Sit-in di #calabriacherema a Laino Borgo L’associazione, guidata da Daniele Rossi, sul luogo del crollo del Viadotto Italia
C’è un Italia spaccata: dalle sue contraddizioni, dal suo malessere politico, sociale ed economico. C’è un’Italia che non riesce a programmare concretamente il suo domani, un’Italia malandata e mal gestita, affannosa e affannata da tutta quella sua potenziale bellezza che non riesce più ad emergere, a venir fuori per farsi apprezzare e per poter essere valorizzata. Una bellezza oggi rude, amara, quasi spregiudicata tanto forti sono le contraddizioni che la alimentano. La Calabria è l’esempio più vero, lo specchio più sincero di ciò che oggi la nazione col tempo è diventata. Una regione lacerata e martoriata dalle infiltrazioni mafiose, dal potere tumorale della ‘ndragheta, da una classe politica prepotente ma indifferente ai bisogni, alle esigenze, ai diritti dei suoi cittadini. Ed è così allora che le due storie si intrecciano: da Marzo l’Italia, infatti, si ferma a Laino Borgo; termina nel minuscolo paesino calabrese per riprendere il suo cammino qualche chilometro più a sud, nel comune di Mormanno. L’Italia arresta la sua corsa in Calabria, dove il cedimento strutturale del Viadotto, che per un “astuto” gioco del destino porta proprio il suo nome, oltre a provocare la morte di un ragazzo venticinquenne di origini romene, ha di fatto reso inagibile il tratto di strada che collega la Calabria alle Basilicata e alla Campania. Da quel giorno si attendono risposte, dalla Procura e dall’Anas, risposte chiare, nette, decise, nel contestuale silenzio che fa eco ad un regione immobilizzata nei suoi spostamenti, bloccata, sigillata dall’immobilismo. Ed è per questo che arriva il momento in cui non bastano più le parole, non servono più i comunicati stampa o gli slogan da propaganda, è giunto il momento di far dei propositi i fatti, delle idee un impegno e una missione. Da meno di un anno #lacalabriacherema, da un semplice hashtag è diventata molto più di un’associazione. Un gruppo “sano” di menti coraggiose, menti che stanno già dando il loro contributo alla propria terra ma che hanno inteso che tutto ciò non può e non deve più bastare. A bordo di un autobus, partito da Catanzaro, la #calabriacherema è arrivata fino a li. La strada è tortuosa, le curve strette fanno paura solo a guardarle; c’è persino il rischio che l’autobus non riesca a percorrere in sicurezza il percorso che porta al luogo dove l’associazione, guidata dal presidente Daniele Rossi, ha deciso di fare sit-in. Il mezzo “scortato” dal sindaco di Laino
Castello Castello Giovanni Cosenza, giunge a destinazione; dinanzi agli occhi quel grande viadotto spaccato a metà. Impercorribile, enorme, maestoso, l’emblema di un sistema paese che non riesce a funzionare. Ad oggi, non si conoscono ancora i tempi di consegna dei lavori e in quei piccoli borghi si inizia a fare i conti con le conseguenze che il crollo ha lasciato. La “rivoluzione degli onesti”, però, è partita. E’ partita da Laino Borgo con a bordo gli imprenditori della regione, frutto sano di una terra che sa essere capace e produttiva. Ci sono i giovani, quelli con la mente protesa al futuro e al cambiamento, ci sono i giornalisti quelli coraggiosi, che vogliono raccontare il perché nascosto delle cose. Il presidente Rossi ne è convinto, “la Calabria si è rotta” ma – <<noi, come calabresi e come italiani, dobbiamo lavorare per ricostruirla>>. <>. <>. Dal Viadotto Italia i messaggi lanciati sono chiari e inequivocabili; la Calabria che rema ha bisogno di rivoluzione, ha fame di coraggio e di partecipazione perché i remi sono pesanti e non bastano solo le parole per far navigare il Paese. Servono braccia forti e menti caparbie, serve unione e compattezza. Da Laino Borgo le bandierine tricolore segnano una giornata di speranza e di voglioso cambiamento e la #lacalabricherema è solo all’inizio del suo percorso; un percorso che dovrà invertire la rotta e farci rinascere.