Sistema bibliotecario vibonese: “Nonostante tutto noi crediamo in questa città” "La amiamo e ci ribelliamo contro tutti coloro che vorrebbero distruggerne la memoria"
Il SISTEMA BIBLIOTECARIO VIBONESE, il FAI VIBO VALENTIA,le associazioni MNEMOSYNE, ACCADEMIA DEI BIBLIOFILI, CIVITAS e l’ACCADEMIA TEMPLARE, organizzano, martedì 30 gennaio alle ore 11, nello spazio antistante all’area archeologica della località Cofino,un incontro per testimoniare l’interesse e l’amore dei vibonesi per le testimonianze archeologiche,storiche, artistiche della città e per condannare in maniera forte e decisa le mani ignote che hanno voluto gravemente danneggiare la copertura protettiva dell’area sacra di età greca che dopo anni di scavi e di lavoro stava per essere restituita al parco archeologico della città.
Le associazioni promotrici desiderano inoltre esprimere grande solidarietà agli archeologi che con tanta passione e impegno avevano lavorato per valorizzare una delle aree archeologiche più interessanti della città, che testimonia l’importanza di Hipponion in età antica e di cui restano numerose importanti tracce in vari siti del territorio comunale.
I lavori di tutela e valorizzazione del sito errano ripesi nell’ottobre 2017i, dopo un’interruzione di circa due anni. Paolo Orsi – nell’estate del 1921, durante le sue indagini a Monteleone – aveva portato alla luce nella località Cofino le fondazioni di un tempio di tipo ionico. Con lo scopo di proteggerle da vandalismi (sic) e ulteriori spoliazioni, le aveva reinterrate.
Il sito del Cofino, nell’ambito delle aree sacre vibonesi di epoca greca, riveste un interesse notevole in quanto era posizionato in un’area strategica da dove era possibile controllare sia il tratto di mar Tirreno sottostante che l’entroterra abitato dagli indigeni. Le indagini effettuate negli anni, seppure di emergenza, hanno avuto il merito di far capire agli studiosi che si tratta di una vasta zona utilizzata e frequentata dal periodo greco sino a quello romano. Sulla base degli scavi di Orsi sappiamo che il tempio doveva essere un periptero di m 18,10X 27,50 databile tra la fine del V inizi IV sec. a.C.
Nel 2015, nell’ambito di un ampio progetto allestito da comune e soprintendenza, denominato “Parco archeologico urbano della città Hipponion-Valentia- interventi di conservazione, salvaguardia, recupero e restauro del patrimonio archeologico, finalizzati alla valorizzazione e fruibilità”, erano stati riportati alla luce i resti suddetti per essere inseriti nel Parco archeologico cittadino.
Dopo pochi mesi di lavoro, però, le attività si sono interrotte per essere riprese, appunto, nell’ ottobre 2017. In questo lasso di tempo le strutture che erano state riportate alla luce, seppur protette con teli, hanno sofferto per le intemperie e la frequentazione non controllata dell’area. I lavori, ripresi nell’autunno scorso in sinergia tra comune, impresa appaltatrice, archeologi, restauratori e direzione scientifica, erano proceduti alacremente, al fine di completare il progetto entro i termini previsti.
Le attività erano state quasi completate, quando, la notte tra il 23 ed il 24 gennaio ignoti hanno vandalizzato in maniera sistematica la maestosa copertura apposta a protezione del tempio, la cui messa in opera aveva richiesto l’impegno e gli sforzi congiunti di tutti gli operatori.
L’impatto visivo, la mattina del 24 gennaio, è stato devastante, ha lasciato tutti, ma proprio tutti, senza parole. Le immagini che è possibile vedere sul web sono piuttosto eloquenti. Il danno procurato è ingente, non soltanto nei confronti della struttura, del lavoro svolto da maestranze, archeologi, restauratori, ma soprattutto verso quei Vibonesi perbene che aspettano da molto, troppo tempo, di fruire degnamente di tutti i beni archeologici, storici, paesaggistici, sparsi per la città, e che vedono impegnati e spesi, per la loro fruizione, i propri soldi, anche quelli delle persone che hanno vandalizzato, con ferocia inaudita, la copertura del tempio.
L’incontro promosso dalle associazioni ha carattere informale, è aperto alla partecipazione di tutte le persone di buona volontà e soprattutto ai giovani affinché acquistino consapevolezza e diventino cittadini migliori di quelli attuali, più capaci di tutelare e valorizzare l’eredità del passato.