“Sì positivo, No negativo” ma whatsapp Sì!. L’importante è non invertire i poli altrimenti la “scossa” è assicurata e si rischia di rimanere fulminati. “Vide ‘o mare quant’è bello. Spira tantu sentimento. Comme tu a chi tiene a mente. Ca scetato ‘o faie sunnà…”, così cantava Vincent il cavolaro altrimenti detto “Trinidad”, mentre era seduto a ridosso del bagnasciuga con le sue sporgenze addominali a tartaruga ninja, cresciuta in un ristorante cinese e figlia di madre vedova. Il nome Vincent è in onore ai girasoli di Van Gogh, in quanto girano a secondo della posizione del sole, e quando sono soli giocano pure a carte (a mazzi truccati). “Ma nun me lassà. Nun darme stu turmiento…e nomina l’assessor del tumulamentu”. E Vincent che non faceva girare solo i girasoli ma anche ben altro, non riesce a darsi pace.
E dopo i bagordi festaioli in un’aula cloaca situata tra le falde pre-aspromontane, “Dar sole nostro tu sarai baciata! Starai in camicia nera, pure te!”. La quiete apparente albeggia tra gli spiriti, tranne in quelli di un ballerino di flamenco senza tacchi, il nostro Vincent, che quando balla smette i panni di Trinidad per indossare quelli del funambolo Tirituppiti perché quando entra in scena viene puntualmente accompagnato dal ritornello “Tirituppiti pani rattatu consami u lettu ca sugnu malatu sugnu malatu di malincunia consami u lettu che megghiu pi tia…”.
Possiamo continuare a scrivere dell’estinzione dei ragazzini che rubavano le ciliege sugli alberi oppure dei “masturbatori mentali” cugini dei terrapiattisti di Lubrichi, assidui compratori di caramelle alla commissione di accesso e di tanti al chilo di scioglimenti per mafia, ma che siano ben freschi perché quelle avariate hanno già fatto il loro tempo. D’altronde stare dietro le tapparelle non è mai cosa buona e giusta perché quando si esce allo scoperto, c’è l’effetto corbelleria da letargo e in qualche modo occorre pur respirare, ma attenzione ai respiri affannosi dei tragediatori d’oltralpe.
A Taurianova, dopo l’ultimo consiglio comunale, ridotto quasi a un bar sudamericano, sperando nella quiete dopo la tempesta (comprensibile almeno nella sua forma espositiva), cerchiamo di ricomporre i cocci e le ghiande. Ci sono dei passaggi che a mio avviso sono stati trascurati, e tali sono racchiusi nel discorso d’ingresso del neo consigliere Daniele Prestileo, e che non vanno trascurati anche perché l’importanza era corroborata dalla presenza di diversi amici e famigliari, dove alla fine, c’è stato quel momento in cui tutti facevano gli auguri a famigliari presenti, e per un attimo ho pensato che c’erano sia i confetti che le bomboniere.
Prima di iniziare consiglio a chi legge di procurarsi una calcolatrice. Bene. Nel discorso di Prestileo ci sono dei passaggi fondamentali, fermo restando che quel giorno si è scoperto una situazione negativa, ovvero che la gente non legge. Tutti quei cittadini presenti erano lì perché qualcuno aveva messo in giro che Prestileo sarebbe stata la Waterloo per Scionti, è inutile dirlo che noi lo scriviamo da qualche mese, ma i lavaggi di testa sono sempre perdite di sapone. E quindi, “Per chi aveva maturato quest’idea, devo dare stasera la brutta notizia che non sarò la sventura tanto millantata. Non toglierò le castagne dal fuoco a chi, con tanta incoerenza, fa finta di fare opposizione o siede nella maggioranza, pregando che quest’ultima cada. Fin dal primo momento della mia candidatura, il sottoscritto ha sposato (ahia “sposato” NdR), il progetto presentato da Scionti e dalla sua coalizione”, a chi era riferito? Tutti abbiamo pensato a Nino il Moro. Siamo stati maliziosi? Prestileo continua (e conferma), “Ovviamente oggi, i tanti bei propositi e speranze sono andate deluse; vedo quelli che erano i miei compagni d’avventura politica seduti tra i banchi di opposizione e, alcuni di quelli che erano avversari oggi me li ritrovo al mio fianco …” (sic!). E non si ferma, “Ciò che per voi era l’Apocalisse, il virus letale da debellare, oggi vi salverà da ricatti, assessorati promessi e vi proteggerà da eventuali sciacallaggi dovuti al numero sempre più risicato di consiglieri pro Scionti” e che, “il peggiore dei sindaci è sempre meglio dei commissari prefettizi”, ma il finale è il sunto di ogni intenzione responsabile, “(…) di cui ne vedrà quindi il naturale tramonto…… per quello che mi riguarda e compete”.
A questo punto facciamo due conti anche per il rispetto dei cittadini. Com’è composto oggi il civico consesso dopo il terremoto di questi giorni? Partiamo dalla maggioranza (originale), il Pd ha due componenti, Mesa Gerace e Carmela Patrizio, quest’ultima è nel gruppo, ma è come se fosse in quello civico di Scionti formato da Ascone e Forestieri. Nei fatti è il gruppo maggiore rappresentato dal vicesindaco Ferraro, la principessa degli orti scoscesi tra le polvere di stelle sopra i cuscinetti d’aria al profumo dei petali di rosa. Poi c’è A testa alta con De Marco, c’è Fausto Siclari che sta con se stesso, mettendosi al riparo da eventuali sfiducie, visti i tempi che corrono come presidente del civico consesso, e infine il neo arrivato Prestileo anch’egli con se stesso. In tutto compreso il voto del sindaco Scionti, arriviamo a otto (ad alta fedeltà e responsabilità). La maggioranza dev’essere di nove e quel numero per ora, è rappresentato dall’esponente del Ncd (Nuovo Caridi D’annata) Nino il Moro, sempre per ora. Che a sua volta ha un accordo siglato con il quale dovrebbe avere (dovrebbe..), una sua nomina nell’esecutivo (oramai anacronistica e fuori moda, visto quanto è accaduto sono saltati tutti gli equilibri, e che forse non sarà mai nominata). Nei fatti c’è stata, ed era Mina Raso che in netto contrasto e perché sfiduciata, si è dimessa lasciando la casella vuota.
L’opposizione composta da otto consiglieri ha tra le sue fila, i tre innamorati guidati dalla “camicia nera” Biasi, la Versace che per ora sembra ferma su Forza Italia, Nicolosi e Sposato alleati durante l’ultima elezione e infine, i due fuoriusciti della maggioranza Morabito e Lazzaro.
Ci eravamo lasciati con Scionti che doveva nominare due assessori, uno in quota Pd e l’altro in quota Moro, ovviamente credo, che oramai sono cambiate molte cose e che tali nomine non avverranno più. Come ha detto la Morabito, e sono d’accordo con lei, si spera che l’avvento di Prestileo favorisca un cambio di rotta. Poi quelle nomine sono pure fuori moda come il cravattino di cuoio degli anni ’70. Conviene stare e chiudere la consiliarura con i tre rimasti in quanto bastano e ne avanzano pure, visto pure che il sindaco ha mantenuto quello staff a 38 mila euro annui (e di questo ce ne occuperemo nei prossimi giorni dopo qualche passeggiata di ricognizione documentale). Quindi ha tre assessori più due dello staff, è in buona compagnia, e nominarne altri vorrebbe dire sperperare dei soldi e magari rischiare di cadere anzitempo. Si voterà, Santo Roccu piacendo, a maggio del 2021, mancano poco più di venti mesi, e facendo un calcolo approssimativo, si risparmierebbero circa 45 mila euro. I quali potrebbero essere utilizzati per cose ben più serie e utili alla città. E poi, lo dico io? Ma sì lo dico io, non è che nella maggioranza ci sia questa grande simpatia o enfasi per eventuali nomine e nomi da nominare.
Qualcuno si potrebbe chiedere, e Prestileo se l’è chiesto quando ha scritto di cambi di casacca e maggioranze risicate. Azzardo? Poniamo il caso che al Moro non venga nominata la sua scelta “compulsiva”, la maggioranza diventa minoranza perché potrebbe rischiarsi un ritorno di fiamma, del “c’eravamo tanti amati per un anno e forse più” tra i banchi dell’opposizione?
Quindi il Moro non accontentato, per ipotesi, esce dalla maggioranza perché a voglia di cercar spalle in quanto il sole è estivo e se la terra è bruciata figuriamoci le spalle. Così non ci sarebbe più la maggioranza. Su questo punto, qualche dubbio ce l’avrei perché secondo gli ultimi dati Istat di Piminoro, non è così. Primo perché Rocco Sposato il capellone con la criniera d’estate e le pecore nel collo nei baveri del cappotto d’inverno, ha più volte dichiarato di sostenere Scionti e di non farlo cadere, e quindi saremmo a dieci, e se il Moro andrebbe via, si resterà sempre in nove. Eureka! C’è la maggioranza. Sì c’è un accordo stipulato con il centrodestra, ma si sa finiscono i matrimoni con il giuramento davanti a Dio figuriamoci gli accordi di massima davanti a Ponzio Pilato. C’è un altro però, basta leggere attentamente quanto ha scritto Filippo Lazzaro, io al posto vostro lo farei. Lazzaro insieme alla Morabito hanno il massimo comun divisore che è l’essere contro Fausto Siclari, vogliono la sua testa e chissà, forse è pronta un’altra sfiducia. Ma Lazzaro nei riguardi del sindaco Scionti ha espresso una “buona volontà”, e la Morabito ha auspicato responsabilmente un cambio di rotta con Prestileo. Vuoi vedere che Fabio Scionti ha il gruppo più forte del consiglio comunale e non se n’è ancora accorto? Quello formato da Sposato, Prestileo, e Lazzaro, e con quest’ultimi due un feeling particolare di stima e rispetto con la Morabito. A questo punto occorre capire cosa vorrà fare da grande Fabio Scionti il quale sembra non voglia ricandidarsi, e potrebbe apparire come una resa, una sconfitta anticipata alla sua azione. Questioni che vedremo quando sarà il momento. Ma a proposito, cosa vuole fare da grande Scionti?
Don Chisciotte senza Mancia
(GiLar del Pueblo)