Sissy, io non ci credo Maria Teresa Trovato Mazza, è stata trovata sanguinate, con un colpo di pistola alla tempia
di Michele Caccamo
In quell’orribile profondità degli inferi gli agenti, nelle divise, hanno anche degli stemmi colorati: neanche ci fosse della nobiltà, nel chiudere a chiave le anime.
Ma loro lo sanno che il carcere è come la bocca di un vulcano, pieno di sentimenti soffocati. Loro vivono i sospiri rabbiosi nella notte dei carcerati, come fossero un familiare; come fossero un’ostia novella per l’assoluzione.
È di notte che nei corridoi si spandono i pianti e ogni rumore si fa più forte. E gli agenti stanno come fossero cenere sulle braci, attenti a non far accendere le urla di quelle solitudini. E anche se rimangono seduti in fondo al corridoio, riparati dai venti del dolore, sono una bontà che splende per la quiete.
In quell’orribile profondità degli inferi, gli agenti, hanno le cintole inutilmente corazzate. Sono guerrieri e preti, e sono tutta la luce.
Sono il tronco dei detenuti messo in mezzo alle norme carcerarie. Sono i primi a essere confusi tra la luna e le divise, all’alba nelle celle.
Sono le nuvole guardiane, la catena d’oro con la libertà. Sono i missionari, i soli amici.
In quell’orribile profondità degli inferi, gli agenti, si schierano per la difesa e la conservazione della vita: anche contro un sistema carcerario che ne vuole la soppressione.
E capita, così, che per qualcuno quella partecipazione umana sia la peste; capita che per qualcuno le celle devono essere una tomba.
E capita che si lucri con gli alimenti, con la sanità; con la morte, e le preghiere per quell’anima beata. E capita che qualcuno si ribelli, e metta in piazza, in gioco, la sua divisa di agente di polizia penitenziaria.
E così capita, può capitare, che una Sissy* qualsiasi, in un carcere qualsiasi, venga trovata quasi morta. E venga spacciata per suicida.
E così capita che quel sangue che dorme nella tempia sia l’unico testimone di un probabile omicidio: di quelli che conviene lavare, prima che scorra nella voce di ognuno, prima che ognuno possa chiedere un’ispezione un’interrogazione, una cazzo d’indagine.