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Siria, decine di morti. Monito di Erdogan

Siria, decine di morti. Monito di Erdogan

| Il 16, Set 2011

Gli attivisti parlano di 26 civili uccisi da forze di sicurezza in diverse localita’. Il regime parla di un morto. Il premier turco: chi reprime il popolo non sopravvivera’

Siria, decine di morti. Monito di Erdogan

Gli attivisti parlano di 26 civili uccisi da forze di sicurezza in diverse localita’. Il regime parla di un morto. Il premier turco: chi reprime il popolo non sopravvivera’

 

(ANSA) BEIRUT –  Ventisei civili siriani sono stati uccisi oggi da forze di sicurezza fedeli al presidente Bashar al Assad, in diverse località della Siria, secondo quanto riferiscono attivisti e testimoni oculari citati dal Consiglio supremo della rivoluzione siriana, piattaforma che riunisce parte degli organizzatori della mobilitazione in corso da sei mesi.

Il regime siriano, tramite l’agenzia ufficiale Sana, parla invece di un morto e quattro feriti tra le file delle forze di sicurezza e non fa riferimento a nessuna vittima civile nella repressione odierna. La Sana precisa che un agente è stato ucciso e altri quattro sono rimasti feriti da spari di arma da fuoco esplosi da membri di gruppi armati appostati su un minareto di una moschea nella zona di Busar al Harir, nella regione meridionale di Daraa. Nei giorni scorsi, il consigliere presidenziale Buthaina Shaaban aveva riconosciuto per la prima volta l’esistenza di vittime civili, “settecento”, un numero esattamente pari ai caduti tra i soldati e le forze di sicurezza.

Da Tripoli, dove si trova in visita, il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un nuovo monito al presidente siriano Bashar Al Assad affermando che chi infligge la repressione al popolo siriano non sopravviverà. Sono mesi che Erdogan esorta il suo ex amico e alleato Assad ad accogliere le istanze dell’opposizione e a moderare la repressione.

“Voi siete quelli che hanno dimostrato al mondo intero che nessuna amministrazione può opporsi al potere e ad volere del popolo”, ha detto Erdogan ad un folla che lo acclamava in una piazza della capitale libica. “Non dimenticatelo – ha detto ancora il primo ministro turco – coloro che in Siria infliggono la repressione al popolo non potranno restare in piedi”.

Intanto uno sceicco siriano, esiliato in Arabia Saudita e diventato una delle voci della rivolta contro Assad, incita i suoi seguaci, attraverso appelli e sermoni televisivi rilanciati anche in Siria, a “fare a pezzi, a tritare e a dare in pasto ai cani” la carne di tutti coloro che appaiono come sostenitori dell’attuale regime, tra cui i cristiani. A denunciare con preoccupazione la piega fondamentalista che sta prendendo una parte dell’opposizione siriana è il sito ‘Terrasanta.net’, della Custodia Francescana. Molti cristiani siriani – si legge sul sito – sono terrorizzati; in alcune città, come Homs, hanno paura persino ad uscire di casa. Alcune chiese sono state già date alle fiamme. In questa situazione sono arrivati gli appelli all’odio dello sceicco Adnan al Aroor, personaggio descritto, in un profilo dell’emittente Al Arabiya, come un ‘sunnita moderato’, una ‘figura simbolica’ per gli attivisti anti- Assad, un uomo che lancia inviti all’insurrezione ‘pacifici e non violenti’. Lo sceicco trasmette dal canale satellitare di ispirazione islamica al Safa, tivù con sede in Arabia , ma molto popolare in Siria.

In uno dei suoi sermoni visionati dalla redazione di ‘Terrasanta’, al Aroor spiega che i siriani si possono suddividere in tre gruppi: “il primo, composto da persone favorevoli alla rivoluzione e contrarie ad Assad, quando cadrà il presidente sarà visto con favore dai vincitori; il secondo gruppo, composto da coloro che non sono stati né favorevoli né contrari alla rivoluzione, non dovrà avere alcun privilegio dal cambio di regime. Infine ci sono coloro che si sono opposti alla rivoluzione e hanno sostenuto Assad. La carne di queste persone – dice Al Aroor – tagliata a pezzi, sarà tritata e data in pasto ai cani”. Per i cristiani è una minaccia esplicita in quanto , da sempre, sono considerati i “protetti” dell’attuale regime.

“Ogni venerdì – commenta Terrasanta.net – le piazze si riempiono di una folla richiamata dal tamburo pacifico dei social network ma anche, e questa è la cosa preoccupante, dalla tromba di predicatori privi di scrupoli. Ad affrontare un governo incapace di dare prova di riforme significative. Il futuro della Siria, chiunque vinca, rimane denso di nubi”.

redazione@approdonews.it