Siria, prosegue la repressione
redazione | Il 20, Ago 2011
Colpi di artiglieria esplosi al confine con la Turchia
Siria, prosegue la repressione
Colpi di artiglieria esplosi al confine con la Turchia
(ANSA) BEIRUT – In corrispondenza di un inasprimento delle pressioni occidentali al regime siriano degli al-Assad, intense consultazioni sono in corso tra i diversi rappresentanti delle sigle del fronte del dissenso in patria e delle opposizioni all’estero per annunciare quanto prima – forse già domani in Turchia – un Consiglio di transizione, formato da membri provenienti dalle diverse formazioni politiche e confessionali siriane. Secondo quanto riportato stamani dal sito d’informazione Sooryoon.net, citato da altri portali della rete di attivisti siriani, il Consiglio di transizione sarà composto da 55 membri: 16 tecnocrati, dieci della Conferenza di Antalia, sette dell’incontro di Bruxelles, otto del Fronte di salvezza, quattro tra i laici, due tra gli ulema, otto tra i giovani. A parte gli ulema, ciascun gruppo assicura che al suo interno siano rappresentate le donne, i partiti progressisti e laici, oltre alle minoranze confessionali come i drusi, gli ismailiti, gli alawiti e tutte le altre componenti, anche etniche, della società siriana. Attivisti e oppositori avevano ieri annunciato la formazione della Commissione generale della rivoluzione siriana (Cgrs) per “unire gli sforzi politici, mediatici e sul terreno” con l’obiettivo dichiarato di “far cadere il regime oppressivo e illegittimo”. Quarantaquattro gruppi, tra cui i Comitati di coordinamento locale, la principale piattaforma che riunisce gli organizzatori delle proteste nelle varie città, avevano sottoscritto il documento della neonata coalizione che ambisce tra l’altro ad avvicinare le “diverse visioni di tutti i rivoluzionari” provenienti dalle varie sigle. Più a lungo termine, il Cgrs mira a “costruire uno Stato civile, democratico, basato sulle istituzioni e che garnatisca libertà, uguaglianza, dignità e rispetto dei diritti umani a tutti i cittadini”.
PROSEGUE LA REPRESSIONE – Sette persone sono state uccise oggi nei pressi di Homs dalle forze di sicurezza siriane. Lo riferiscono attivisti citati dalla tv panaraba saudita al Arabiya. Le fonti precisano che le uccisioni sono avvenute a Rastan, località a nord di Homs e a maggioranza sunnita già a giugno teatro dell’offensiva militare di Damasco.Cinque colpi di artiglieria sono esplosi al confine tra Siria e Turchia sparati dal territorio siriano. Lo riferisce con una scritta in sovrimpressione la tv panaraba al Jazira. I carri armati di Damasco sono presenti a ridosso della frontiera dalla fine di maggio scorso, ufficialmente per perseguire “terroristi”. Attivisti anti-regime denunciano invece la presenza dell’esercito per reprimere le proteste popolari in corso da cinque mesi.Le forze di sicurezza del presidente siriano Bashar al Assad hanno ucciso ieri decine di persone – 34 secondo attivisti pro-democrazia – nonostante le ripetute asserzioni da parte del regime che la repressione da parte dei militari era finita. Le vittime – secondo le fonti ci sono quattro bambini – sono cadute a Daraa, nel sud, che lo scorso marzo ha dato il via alle proteste, a Homs, circa 160 km a nord di Damasco, in sobborghi della capitale e nell’antica città di Palmira. A Homs i manifestanti scandivano: “Arrivederci Bashar, ci vediamo all’Aja”, sede della Corte penale internazionale.
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