Sinistra Italiana Lamezia su operazione Crisalide "Con questa consiliatura la città fa grandi passi indietro"
Ogni volta che va al governo la destra lametina, getta un’ombra negativa sulla città. Per l’ennesima volta con la destra al governo, c’è il rischio che il nostro comune finisca sotto la lente di chi vuole vederci più chiaro nei rapporti opachi tra certa politica cittadina e il malaffare. Ci auguriamo naturalmente che non sia così, ma con le ultime operazioni della magistratura un’altra tegola si abbatte su questa consiliatura a guida Mascaro. L’operazione Crisalide apre scenari inquietanti sull’inquinamento del voto alle ultime elezioni comunali e sul condizionamento dei clan nell’ultima competizione elettorale.
Alla luce di queste indagini si capisce ancora meglio che il problema di questa nuova compagine amministrativa non è il dissesto economico, che non c’è mai stato, ma piuttosto il dissesto etico-politico di alcuni pezzi della maggioranza che sostiene Mascaro. Riepiloghiamo alcuni fatti gravi avvenuti a nemmeno due anni dall’insediamento del nuovo sindaco. Un anno fa l’indagine a carico del padre del presidente del consiglio comunale per una presunta compravendita di voti a favore del figlio nelle ultime elezioni comunali. Poi le indagini Sacal, che hanno decapitato i vertici della società, con il coinvolgimento dell’allora rappresentante del Comune Ionà nominato da Mascaro nel cda e l’ex presidente del cdaColosimo difeso a spada tratta da Mascaro. Oggi l’operazione Crisalide con il coinvolgimento dell’ormai ex vicepresidente del consiglio comunale Paladino, dimessosi ieri, per presunti rapporti con i clan che, secondo i magistrati, lo avrebbero sostenuto alle ultime elezioni comunali. Poi ci sono le vicende inquietanti emerse in campagna elettorale su alcuni candidati delle liste a sostegno di Mascaro. L’una e l’altra circostanza testimoniano l’ assoluta inadeguatezza dei gruppi dirigenti della destra lametina, per ciò che riguarda le capacità di tenere lontani le loro forze politiche dai pericoli dell’inquinamento del malaffare o peggio mafioso. Un dato che dovrebbe fare riflettere sulle effettive capacità di questi gruppi di offrire alla città prospettive di crescita nella legalità e nella trasparenza. Con queste premesse,e’ davvero singolare, per non dire ridicolo, poi, che molti dei consiglieri coinvolti nelle ultime operazioni, fino a qualche mese fa, invocassero, proprio loro, commissioni d’inchiesta sull’amministrazione precedente.
I processi si facciano nei tribunali, auguriamo a tutti i consiglieri coinvolti di dimostrare la loro estraneità ai fatti. Ma il dato politico è evidente: questa consiliatura rischia di far tornare Lamezia indietro di anni, sul piano dell’etica pubblica, della legalità, della trasparenza. E il silenzio della maggior parte delle forze politiche presenti in consiglio comunale e in generale il silenzio della città fino ad oggi è ancora più preoccupante.
Invece di “dare il benvenuto” alla commissione d’accesso, il Sindaco, se ne è capace, lavori perché il peggio non avvenga, si assuma le sue responsabilità senza cercare di fare finta di nulla, come sempre gli accade in questi casi. Un eventuale terzo scioglimento Lamezia non lo merita.
Sinistra italiana Lamezia Terme