“Sibaritide: Enel deve confrontarsi con la gente” Scarcello (Il Coraggio di Cambiare l’Italia): "Fiduciosi che la holding voglia bonificare l’area"
Rifiutiamo il metodo con il quale Enel intende concertare le proposte di Futur-E, un progetto così importante dal quale si determinerà il futuro sviluppo del territorio della Sibaritide e della nuova Città Corigliano-Rossano. Il riutilizzo o riconversione della centrale non può essere deciso solo nel confronto con le Istituzioni, i sindacati o con la politica. È necessario che la holding parli direttamente alla gente, diversamente da come fatto finora. Spieghi le sue intenzioni, le prospettive e gli step di programmazione senza deleghe né veline. Viceversa, recepiamo con favore la volontà, palesata dalla stessa Enel nelle dichiarazioni rilasciate ad una testata giornalistica locale, di avviare la procedura di bonifica del sito di contrada Sant’Irene-Cutura. È solo così, risanando l’area industriale, che si possono aprire nuove prospettive. A precisare in merito alle puntualizzazioni giunte dall’ufficio stampa di Enel Spa, rispetto alle perplessità evidenziate nei giorni scorsi da Il Coraggio di Cambiare l’Italia sulla conduzione e concertazione del programma Futur-E, è il capogruppo consiliare nonché assessore del CCI in Provincia di Cosenza, Vincenzo Scarcello.
Non abbiamo mai lamentato – ribadisce Scarcello – l’esclusione del nostro movimento dai tavoli di concertazione con Enel perché crediamo che una soluzione proficua e condivisa non possa giungere da un parterre di interlocutori scelti. Non bisogna essere soli ai tavoli di concertazione! Insieme ai sindacati – aggiunge e scandisce Scarcello – alla politica e alle istituzioni locali, che tra l’altro si sono già ampiamente e chiaramente espressi sulla destinazione a uso turistico o quale polo agroalimentare del sito di Sant’Irene-Cutura, abbiamo necessità di sapere cosa ne pensano i cittadini. Il nostro appello, pertanto – precisa l’Assessore provinciale – che oggi rinnoviamo con maggiore determinazione, è rivolto affinché la società energetica, proprietaria del terreno di contrada Sant’Irene-Cutura, dove sorge il sito industriale dismesso ed in fase di alienazione, dia valore propedeutico ad ogni scelta l’opinione dei cittadini di Corigliano-Rossano e della Sibaritide.
Pensiamo sia questa la strada giusta da percorrere e attraverso la quale si riuscirà a percepire concretamente se le proposte finora giunte sono convergenti con le aspirazioni dei cittadini e del territorio. Da parte nostra – ricorda ancora Scarcello – crediamo che un progetto sperimentale di coltivazione delle alghe, che occuperebbe solo un decimo della superficie totale dell’area, non rappresenta la migliore soluzione. Ecco perché, probabilmente, la società energetica dovrebbe essere meno imperativa e frettolosa sulle scelte e privilegiare un atteggiamento più riflessivo, diverso da quello con cui ha gestito, ad esempio, la vertenza della riconversione della centrale nel decennio scorso. Il programma Futur-E per la centrale di Rossano è fallito. Ed è quanto mai chiaro.
Bisogna pensare – dice il dirigente del CCI – ad una fase due. Che parta da una premessa imprescindibile che è quella della bonifica. Sulla quale Enel si è espressa favorevolmente affermando di volersene fare carico. Ma non a prescindere dai progetti che prevedano o meno riutilizzo di parti della struttura esistente. La riqualificazione della centrale, infatti, non passa solo l’eliminazione delle due torri camino, che potrebbero anche diventare un’attrazione turistica, ma di tutti gli altri elementi che possano ancora contenere amianto, delle sei vasche di accumulo dell’olio pesante piuttosto che delle centinaia di chilometri di tubazioni in metallo a vista o dei tralicci dell’alta tensione che dovrebbero essere in disuso. Tutti oneri, questi, – conclude – che non possono prescindere dalla responsabilità di Enel.