Siria: bombe su ponte usato da civili
redazione | Il 06, Mar 2012
Usa, isolare regime senza intervento militare
Siria: bombe su ponte usato da civili
Usa, isolare regime senza intervento militare
(ANSA) – Un ponte utilizzato da civili e feriti per fuggire dalla Siria in Libano, nei pressi della città di Qseir, a pochi km dal confine, è stato bombardato dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
“Le forze del regime hanno bombardato un ponte nei pressi di Qseir, nella provincia di Homs, utilizzato dai rifugiati siriani e in particolare dai feriti per fuggire in Libano”, ha affermato Abdel Rahmane. Due giorni fa, il bombardamento su Qseir e altre città limitrofe ha provocato la funga di centinaia di persone, soprattutto donne e bambini.
Il ponte sul fiume Oronte tra Siria e Libano bombardato oggi dall’artiglieria governativa di Damasco era stato usato la settimana scorsa dagli attivisti anti-regime siriani per portare in salvo la giornalista francese Edith Bouvier e il fotografo William Daniels, rimasti per giorni intrappolati a Homs. Si tratta di uno dei pochi punti di passaggio lungo il settore nord-orientale della frontiera libanese con la Siria, nell’alta valle della Beqaa, segnata dal passaggio del fiume Oronte, che nasce in Libano scorre nella piana di Homs, passa in Turchia e si getta nel Mediterraneo. Da domenica ad oggi si è registrato il passaggio di circa 1.500 profughi siriani in fuga dalla martoriata regione di Homs verso il nord del Libano.
USA: ISOLARE REGIME, MA NO INTERVENTO MILITARE – Nessun intervento militare in Siria, almeno per ora. Lo afferma la Casa Bianca, per la quale il regime di Assad va isolato continuando a seguire un approccio politico e diplomatico, tagliando le fonti di denaro e spingere l’opposizione ad unirsi.
UNHCR, DUEMILA FUGGITI IN LIBANO IN 48 ORE – Circa 2 mila rifugiati siriani sono fuggiti nel vicino Libano negli ultimi due giorni, ha affermato oggi a Ginevra la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) Fatoumata Lejeune- Kaba. Ma non sappiamo quanti sono rimasti in Libano, alcuni sarebbero tornati in Siria, non possiamo per ora confermare queste informazioni, ha aggiunto la portavoce. La maggioranza dei rifugiati proviene dalla regione di Homs, teatro di violenze, e fugge nel vicino nord del Libano. L’Unhcr era presente ieri alla frontiera per assistere le persone in fuga con cibo e aiuti, ha detto la portavoce. Alcune centinaia di siriani sono fuggiti nella Valle libanese di Bekaa. Il precedente dato dell’Unhcr sui siriani fuggiti in Libano dall’inizio delle rivolte e della brutale repressione era di oltre settemila rifugiati.
ERDOGAN, APRIRE SUBITO CORRIDOI UMANITARI – I corridoi umanitari per la Siria “devono essere aperti immediatamente”: lo ha chiesto il premier turco Recep Tayyip Erdogan parlando ai deputati del gruppo parlamentare del suo partito ad Ankara. Lo riferiscono media turchi. “Il piano della Lega Araba deve essere attuato”, ha aggiunto Erdogan come riferisce l’agenzia turca Anadolu. “il popolo siriano non è solo e non può essere lasciato solo”, ha sottolineato Erdogan. La proposta di creare corridoi umanitari per l’assistenza alle vittime delle repressione viene stata avanzata da mesi soprattutto dalla Francia.
ONU, USA ELABORANO NUOVA BOZZA DI RISOLUZIONE – Gli Stati Uniti hanno elaborato una nuova bozza di risoluzione delle Nazioni Unite sulla Siria, che chiede in particolare al governo di Damasco immediato accesso nel Paese per gli operatori umanitari, cessazione di ogni forma di violenza e cooperazione piena da parte delle autorità siriane con le Nazioni Unite e l’inviato speciale di Onu e Lega Araba Kofi Annan. Il documento non è ancora arrivato ufficialmente sul tavolo dei Quindici, ma secondo fonti diplomatiche, già circola al Palazzo di Vetro.
“Il governo siriano deve proteggere il suo popolo, rilasciare tutte le persone arbitrariamente detenute, ritirare tutte le forze militari dalle città affinché tornino nelle caserme, e i membri armati delle forze di opposizione sono invitati ad astenersi da ogni violenza”: lo chiede una nuova bozza di risoluzione sulla crisi siriana che, elaborata dagli Stati Uniti, attualmente circola al Palazzo di Vetro. Il documento, di cui l’ANSA ha ottenuto una copia, deplora il rapido deterioramento della situazione umanitaria nel Paese, in modo particolare il crescente numero di civili coinvolti, la mancanza di accesso sicuro ai servizi sanitari e la mancanza di cibo, soprattutto nelle zone colpite dai bombardamenti. Nel testo si condannano inoltre le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle autorità di Damasco. “Le autorità devono consentire immediatamente il libero ingresso degli operatori umanitari”, recita ancora la bozza, nella quale si appoggia pienamente il ruolo delle Nazioni Unite, della Lega Araba, e dell’inviato speciale Kofi Annan per facilitare il processo di transizione politica verso un regime democratico. E in tal modo devono far sì che inizi un serio dialogo politico tra il governo siriano e le forze di opposizione. “I Quindici dovranno riesaminare la situazione entro 14 giorni – si legge infine – E in caso di inosservanza della presente risoluzione, prendere in considerazione rapidamente ulteriori misure”. Secondo fonti diplomatiche, il testo, che non è ancora sul tavolo dei Quindici, è attualmente oggetto di discussione tra le capitali e le rappresentanze dei Paesi membri al Palazzo di Vetro, e punta a superare la paralisi che affligge da mesi l’organo Onu dopo il doppio veto di Russia e Cina.
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