Sorical, Dieni (M5S): “Anche se i comuni sono insolventi non si levi l’acqua ai cittadini” "Va ricordato che il 53,5% della società è della Regione Calabria ed è quindi paradossale che proprio questo azionista di riferimento indichi come soluzione la riduzione della portata idrica"
“Se i comuni sono insolventi certo non si può levare l’acqua ai cittadini”. Con queste parole la deputata Federica Dieni ribadisce la contrarietà del Movimento 5 Stelle alla gestione secondo un’ottica privatistica di un servizio pubblico fondamentale come quello dell’acqua.
“Fa specie leggere della minaccia di Sorical (Società Risorse Idriche Calabresi) di procedere alla riduzione della portata nell’erogazione del servizio idrico per l’insolvenza di una quarantina di comuni calabresi. Il referendum del 2011, al di là del quesito posto, ha nei fatti confermato che gli italiani considerano l’acqua un bene pubblico. Al di là del dovere dei comuni calabresi di corrispondere a Sorical il dovuto, quindi, è inaccettabile, agli occhi del Movimento 5 Stelle, qualsiasi ridimensionamento del servizio idrico. Su questo punto sono pronta ad intervenire anche a livello nazionale.”
“La Sorical” continua la parlamentare reggina “che ha affidati in gestione gli acquedotti Regionali della Calabria e il relativo servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili, ovviamente tutela i propri interessi e, d’altra parte, come si ricorda in più sedi, è una società a capitale misto pubblico e privato. Va tuttavia ricordato che il 53,5% è della Regione Calabria ed è quindi paradossale che proprio questo azionista di riferimento indichi come soluzione la riduzione della portata idrica, che creerebbe un danno per un numero così ingente di cittadini calabresi. Peraltro il restante 46,5% della società è detenuta da Acque di Calabria S.p.A. Acque di Calabria S.p.A. è una società di scopo costituita nel novembre 2002 da Enel Hydro e da Acquedotto Pugliese S.p.A della Regione Puglia. Si tratta di società, quindi, che hanno come riferimento azionisti pubblici. Questa ovviamente non deve essere una scusa, da parte dei Comuni, per non pagare il dovuto. E’ tuttavia una ragione in più per indicare come inaccettabile il fatto che, nella pur giusta pretesa di rientrare del debito, questi soggetti attacchino i servizi fondamentali, dato che la loro prima mission davanti al profitto, dovrebbe essere il cittadino.”