Sindaco di Crosia: “Imu agli immigrati? Accuse false” Antonio Russo: "Un buon amministratore ha il dovere di aggiornarsi"
CROSIA (Cs) – Imu per gli emigrati. In sede di conversione del Decreto Legislativo 47/2014, la Legge 80 del 2014 ha introdotto l’articolo 9 bis che elimina la possibilità di assimilare alle prime case le abitazioni possedute dai cittadini italiani non residenti, con conseguente esenzione dall’imposta. Pertanto, per l’anno 2014, ai comuni non è consentito comprendere nell’abitazione principale gli immobili posseduti dai cittadini italiani residenti all’estero. Prima di avventurarsi in facili proclami, che altro non sono se non esternazioni populistiche, sarebbe necessario informarsi. Un buon amministratore, anche e soprattutto di opposizione, ha l’obbligo di aggiornarsi costantemente per difendere gli interessi della collettività.
È, questo, il commento del sindaco Antonio Russo, in merito alle dichiarazioni dei consiglieri di minoranza, apparse nei giorni scorsi sulla stampa locale.
Dispiace – continua il Primo Cittadino – assistere a questi inutili tentativi di discredito e attacco gratuito ad un Sindaco e ad un Esecutivo che sta operando nella massima trasparenza e correttezza Amministrativa, seppur tra mille difficoltà, garantendo e tutelando gli interessi dei cittadini. L’opposizione, la critica non devono essere distruttive e negative a priori, per partito preso. Questo è sintomo di chiusura e mancanza di dialogo, una caratteristica dei vecchi schemi della politica, distanti anni luce dalla nostra impostazione e dal nostro dinamismo amministrativo. È grave quanto errato – sottolinea ancora Russo – affermare che Crosia è l’unico comune del territorio e addirittura della Calabria, a far pagare l’Imu agli emigrati, perché questo presuppone una mancanza di conoscenza della normativa vigente su scala nazionale, che non consente alternative ai singoli Municipi. A nessuno, non solo a Crosia.
La normativa nazionale sopravvenuta elimina, per l’anno 2014, la possibilità di assimilare le abitazioni possedute dai cittadini italiani non residenti alle prime case, con conseguente esenzione dall’imposta. Pertanto, i cittadini italiani immigrati e residenti all’estero devono pagare l’Imu per l’abitazione posseduta sul territorio comunale, applicando l’aliquota stabilita dal Comune per le “seconde case”. Inoltre, a partire da Gennaio 2015 è considerata direttamente adibita ad abitazione principale una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso.