Prime crepe nel progetto di reindustrializzazione del retro-porto a Gioia Tauro. Pare che la fabbrica americana, che dovrebbe sorgere sulle ceneri dei caponnoni dell’ex Isotta Fraschini, subirà uno slittamento. Partirà il prossimo anno, almeno da quanto fanno sapere dal ministero dello Sviluppo.
Notizia che ha allarmato il sindaco di Gioia Peppe Pedà che lo ha portato a prendere carta e penna e scrivere al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi per chiedere la convocazione immediata di un tavolo di monitoraggio tra “Lcv capital management”, ovvero i finanziatori del progetto, i presidenti delle regioni di Puglia e Calabria e i sindaci di Bari, Gioia Tauro, Modugno e i sindacati.