Spending review, il governo accelera sui tagli. Incontro Tra Renzi e Padoan a Palazzo Chigi
redazione | Il 09, Set 2014
Vertice a palazzo Chigi tra il premier, Matteo Renzi, e il ministro Carlo Padoan. Passate al setaccio punto per punto la lista delle poste su cui potrebbe cadere la scure. Alfano: ‘Ci sono condizioni per sblocco stipendi ps’
Spending review, il governo accelera sui tagli. Incontro Tra Renzi e Padoan a Palazzo Chigi
Vertice a palazzo Chigi tra il premier, Matteo Renzi, e il ministro Carlo Padoan. Passate al setaccio punto per punto la lista delle poste su cui potrebbe cadere la scure. Alfano: ‘Ci sono condizioni per sblocco stipendi ps’
(ANSA) Entra nel vivo, all’inizio di una settimana particolarmente delicata in chiave economica, la ‘caccia’ alle spese dei ministeri aperta dal premier Matteo Renzi nei giorni scorsi. Ieri a Palazzo Chigi Renzi, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan e il commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli si sono infatti riuniti in un vertice strategico per la messa punta dei tagli alle spese ministeriali cercando soprattutto di individuare il “metodo” più adatto per arrivare a quel 3% di risparmi per ciascun dicastero annunciato dallo stesso Renzi. E Cottarelli ha messo sul tavolo del premier non le sue dimissioni ma una corposa lista di risparmi che poi dovranno essere individuati dai singoli dicasteri. Risparmi che, e la riunione di questo pomeriggio sembrerebbe confermarlo, non produrranno tagli lineari ma saranno frutto, comunque, di una valutazione politica collegiale che non metta ciascun ministro davanti ‘a un muro’.
La data chiave, a questo punto, è quella di mercoledì prossimo quando Renzi vedrà tutti i ministri, valutando, assieme a loro, le proposte portate a Palazzo Chigi per i tagli di oggi. Quella di ieri pomeriggio, invece, è stata, soprattutto, l’occasione per un giro d’orizzonte sul metodo da seguire per i risparmi di spesa, si è appreso da fonti governative. E al termine del vertice – al quale hanno partecipato anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e il consigliere economico del premier Yoram Gutgeld – si è deciso di completare la messa a punto con i responsabili dei vari dicasteri proprio mercoledì. Dando così un tempo sufficiente ai ministri per valutare le sforbiciate meno dolorose. A testimonianza del fatto che, nelle intenzioni di Renzi, quello sulla Spending review resta uno sforzo collettivo da intraprendere con l’obiettivo finale di una cura da 20 miliardi. Uno sforzo da valutare assieme tenendo ben presente le necessità di ciascun dicastero. Non a caso oggi il ministro della Sanità Beatrice Lorenzi, dalla Summer School di Magna Charta, ha ribadito come un riordino dei costi standard sia necessaria ma “senza procedere a nuovi tagli”. La riunione di ieri non è stata, invece, quella del ‘redde rationem’ tra Carlo Cottarelli e Matteo Renzi dopo lo scontro prodottosi tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.
Chi si attendeva che il commissario ieri arrivasse a Palazzo Chigi per rassegnare formalmente le sue dimissioni è rimasto deluso. Per ora, quindi, il commissario scelto da Enrico Letta resta in carica e il suo rientro al Fmi resta perlomeno rinviato. Ma quello tenutasi nel pomeriggio a Palazzo Chigi è stato anche il primo atto di una settimana cruciale, in chiave di economia e riforme, per il Governo Renzi. Una settimana che dovrebbe prevedere anche dei passi avanti sul Jobs Act, attualmente fermo in Commissione Lavoro a Palazzo Madama e con la querelle tra Pd e Ncd sull’art.18 ancora lontana da una soluzione definitiva.
Mentre giovedì e venerdì, nella riunione informale Ecofin a Milan, l’Italia punta a presentarsi con un piano per la spending review in fase già avanzata. Per ribadire quel concetto di riforme in cambio di maggiore flessibilità che Renzi ripete sin dai primi giorni del suo mandato e che, alla luce del ‘patto del tortellino’ siglato a Bologna con i leader socialisti europei, il premier intende proporre con ancora maggiore decisione.
Governo affila forbici, parte caccia a spese ministeri
Cottarelli e Padoan stringono sui tagli, capitolo per capitolo
Da un maggiore “coordinamento” tra le forze dell’ordine, alla revisione di incentivi e trasferimenti da parte di diversi ministeri alle imprese che valgono fino a 4 miliardi, fino al preannunciato taglio delle partecipate pubbliche: entra sempre più nel vivo l’operazione tagli e risparmi del governo Renzi. Una riunione preparatoria a Palazzo Chigi, cui hanno preso parte anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli, è servita ieri a mettere a punto soprattutto un metodo di lavoro per il successivo confronto con i ministri. Nel vivo degli interventi si entrerà poi mercoledì, quando è stata fissata una tornata di incontri tra il premier, il suo staff e i responsabili dei vari dicasteri per individuare le principali voci che saranno oggetto di quella sforbiciata del 3% delle spese ministeriali annunciata da Renzi nei giorni scorsi. Si tratta ovviamente di un’indicazione di grandezza e non di un taglio lineare, perché ogni ministero contribuirà indicando le poste su cui intervenire. La spending review dovrà infatti essere uno sforzo collettivo.
Mentre l’Italia si prepara a presentarsi di fronte ai partner europei all’Ecofin informale di giovedì e venerdì a Milano, dove si inizieranno a definire i mezzi per sbloccare gli investimenti usando meglio la flessibilità già esistente, nell’immediato il fuoco è puntato anche sui numeri del Pil che usciranno domani dall’Istat. Spetterà infatti ai tecnici dell’istituto di statistica annunciare la revisione del valore del Prodotto italiano 2011 alla luce dei nuovi criteri contabili stabiliti dal sistema europeo dei Conti nazionali. A varcare la soglia di Palazzo Chigi ieri pomeriggio sono stati prima Cottarelli – che rimarrà almeno fino al varo della Legge di Stabilità – e poi Padoan. Con il premier i due supertecnici economici hanno passato al setaccio la lista delle poste che potrebbero e dovrebbero essere tagliate per dare attuazione all’obiettivo di una sforbiciata da 20 miliardi alla spesa pubblica che Renzi si è prefissato per il 2015. Secondo quanto calcola oggi il Corriere della Sera, quel taglio del 3% delle spese dei ministeri potrebbe tradursi in un risparmio di 7 miliardi di euro. Sulla linea del governo che ha sempre detto di non voler procedere a tagli lineari, la geografia degli interventi ipotizzata già nei mesi scorsi da Cottarelli abbraccia tutta la compagine della P.A.
I capitoli e le strategie di intervento erano già stati in parte definiti, quando all’avvio della spending Cottarelli ha verificato, con i singoli ministeri i possibili interventi. Si parte dalla presidenza del Consiglio per la quale è prevista tra l’altro la razionalizzazione di dipartimenti e dirigenti e si passerà poi alle misure destinate al ministero della Difesa e di quello dell’Interno animato, quest’ultimo, dalla recente mobilitazione delle forze di Polizia. Cottarelli ha fin dall’inizio parlato della necessità di coordinare Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza e forestali. O per gli Esteri si potrà riparlare di razionalizzazione della rete diplomatica e consolare. Nessuno escluso dunque, ciascuno dei ministeri dovrà mostrarsi disposto a presentare un proprio piano dettagliato di taglio delle spese. In questa direzione proprio oggi dal Mise hanno fatto sapere che i tecnici erano al lavoro per la propria spending review interna. C’e’ poi il capitolo privatizzazioni. Il governo conta di mettere in campo tutte le forze per realizzare la dismissione di quote di Eni ed Enel. Ma ovviamente ascoltando, per i tempi, ”gli umori dei mercati”.