Si rinnova l’appuntamento mensile con la Fiera della Decrescita
redazione | Il 25, Lug 2014
Domenica 27 Luglio il prato del C.S.O.A. “Angelina Cartella” si trasformerà nel piccolo e ormai tanto atteso bazar etico e sostenibile
Si rinnova l’appuntamento mensile con la Fiera della Decrescita
Domenica 27 Luglio il prato del C.S.O.A. “Angelina Cartella” si trasformerà nel piccolo e ormai tanto atteso bazar etico e sostenibile
Come ogni ultima domenica del mese, si rinnova l’appuntamento mensile con la Fiera della Decrescita. Dalle 17.30 al tramonto il prato del C.S.O.A. “Angelina Cartella” si trasformerà nel piccolo e ormai tanto atteso, bazar etico e sostenibile, dove sarà possibile riscoprire gli antichi sapori dei prodotti naturali, sapori ormai dimenticati a causa del monopolio della grande distribuzione con i suoi prodotti “industriali”. Oltre ai tanti prodotti che testimoniano come sia possibile vivere in questa società senza dover sottostare alle logiche del consumismo e del qualunquismo, sostenendo l’autoproduzione e i circuiti “altri”, sarà occasione per sostenere le attività della colonia felina “Le Micille” del Cartella, visitando il banchetto di torte, bevande e marmellate “Sweet Food” e di SOS Rosarno, acquistando i prodotti del suo Orto Collettivo.
Dopo la chiusura dei banchetti e la cena sociale, alle 22.00 andrà in scena lo spettacolo teatrale “Il ritorno”, ideato e scritto da Salvatore Arena, e interpretato da Massimo Zaccaria.
“Il Ritorno” è la storia di Giustino, un uomo che attraversa una nazione intera sullo sfondo della seconda guerra mondiale. Soldato prima, partigiano poi, lotta tra i rigori di un inverno che non finisce, tra stazioni, accampamenti, pali della luce, bivacchi provvisori e spargimenti di sangue. C’è anche spazio per l’amicizia e per un amore che non troverà mai un lieto fine, perché Monica (questo il nome della partigiana conosciuta sulle montagne) viene uccisa, insieme a tanti altri compaesani, da un agguato dei fascisti. Giustino, rimasto solo, torna all’albero di ulivo della sua terra, a medicare le ferite del cuore e dei piedi.
Il regista Salvatore Arena, apprezzatissimo artista fondatore insieme a Massimo Barilla della compagnia Mana Chuma Teatro, ha cercato di raccontare una storia che fosse di tutti e di nessuno, particolare ed universale allo stesso tempo perché, se è vero che il sentimento, la fatica e le brutture dell’animo umano sono uniche e irripetibili, è anche vero che le dinamiche della guerra, dell’amore, della morte, possono essere spesso universalizzate.
La scena si presenta scarna ed essenziale. Una sedia, un secchio, un piccolo ulivo, e tutta la verve e la fisicità di Massimo Zaccaria, attore e voce narrante, riportano lo spettatore al piacere del teatro di narrazione, con la sua capacità di affabulare chi ascolta, di far vivere i brividi di freddo delle notti all’addiaccio, la sensazione di sporco del sangue dell’uomo sull’uomo, e le ferite sui piedi spaccati che hanno attraversato un Paese intero.
c.s.o.a. Angelina Cartella