Speranza firma la legge di iniziativa popolare “Col pareggio ci perdi” Per eliminare il pareggio di bilancio dalla Costituzione
Questa mattina, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, ha firmato la proposta di legge di iniziativa popolare col pareggio ci perdi. La proposta, promossa da numerose associazioni, partiti politici, sindacati, giornalisti, giuristi ed economisti tra cui Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Stefano Fassina, Mario Pianta, padre Alex Zanotelli prevede l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione. La Legge costituzionale n.1 del 2012 ha introdotto il principio del pareggio di bilancio nella nostra Costituzione. Un principio sbagliato, da ogni punto di vista, che impedisce allo stato di fronteggiare le crisi economiche e di agire per garantire occupazione e diritti sociali. L’obiettivo centrale delle scelte politiche deve essere il benessere e il pieno riconoscimento dei diritti delle persone. Il pareggio di bilancio in Costituzione ribalta tale approccio rendendo i diritti subordinati alle decisioni in ambito economico e finanziario. Al contrario, questa proposta di iniziativa popolare ha l’obiettivo di definire i “vincoli di bilancio dello Stato italiano nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone”. Prima le persone, poi la contabilità.
Le politiche di austerità e del pareggio di bilancio hanno aumentato la disoccupazione e le diseguaglianze, tagliare la spesa pubblica significa meno servizi, ovvero colpire in particolare le fasce più deboli della popolazione che sono costrette a rivolgersi alla scuola o alla sanità private non avendone i mezzi. Diminuisce il reddito a disposizione, il che provoca un continuo calo dei consumi e l’aggravamento della crisi. “In questi anni, ha dichiarato Gianni Speranza, come sindaco ho avuto modo di toccare con mano l’aumento delle povertà e le difficoltà che il vincolo di bilancio ha provocato sugli enti locali, costringendo i comuni a continui tagli e a ridurre i servizi anche quelli essenziali. Ecco perchè serve una svolta e mettere al primo posto delle scelte politiche del paese le persone e dopo l’economia e la finanza”.