Situazione portuali, Prc “Area Piana” scrive al Prefetto Il segretario Gaetano Errigo: "Le istituzioni sembra non abbiano preso una posizione forte e chiara"
Nel mentre si susseguono i comunicati di solidarietà ai lavoratori del Porto di Gioia Tauro che si approssimano al licenziamento (circa un terzo del personale), dimenticandosi ognuno delle proprie responsabilità politiche, e conoscendo l’impegno che S. E. il Prefetto sta profondendo nella vertenza, il sottoscritto intende parteciparLa di alcune riflessioni.
Il commercio marittimo, nel Mediterraneo, si rivela fino ad oggi importante per gli scambi di merci e tuttavia non si riesce a capire come mai i porti italiani licenziano personale (si abbisognerebbe forte di gestioni imprenditoriali più lungimiranti?). Specie per quanto riguarda il Porto di Gioia Tauro, ubicato in un punto fortemente strategico e che, nonostante tutto, pare veda diminuire il volume della movimentazione mentre, proprio in questi giorni, da due automezzi si sono staccati dei componenti. Vicenda per la quale si spera venga presto fatta luce onde verificare lo stato dei mezzi e delle infrastrutture attualmente in uso e chiarire eventuali responsabilità.
L’Agenzia del Lavoro, in cui saranno immessi gli esuberi, probabilmente, esaurirà i fondi prima che, per lungaggini burocratiche molto note in Italia, vedano luce i risultati di nuovi investimenti presso la struttura portuale (se mai vedranno luce, il dubbio è dettato dalla miriade di promesse non mantenute sull’infrastruttura in oggetto), rivelandosi, così, una cura palliativa che lascerà per strada 400 padri di famiglia.
Le istituzioni, fino ad oggi, sembra non abbiano preso una posizione forte e chiara davanti all’immane blocco di licenziamento. Cosa grave, specie in un territorio dove la Magistratura denuncia una forte presenza della criminalità organizzata che, la sociologia dimostra scientificamente, prolifera in zone dove lo Stato non si dimostri capace di tutelare i diritti della popolazione, come quello del Lavoro sancito dalla Costituzione.
La Mct, durante le trattative sindacali, pare impuntarsi inflessibilmente sulla propria proposta e non voler trovare soluzione alcuna. Tutto ciò premesso, ovvero, considerate le potenzialità del Porto di Gioia Tauro e il grave impatto sociale che ne potrebbe derivare da un ingente blocco di licenziamenti, si è convinti che delle soluzioni alternative a tutto ciò possano essere trovate (alcune sono già state avanzate e rese note attraverso la stampa). Pertanto, nel mentre il Partito della Rifondazione Comunista si schiera a fianco della lotta dei lavorati onde evitare questa sciagura, si confida nell’autorità di S.E., al quale il sottoscritto rimane a disposizione, affinché presto si trovi rimedio per quanto sta accadendo.
Il Segretario
Gaetano Errigo