziali. I buchi nella sanità, che in alcune realtà hanno portato a commissariamenti
più o meno discutibili, non sono serviti a garantire qualità nei servizi, bensì sprechi
e a volte distrazioni di pubblico danaro.Concludo, pertanto, invitando i soggetti
istituzionali presenti sul territorio ad una maggiore attenzione e più concreta attività
a sostegno di una battaglia che possa restituire serenità e fiducia alla cittadinanza.