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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Sogas, la Cgil: “Una gestione fallimentare”

Sogas, la Cgil: “Una gestione fallimentare”

| Il 02, Giu 2014

Aeroporto dello stretto, i sindacalisti preoccupati per la situazione di precarietà gestionale dello scalo

Sogas, la Cgil: “Una gestione fallimentare”

Aeroporto dello stretto, i sindacalisti preoccupati per la situazione di precarietà gestionale dello scalo

 

 

Riceviamo e pubblichiamo: 

Qualche mese addietro gli amministratori della SOGAS, la Società di gestione dell’Aeroporto di Reggio Calabria, presentarono alla stampa un’analisi della situazione societaria da cui veniva fuori un quadro estremamente positivo del loro operato: sembrava che le scelte operate e gli interventi realizzati avessero prodotto finalmente il tanto agognato risanamento dell’azienda.
Conoscendo il retroscena di questa rosea presentazione, e cioè la reale situazione della SOGAS, di fronte a queste dichiarazioni non siamo riusciti a trattenere la facile battuta: l’intervento è perfettamente riuscito, ma il paziente è morto!
Questo commento suscitò reazioni scomposte e risentimenti da parte degli amministratori nei nostri confronti. Addirittura venne attribuita a quella battuta la responsabilità delle perplessità insorte nell’ENAC, l’ente che controlla e regolamenta le società aeroportuali, perplessità che avrebbero provocato un ritardo nel rilascio alla SOGAS della cosiddetta autorizzazione trentennale.
Ma la battuta, nonostante le reazioni, era davvero motivata: noi sapevamo bene quali fossero le reali condizioni dell’azienda, sapevamo, per esempio, che i dipendenti prendono lo stipendio con ritardo (attualmente l’ultimo stipendio pagato è quello di febbraio!), che c’erano nove dipendenti in cassa integrazione, che è stato abolito il premio di produttività, che non venivano (e non vengono!) distribuiti i buoni mensa da quasi due anni. Ma soprattutto sapevamo che tutti questi risparmi non erano e non sono serviti a far uscire dalle difficoltà l’azienda, l’obiettivo in vista del quale le organizzazioni sindacali, due anni fa, si erano convinte a sottoscrivere l’accordo per la cassa integrazione.
Insomma, per riprendere la battuta così sgradita agli amministratori, a noi il paziente sembrava morto, o almeno in grande sofferenza, mentre il consiglio d’amministrazione lo dava per risanato alla stampa. Certo, se c’era stata la guarigione, è sorprendente che oggi i sindacati siano nuovamente convocati per sottoscrivere una nuova cassa integrazione, con l’aggravante che quella precedente era stata richiesta per «ristrutturazione» aziendale, mentre il nuovo intervento di cassa integrazione dovrebbe avvenire per «crisi» (… e malignamente ci sembra, allora, che la nostra diagnosi sia sostanzialmente confermata anche da questo!).
La cassa integrazione, peraltro, oltre che ad un risparmio economico, avrebbe dovuto affrontare il problema di un presunto esubero di risorse umane. Ed, a questo proposito, dobbiamo ricordare che proprio il Dott. Porcino, durante un’audizione in Regione, aveva fatto presente che, al momento della sua nomina a presidente del C. d’A., aveva constato una sproporzione tra gli impiegati ed il personale operativo. Ci saremmo aspettati che a questa constatazione seguisse non certo il licenziamento degli impiegati, ma qualche assunzione di personale operativo, per ristabilire i corretti equilibri e per coprire le eventuali carenze nei settori tecnici. Ed invece, negli anni della nuova gestione abbiamo assistito ad assunzioni di altri impiegati amministrativi ed anche di un quadro (senza citare tutte le polemiche suscitate da tali assunzioni), ed addirittura ad assunzioni effettuate nel corso del periodo di cassa integrazione.
In ogni caso, che la cassa integrazione sia motivata da ristrutturazione o da crisi, rispetto all’accordo di due anni addietro sono cambiate le condizioni: soldi per pagare la CIG non ce ne sono ed i lavoratori in CIG rischiano di attendere quasi un anno per ricevere le indennità. Pensate: un anno senza stipendio! Ma le OO. SS. dovrebbero autorizzare questa operazione senza esitare, perché viene agitato davanti a loro lo spauracchio della chiusura dell’azienda!
Anzi, bisogna essere più precisi: un sedicente “comitato dei lavoratori” pare abbia chiesto al presidente del consiglio d’amministrazione un’assemblea, due giorni dopo che ce n’era già stata una convocata dai sindacati, per conoscere dalla viva voce dei responsabili aziendali la reale situazione (noi forse avevamo raccontato favole!). Ed il presidente non solo concede subito l’autorizzazione in deroga alle norme contrattuali, ma partecipa ben volentieri e spiega diffusamente le difficoltà della SOGAS, prospettando la soluzione della cassa integrazione come l’unica possibile, in alternativa ci sarebbe soltanto la chiusura dell’Aeroporto. Qualcuno sostiene che siano stati annotati i nominativi dei dipendenti che non hanno voluto partecipare a questa “assemblea”, ma noi non riusciamo a crederci. Solo che ci spaventa questo approccio chiamiamolo “diretto” dell’azienda e non perché temiamo di perdere il monopolio delle relazioni con gli amministratori e con i lavoratori, come se volessimo fare da filtro ed ostacolare la nascita di questo bel rapporto. Ci spaventa perché tutte le volte che le aziende hanno voluto ottenere (o strappare!) il consenso ad un proprio progetto hanno sempre utilizzato questo strumento, delegittimando il sindacato, costringendolo a constatare che i lavoratori si fidano di più dell’azienda e che quindi si deve solo prendere atto delle decisioni accettate dai lavoratori e firmare gli accordi senza perdere tempo in chiacchiere. Qui, a nostro parere, non si tratta di democrazia, ma di pericoloso populismo!
Subito dopo l'”assemblea” era stata convocata la riunione con i sindacati ed è stata di nuovo sottoposta alla discussione la proposta della cassa integrazione. E siccome senz’altro non raggiungiamo le vette degli amministratori della SOGAS, ma non siamo stupidi, abbiamo manifestato la nostra perplessità per questa procedura e per la concomitanza di questi due appuntamenti.
Ed abbiamo chiesto perché dovrebbe risolvere i problemi della SOGAS questa cassa integrazione, quando non è bastata quella concessa due anni fa. Così abbiamo appreso che c’è un progetto di soluzione di tutti i guai della SOGAS: il progetto di esternalizzazione dell’handling!
Sembra una formula magica di quelle che usano i cosiddetti maghi per abbindolare i gonzi che ci credono (… e forse lo è davvero!).
Proviamo a spiegare. L’handling è una parte fondamentale dell’attività dell’aeroporto, comprende i servizi che servono a fornire assistenza a terra a terzi, vettori ed utenti di aeroporto. Quindi l’handling aeroportuale è costituito da molteplici servizi che possono, sinteticamente, essere elencati nelle seguenti operazioni: assistenza amministrativa e di supervisione, assistenza passeggeri e bagagli, assistenza merci e posta, servizi di rampa, servizi offerti all’aeromobile, assistenza operazioni aeree ed amministrazione degli equipaggi, assistenza trasporto a terra, assistenza ristorazione.
Qualche anno fa l’handling a Reggio Calabria era fornito da una ditta esterna con la quale i precedenti amministratori della SOGAS avevano stipulato un contratto particolarmente oneroso e, quando gli attuali amministratori decisero di internalizzare, cioè di svolgere direttamente ed in proprio tutti questi servizi, sostenendo di ottenere in questo modo un consistente risparmio di risorse economiche, fummo tutti d’accordo, anzi questa sembrò una saggia decisione, prima di tutto alla FILT CGIL, perché in generale è stato dimostrato che le esternalizzazioni di attività da parte di enti pubblici o di imprese non producono che un aumento dei costi e nessun reale vantaggio. Ma, nel caso particolare, erano gli stessi amministratori a sostenere che c’era stato un enorme risparmio ad assumere in proprio questo servizio. Quando oggi ci siamo sentiti dire che c’era in programma nuovamente l’esternalizzazione dell’handling perché la SOGAS non ce la faceva a sopportarne i costi, ci è sembrato a dir poco sorprendente questo cambio di rotta a 180 gradi.
Ci è stato spiegato, però, che non si sarebbe esternalizzata l’attività di handling come avveniva prima, si trattava di un nuovo meccanismo, tutta un’altra cosa che in passato. Mentre in precedenza, infatti, la ditta che svolgeva l’handling riceveva i propri compensi dalla SOGAS, oggi si sarebbe fatta pagare direttamente dalle compagnie aeree. Pieni di dubbi e perplessità, allora abbiamo chiesto come si sarebbe potuto realizzare tutto ciò. Infatti, se i pagamenti delle compagnie aeree non sono sufficienti alla SOGAS per coprire i costi, perché chi paga la SOGAS sono solo due compagnie, Blue Panorama e Volotea, (l’ALITALIA svolge in autoproduzione i servizi di handling col proprio personale) come farebbe una ditta esterna a coprire i costi ed a realizzare degli utili se sarà pagata tanto quanto viene pagata la SOGAS?
Ebbene ci è stato spiegato che la ditta esterna dovrà provvedere ad assicurare che anche altre compagnie aeree facciano scalo a Reggio, così otterrà sia la copertura dei costi sia i propri guadagni.
Insomma un sogno ad occhi aperti, perché, se non è riuscita la SOGAS ad attirare a Reggio i voli di altre compagnie con il sostegno della politica di cui dispone, ci sembra ancor più difficile che ci riesca una ditta di handlig. Secondo il nostro modesto giudizio nessuno si assumerà il compito di svolgere quest’attività con il rischio concreto di andare in perdita immediatamente. Pare, invece, che ci siano già dei candidati, ditte di handling che si sono dichiarate disponibili a svolgere questo servizio. Nonostante queste rassicuranti affermazioni, non suffragate da nessun concreto elemento, e nonostante le pressioni che si tenta di esercitare sul sindacato col ricorso a fantomatici “comitati di lavoratori”, noi continuiamo a coltivare forti dubbi sulla realizzabilità di questo progetto che ci sembra velleitario e, se non ci saranno fornite delle assicurazioni convincenti che esistono altre e ben più serie e documentate prospettive di risanamento aziendale, non sottoscriveremo nessun accordo per la cassa integrazione che condannerebbe i lavoratori a … vivere d’aria per mesi.

FILT CGIL
COMPRENSORIO RC LOCRI
Il Segretario Generale
(Attilio Scali)