Naturalmente domani sabato 19 marzo sarò uno dei tanti cittadini che a
Lamezia parteciperà alla manifestazione in difesa del nostro ospedale.
Il conflitto sicuramente giusto ed il diluvio di polemiche tra il
commissario governativo alla sanità Scura, il suo vice Urbani, la Regione e
tutto il mondo politico senza distinzioni, nasconde il vero nodo del
problema: le scelte del governo nazionale nei confronti della sanità
calabrese, che il commissario e suo vice eseguono anche in maniera ottusa.
In una parola, il nodo della questione sono le scelte Governo Renzi e di
esponenti politici importanti e che hanno potere, nei confronti della
Calabria.Condivido nel merito molte delle prese di posizione, anche forti, assunte
in queste settimane nei confronti dell’operato del commissario Scura.
Sottoscrivo l’assoluta inadeguatezza di una gestione ragionieristica in un
settore delicato come quello della sanità, che tocca da vicino la vita e la
salute di milioni di cittadini calabresi; così come è inaccettabile che il
commissario assuma delle decisioni riguardo alla riorganizzazione della
sanità calabrese senza alcuna interlocuzione con chi è stato eletto dai
cittadini.Il punto che vorrei sollevare, da cui emerge la profonda contraddizione
della classe politica regionale, è un altro: come è possibile che in
occasione della visita in Calabria del Presidente Renzi non si sia
pronunciata una parola sulla sanità calabrese? E’ stata bandita dal
vocabolario dell’incontro la parola sanità! Com’è possibile che quegli
stessi esponenti del Partito Democratico, del centro e del centro-destra –
che sparano a zero contro il commissario Scura – hanno fatto da codazzo
plaudente non solo al presidente Renzi ma a Lotti, a Guerini e compagnia,
proprio a quelli che hanno dato le direttive al commissario per smantellare
la sanità pubblica calabrese e mantenere intatto il sistema di potere e di
interessi privati che da tempo vive sulla sanità?E’ davvero una situazione anomala. Di fronte al Presidente del Consiglio ed
ai suoi collaboratori nessun esponente del governo regionale e della
politica calabrese pone la questione. E’ reato di lesa maestà, è anatema
pronunciare di fronte a esponenti del governo nazionale la parola “sanità”?
Nella scorsa settimana c’è stata più di un’occasione di presenza di
esponenti del governo. Ma si sono preferite le parate alla discussione sui
problemi veri dei calabresi, le incensazioni al confronto politico schietto
con i rappresentanti dell’esecutivo nazionale. Un silenzio imbarazzante e
inaccettabile della politica regionale di fronte al governo, ancora più
paradossale se pensiamo che si tratta degli stessi esponenti che creano
comitati per difendere gli ospedali e si scagliano contro la burocrazia
commissariale accusandola di voler affossare la nostra Regione.Parliamo ai cittadini il linguaggio della verità. Sono gli stessi esponenti
del governo Renzi a dire che il commissario Scura opera sulla base degli
indirizzi del Ministero e dell’esecutivo. E’ evidente che c’è un nodo della
questione che nessuno vuole affrontare. E’questo il vero punto politico che
tutti, tanto il partito democratico quanto il centrodestra, rinunciano ad
affrontare trincerandosi dietro slogan e atteggiamenti da ultras della
sanità calabrese.Altro che burocrazia! Ad affossare la nostra Regione, sono come sempre le
logiche del trasversalismo, del “partito unico” che in Calabria si perpetua
e si ripropone.Spiega molte cose la nomina da parte del Ministro della Salute Lorenzin del
figlio del sottosegretario Gentile nel Cda dell’Istituto Nazionale Tumori a
Milano. Il “partito della nazione” in salsa calabrese continua ad agire
indisturbato, totalmente indifferente rispetto a un’operazione che mostra
il prevalere dei giochi di potere. Anche su quest’ultima vicenda,
registriamo nella politica calabrese un silenzio assordante. A porre la
questione in parlamento non è stato nessun eletto in Calabria ma il
capogruppo di Sinistra Italiana on. Arturo Scotto che ha interrogato il
governo . La ministra Lorenzin ha disertato. Il governo ha risposto in
maniera indecente Insomma la verità è chiara: gli stessi esponenti che
comandavano con Scopelliti comandano ancora oggi nella sanità calabrese.