Autobomba nel quartiere a maggioranza drusa di Jaramana, a sud di Damasco
Siria, donne e bambini morti in attacco
Autobomba nel quartiere a maggioranza drusa di Jaramana, a sud di Damasco
DAMASCO – Almeno 10 vittime il bilancio di un’autobomba esplosa nel sobborgo di Jaramana abitato in maggioranza da drusi, a sud di Damasco. Tra le vittime ci sono donne e bambini. Il fumo provocato dall’esplosione è visibile fin dal centro della capitale, cinque chilometri più a nord. L’attentato è avvenuto intorno alle 11:30 ora locale (le 10:30 in Italia). Nei mesi scorsi decine di vittime sono state provocate dalle esplosioni di altre due autobomba a Jaramana. I Comitati locali di coordinamento (Lcc) dell’opposizione hanno detto che l’esplosione è avvenuta vicino a una stazione di polizia. La televisione di Stato ha mostrato immagini della distruzione causata su alcuni edifici vicini, alcuni con i muri sventrati, affermando che si è trattato dell’opera di terroristi.
ATTIVISTI, 68 MORTI IN RAID – Almeno 68 persone sono morte oggi in Siria secondo un bilancio provvisorio dei Comitati locali di coordinamento dell’opposizione (Lcc). Gli Lcc affermano che 15 persone sono state uccise in un bombardamento aereo ad Aleppo e 8, tra cui bambini, nell’attacco ad un autobus da parte delle forze governative a Hajar al Aswad, vicino a Damasco.
BRAHIMI, CRISI PEGGIORA, E’ GUERRA CIVILE La crisi Siria è “estremamente pericolosa, la situzione è difficile e sta peggiorando”: lo ha detto oggi a Mosca l’inviato dell’Onu e della Lega araba per la Siria Lakhdar Brahimi, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov. “La comunità internzionale deve riunirsi e contribuire a trovare una via d’uscita dalla crisi”, ha aggiunto, definendo la situazione siriana una “guerra civile”. Definizione condivisa da Lavrov. L’ inviato dell’ Onu e della Lega Araba per la Siria, Lakhdar Brahimi, visiterà la Cina nei prossimi giorni, secondo un annuncio del ministero degli esteri di Pechino. Il portavoce del ministero Hong Lei ha affermato oggi in una conferenza stampa a Pechino che la Cina “apprezza” gli sforzi di Brahimi per riportare la pace nel tormentato paese mediorientale ma non ha precisato chi saranno i suoi interlocutori nel corso della visita, che inizierà domani. Il portavoce ha aggiunto che Pechino ha sostenuto la tregua proposta da Brahimi per le vacanze di Eid-al Adha, che sono iniziate alla fine della scorsa settimana. La tregua sembra già essere stata rotta quando l’ opposizione ha accusato il presidente Bashar Al-Assad di aver ordinato dei bombardamenti aerei contro le sue posizioni. La Cina ha contatti sia col governo che con l’ opposizione siriana. Insieme alla Russia, ha bloccato tre risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ Onu volte a inasprire le sanzioni contro il regime di Damasco.
SCONTRI IN CAMPO PROFUGHI GIORDANIA AMMANì- La polizia giordana ha rafforzato la sua presenza nel campo per profughi siriani di Zataari, dopo nuovi incidenti scoppiati nella struttura che hanno provocato il ferimento di diversi rifugiati e sei agenti. Lo hanno riferito all’ANSA fonti di polizia. Gli incidenti sono avvenuti ieri. Le forze di sicurezza hanno impiegato gas lacrimogeni per disperdere i rifugiati che protestavano per le precarie condizioni di vita nel campo, vicino alla frontiera con la Siria, che ospita circa 30.000 persone. I manifestanti hanno attaccato un posto di polizia nel campo e hanno dato fuoco ad alcune tende. Altre proteste simili sono avvenute negli ultimi mesi a Zataari. Oltre 200.000 siriani si sono riversati in Giordania a partire dall’inizio della crisi, nel marzo del 2011.