“Si può pensare di governare senza un partito unito?” E' quanto si chiede Pino Tomasello, coordinatore della Segreteria prov.le Pd di Catanzaro
Si può veramente pensare di governare la Calabria senza un partito unito, in grado di rappresentare i bisogni della gente, orientando e mobilitando l’opinione pubblica sulle grandi questioni?
E’ la domanda che mi sentirei di rivolgere al governatore Mario Oliverio ed al segretario regionale del Pd Ernesto Magorno. Le due persone che più di altri avrebbero bisogno di un partito organizzato presente sul territorio, senza il quale, come io penso, in una terra in ginocchio e da sempre poco incline ad essere governata come la nostra, avranno poche possibilità di successo, nonostante il grande impegno che hanno fin qui profuso.
E con riferimento al Pd provinciale di Catanzaro, può persistere da un anno e mezzo una situazione distruttiva, in cui una minoranza, per il solo fatto di non aver accettato e assorbito la sconfitta per l’elezione del segretario provinciale, si acconcia quotidianamente a minare, insolentire, offendere e distruggere, tutto quanto di positivo si riesce a costruire con fatica ed impegno, da parte di decine e decine di iscritti e militanti.
Quello che fa più sorridere è che a produrre tale guerriglia, con parole di fuoco sulla stampa locale e regionale, sono personaggi attempati, ex di tutto. E non vogliamo tanto riferirci al folclore di qualche ex rivoluzionario in pantofole o come si usa dire con l’infradito, ma a ben altra gente. Ci riferiamo a persone come il sig. Mario Muzzì, ad esempio, che in altre epoche ed in altre fasi della vita politica locale e regionale si sono resi famosi per essere stati contigui al potere vero, al potere che conta e che decide i destini delle persone semplici.
In questo senso, chi potrà mai dimenticare le odi, i componimenti lirici che, ahinoi, ci toccava ascoltare ad ogni intervento pubblico e privato nei confronti dell’ex governatore della Calabria Agazio Loiero. Quest’uomo era così fedele alla causa, da essere considerato più Loieriano di Loiero; e tale comportamento lo faceva somigliare ad un Emilio Fede nostrano piuttosto che ad un dirigente politico con portamento e schiena dritta. L’Emilio Fede del Pd Calabrese! Bei tempi quelli, almeno per lui. Altri tempi rispetto ad altre situazioni in cui, sempre lo stesso personaggio, incarnava anche fisicamente la democrazia cristiana di sempre, partito di potere, passando disinvoltamente dalla corrente interna di Carmelo Puja a quella di Agazio Loiero. Con una costante unica: l’essere sempre e comunque uomo di potere, profumatamente retribuito, sia che si trattasse di avere la responsabilità della presidenza di una USL (cosi si chiamavano le attuali aziende ospedaliere), sia, in tempi più recenti, dell’essere presidente della Field Calabria, ad oltre 6.000 € mensili (più di 100.000 € lordi annui ndr). A corollario di questa brillante carriera un unico neo: quello di non essere mai stato eletto in nessuna carica elettiva. Nemmeno per sbaglio. Ed anche quando, ad onor del vero, riuscì, ad essere eletto sindaco del suo paese, il TAR annullò le elezioni. Che disdetta.
Per fare un esempio, è come un meccanico della Fiat, che, addetto alle prove su strada, non fosse mai riuscito a prendere la patente per guidare l’automobile.
Bene. Anzi male. Perché negli ultimi tempi la stessa persona, più ingrigita e malinconica, periodicamente si esercita al ruolo di grande moralizzatore, di grande ricostruttore del Pd locale e regionale. E crede tanto a tale compito che si è auto affidato che gli sembra vero, tanto è l’ impegno e lo scrupolo con cui lo esercita. Quest’uomo ha subito una metamorfosi, una mutazione genetica: in poco tempo si è trasformato da Emilio Fido a moderno Catone Uticense, il censore e moralizzatore.
Presidente Oliverio, Lei è uomo di tutto rispetto. Con un passato, il suo, da difendere e tutelare. Anche per questo deve sapere, che questa gente da tempo, contrabbanda con Lei una contiguità, una vicinanza, per il solo fatto di averLa votata, così come, con convinzione, il sessanta per cento di noi Calabresi.
Il consiglio che ci sentiamo di darLe, è di non perdere tempo con gli adulatori, né con quelli del passato remoto, né con i nuovi.
Perché il rischio grande è, come altre persone che l’hanno preceduta di grande valore come Lei, quello di rischiare di perdere il contatto con la realtà delle cose e delle persone.
Pino Tomasello
Coordinatore della Segreteria prov.le Pd di Catanzaro