Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 03 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Speziali, “Forza Italia? Piu dirigenti che voti”. Intervista al leader dell’Udc calabrese alla vigilia del voto europeo

Speziali, “Forza Italia? Piu dirigenti che voti”. Intervista al leader dell’Udc calabrese alla vigilia del voto europeo

D: Allora Vincenzo Speziali, per allentare quanto abbiamo sentito e visto, da Beirut e che lei ci ha inviato -è drammatico e lo sta vivendo con indomito coraggio – cosa ci dice di Forza Italia e del suo congresso?

R: Di Forza Italia e del suo che? Congresso? Per cortesia, nessuno induca me in battute, pure in tale pericoloso frangente, che viviamo in Libano, sennò le faccio le battute, eccome. Poi, la gente le condivide e i diretti posticciati a cui destino i giusti ‘sfotto`’, invece di capire gli errori e di accettare la realtà, si sentono adontati. Ma sapesse a me quanto me ne sbatte?
D: Però lei non mi ha risposto…
R: Ho fatto un preambolo introduttivo -sa? Sono ‘figlio di Forlani, maestro ed inventore dei preamboli- mentre di seguito svolgero` l’analisi e chioso con una previsione. L’analisi consiste che il tutto mi appare una effimera gara al pennacchio. Vince chi? Tutti e nessuno. Sa perché? Lo stesso Tajani sostiene che persino lui sarà un ‘primus inter pares’, cioe un “primo tra pari”, riporto testuale, ma essendo di già un ossimoro, figuriamoci se la simile figura può esistere in politica. Certo che no! È una sua comprensibile concessione da ‘carità pelosa’, ma la si può rifilare ai neofiti, non ad uno scafato come me. E scafato lo sono, non solo in politica! Ma quando mai si è visto un parterre di ben 4 Vicesegretari in un Partito, per di più del 6% o giù di lì? Già perché al di là di quanto racconta Tajani, questa è percentuale che hanno. Gli altisonanti numeri a doppia cifra, è propaganda irrealistica, la quale smerciano. Non altro, anzi lo potremmo definire lo ‘splendor mortis’. D’altronde un mese e mezzo prima che Berlusconi spirasse, già lo davano per resuscitato, salvo poi essere, purtroppo per lui, l’esatto contrario. E, purtroppo pure per noi tutti dell’alleanza di Centrodestra.

D: Perché dice così?
R: Ma è chiaro, palese. Chiunque capisca un po` di politica, comprende, che lo stress-test non è quello di Salvini, semmai di Tajani. Io conosco Antonio, ma so pure che si sta giocando la partita della vita e si è messo in testa, attraverso lo stress-test, di superare la Lega, creando distinguo melliflui e pensando di cancellare il passato e il presente filo-Putin di Berlusconi e dei suoi leciti interessi economici. Lo diceva anche Mauizio Belpietro, Direttore del berlusconiano ‘Panorama’, sulla berlusconiana ‘Rete 4’, quanto sto dicendo io adesso, proprio martedì 20 Febbraio dalla Berlinguer. Senza dimenticare le panzanate sui mirabolanti sondaggi che propagano a mo` di velinismo, proprio da parte di Forza Italia, che adesso per far quadrare i conti interni arriva ad avere -come dicevo poc’anzi- ben 4 Vicesegretari. Alla fine va a finire che vi saranno più dirigenti che voti. E poi…
D: E poi?
R: E poi non è una dimostrazione di serietà. La DC , dico la DC che prendeva ed aveva il 40%, ha sempre avuto un solo Vicesegretario. Solamente nel Novembre del 1990, Arnaldo Forlani, ‘Segretario regnante’, ha dovuto nominare un altro, assieme a Silvio Lega che era uscito dal Congresso del Febbraio 1989, poiché doveva assorbire l’uscita della sinistra democristiana di Ciriaco De Mita, dal Governo Andreotti VI. Per tale motivo, alfine di preparare il rientro della componente di cui sopra menzionata, proprio nell’esecutivo, sempre guidato da Andreotti a seguito della pilotata crisi di governo dopo 5 mesi circa, si procedette alla nomina di un secondo Vicesegretario Nazionale. Ci si ricorda chi era? L’attuale Presidente della Repubblica, cioè Sergio Mattarella. Prima di allora mai, almeno da noi, ci furono duplicazioni e moltiplicazioni simili, le quali, laddove e alloraquando avvengono, sono sinonimo di debolezza, giammai di forza.
D: A proposito di rapporti di forza, lei conferma che sarà a Bucarest per il Congresso del PPE il 5/6/7 Marzo?
R: L’ho gia`dichiarato e confermo. Anzi, partirò da Beirut, se le condizioni lo permetteranno, oppure da Damasco e qualora, gli israeliani continuassero a bombardare pure lì, alla peggio da Amman. Stante la situazione in corso è stato fatto presente tutto quanto qui dal Libano, pure in merito al mio dispositivo di accoglienza in Romania, difatti se ne sta occupando il Colonnello Rosemarie Hollanescu, con la quale sono in contatto e che ringrazio.
E poi, potrei mai, proprio io, non partecipare a simile assise essendo membro del Bureau Politique e del Partito Popolare Europeo e dell’Internazionale Democristiana?
D: Vi incontrerete voi dell’UdC e i delegati di Forza Italia, in quell’occasione.
R: Si, saremo Cesa, Bonsignore, io, De Poli e Saccone. Ovviamente ci saranno gli ‘Azzurri’, ma loro sono giunti ben dopo di noi. Il PPE, come l’IDC, li abbiamo fondati noi, quindi c’è poco da dire e da interpretare. Men che meno da volersi impossessare da parte di altrui soggetti. Almeno, incontrando Antonio Tajani, sarò felice di salutarlo e di farmi con lui molte risate. Lo sa? Lo trovo piacevolmente esilarante. Ogni volta che proferisce qualcosa non scorgo politica, bensì molto humor esilarante.
D: Ha letto l’intervista della Moratti?
R: Si, ho letto pure questo, ovvero il ‘pensiero’ di una ‘pararaffinata sciura milanese’. Anche lei ha una concezione un po’ strana dei partiti. Mi sembra che li utilizzi come le porte girevoli degli alberghi ad ore, ma nel momento in cui non si fa come costei vuole, invece di rappresentare una posizione interna, anche minoritaria, sbatte la porta, se ne va, si candida con altri (per di più in schieramenti contrapposti), perde regolarmente, abbandona nuovamente parlandone male e rientra alla base, sulle ali di un contributo elettorale, il quale ovviamente -non so con quanto stile e quanta classe- fa presente di avere versato, tanto per ricordare che ella ha i dane`, pur se constato come di politico non ravvedo, né rintraccio molto. Alla signora vorrei, sommessamente gar presente due cose, cioè che i i dane` (sarebbero i soldi) non li ha solo lei medesima e che poi, la Resistenza al nazifascismo, l’abbiamo fatta noi popolari e democristiani, in modo coerente, ricostruendo lo Stato e difendendolo da qualsivoglia intento aitoritaristico ed persino destrorso.
Suo padre, ha fatto la Resistenza, è vero, ma frequentava pure le riunioni allocate a Biumo, nella Brianza, precisamente a casa di Guglielmo Mozzoni (marito di Giulia Maria Crespi, ex propietaria de ‘Il Corriere della Sera’), dove Edgardo Sogno, propugnava e declamava i suoi propositi, non propriamente costituzionali, in quel lontano 1973/74.
D: Lei conosce tutto di tutti. È come se avesse vissuto mille vite e tutte di persona.
R: Sono stato bene allevato, come dico sempre, quindi le ho vissute eccome, ma per interposta persona. Comunque si, conosco e so. Moltissimo. Sempre e comunque. Pure e soprattutto oggi, non solo fatti di ieri.
D: Si candida alle Europee?
R: Lo ha chiesto il mio Partito e ho dato la disponibilità. Non mi tiro mai indietro, ho coraggio, non incoscienza e la paura è una categoria sensitiva non albergante nel mio animo.
D: In effetti vedendo e sentendo
quanto ci ha inviato, nessuno lo può mettere in dubbio…
R: Difatti è così. Poi è pur vero come vi siano da parte di qualche miserevole miserabile, macabre ironie, stolte insolenze e foschi auspici. Tanto, al solito, non solo non muoio, ma rimango superiore a tutto ciò, poiché ho compreso, seguendo il consiglio di mia moglie e dei miei genitori, quanto sia inutile prendersela. Ci pensa il Padreterno a proteggermi, a tutelare la mia dignità, a difendere le mie ragioni e a darmi giustizia. Anche per quel che concerne il male cagionatomi da inchieste dovute a persecuzioni giudiziarie, mosse da avversione ideologica, ne sono uscito, vedendomi riconosciuto il fatto di essere parte lesa, proprio dal giudice naturale, cioè l’Autorita` di Giustizia del Libano, la quale agisce sulla scorta del Trattato Bilaterale. Di conseguenza, dopo aver reso la mia testimonianza, adesso, rispettosamente, attendo gli eventi, che a norma di legge ci saranno e presenziero` al processo, il quale si terrà, pure ‘in absentia’ dei convenuti a giudizio. Saranno condannati? Su ciò non mi pronuncio, anche perché non spetta a me giudicare in un quslsiasi processo.
D: Questa si rende conto che è una cosa eclatante?
R: Non credo proprio, a meno che uno non veda sensazionale l’applicazione della legge e il perseguimento di quanto una indipendente Autorità Giudiziaria valuti quale violazione della medesima. D’altronde, se l’Italia, giustamente, sta processando in contumacia, i pubblici ufficiali (nonché alti militari) egiziani -pure in assenza di Trattato con Il Cairo- colpevoli dell’omicidio del povero Giulio Regeni, perché non può fare la stessa cosa il Libano, nel solco degli accordi bilaterali con il nostro Paese? Anzi, le dirò pure che questa giusta azione italiana, ha maggiormente accelerato le procedure in corso e il sacrificio di questo povero ragazzo, contribuisce indirettamente a farmi avere giustizia. Si sa che a Beirut gli atti contro me erano mendaci e gli articoli di Alessia Candito e Lucio Musolino, vengono giudicati ispirati se non sollecitati. Certamente vi è pure stata violazione del segreto istruttorio, ma ribadisco quanto ciò non sia materia mia, ovvero l’amministrazione e l’applicazione della legge.
D: Lei sostiene sempre che è a rischio di ‘ritorsioni’. Lo conferma?
R: Si, come tutti coloro che si ribellano a soverchiante sconfinamento, dal 1992 ad oggi. Lo dice anche il Ministro della Difesa, il mio amico Guido Crosetto, che può esserci un tentativo simile avverso esponenti di questa maggioranza di Governo, quale è lui più di me e anche, nei confronti di altri. Per il sottoscritto è diverso, ma non ho paura. Qualunque cosa inventassero -poiché di invenzioni si tratterebbe- peggiorerebbe la posizione giuridica di alcuni che non cito. In più le Autorità Internazionali monitorano ogni cosa sotto traccia. Veda chi è il Presidente della Fondazione Interpol e soprattutto da che Paese viene e quali ruoli di Governo ha ricoperto. Lo sa? È Libanese, precisamente Cristiano Maronita. E comunque si solleverebbero indignati e protestanti, persino molti italiani.
D: Anche per questo lei non lascia il Libano in queste ore, giusto?
R: È vero, pure per ciò. È una forma di rispetto dovuto, nei confronti di un Paese che ha tutelato i miei diritti, assieme ai suoi e alle sue prerogative.
D: Un’ultima domanda, cioè sulla crisi in corso. Lei lo aveva previsto, nel dettaglio, ci sono persino le sue interviste e le sue dichiarazioni, ma cosa prova ora, persino innanzi all’ennesima dimostrazione che ci aveva visto giusto?
R: Che spesso, ci troviamo a che fare e rappresentati, non da politici, bensì da una manica di incompetenti, i quali si spacciano per Statisti illuminati. Fortunatamente, a fare da positivo contraltare, vi è il Presidente della Repubblica, la Presidente del Consiglio, lo stesso Vicepremier Matteo Salvini (il quale per me è un amico e una persona perbene), così come il Ministro della Difesa e il Segretario del mio partito, Lorenzo Cesa. Infine, vi è la riserva della Repubblica, cioè il mio amico Pier Ferdinando Casini e ho stima per un altro amico, Matteo Salvini, assiene a Maria Elena Boschi. Mi fermo qui, in quanto persino chi di recente ha fatto visita ufficiale a Beirut -molto sotto traccia- come al solito ha bruciato l’ultima carta per far sì che noi potessimo avere il giusto ruolo da giocare politicamente, in modo coerente alla nostra storia. Gli italiani, votassero bene alle prossime elezioni, ma soprattutto che si votasse chi come me è credibilmente, dignitosamente, notoriamente e autorevolmente, la politica, non maggiordomi e badanti di leaders o presunti tali.