Spirlì (ma anche Falcomatà) allo Stadio, mentre Cosenza in una terribile emergenza, scuola nel caos e… in 7 giorni migliaia di contagi e 56 morti Quando la politica è sempre più lontana dai cittadini. Ah, Spirlì non chiede scusa, ma sclera e parla di un plotone di "comandati a distanza"... mah!
Eh sì, diciamo che purtroppo in Calabria, nel XXI secolo, si rivela quello che Karl Marx ci disse nel XIX secolo, ovvero che “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.
La prima come tragedia quando ci fu la prematura scomparsa di Jole Santelli e la seconda, beh, come l’attuale “facente funzioni” Nino Spirlì. La critica ovviamente è politica e non personale.
Ieri si è verificato un episodio diciamo al limite della stravaganza, ancora in “zona rossa”, il presidente ff della Regione Calabria Spirlì va allo stadio “Granillo” di Reggio Calabria per assistere alla partita della Reggina (ma insieme a lui, c’era anche il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà), mentre a Cosenza, davanti all’Annunziata c’era una fila spaventosa di autoambulanze con pazienti affetti da Covid in attesa di ricoveri. Una situazione, quella cosentina che sta precipitando, dove il 24,3% dei tamponi effettuati risulta positivo. Dove il sindaco Occhiuto ha deciso per la chiusura delle scuole fino al 17 aprile e dove necessariamente andrebbe applicato il lockdown con la zona rossa (e non come oggi, Arancione).
Spirlì, convinto di aver fatto la cosa giusta, come al solito utilizza la vetrina del social e pubblica con la spensieratezza del caso, come se fosse una giornata di svago qualunque, mentre a Cosenza scorrevano immagini terribili, seduto allo stadio (ma insieme a lui anche il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà), e, ovviamente ha scatenato l’ira social di centinaia di followers indignati da questo atteggiamento inopportuno in un momento mai così grave dal dopoguerra ad oggi. Insieme ai followers, tra scapicollamenti vari anche le opposizioni, cosa fai, la perdi questa insalata? Tra settembre e ottobre si dovrebbe votare, cavalchiamo l’onda, ma tanto è nota la questione, a Spirlì non gliene frega una mazza!
Spirlì è andato allo stadio (ma anche il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà), ha visto la partita e poi ha risposto ai suoi “detrattori social”, e lo ha fatto con un post dove la pezza è terribilmente (e pandemicamente) peggiore del buco. Spirlì sbrocca, non chiede scusa (sic!). E lo fa utilizzando sempre le solite brodaglie di parole, “Offende la Calabria Tutta e i Calabresi, la violenza ottusa e malevola” (?) e poi, che un plotone di “comandati a distanza”, ma di cosa? Tutti quelli che criticano Spirlì sono “comandati a distanza”, ma mai che le venga in mente che forse le figure barbine seriali che sta facendo, provocano tali reazioni?
Magari chi, chiuso dentro per il rispetto delle regole, chi vorrebbe ma non può andare allo stadio per le disposizioni governative, mentre Spirlì (ma anche il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà), ci va con la scusa (banale e inopportuna) della “delega allo sport”?
Tralasciamo il resto del post perché è di una sublimazione del nulla che combacia con gli infiniti di un perché…ecco perché tutto questo? E perché ai calabresi?
Ma noi ci accoderemo al “plotone di esecuzione” contro Spirlì, non lo facciamo perché potremmo risultare banali, scontati e anche dalla facile retorica del tiro a segno alla croce rossa. Perché sappiamo Spirlì, ieri è andato allo stadio (ma anche il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà), e domani farà qualche altra cosa, dai “pipi e patate”, allo stadio, magari domani si metterà a chiedere ai suoi followers quale tipo di bagnoschiuma utilizzano o detergente intimo e soprattutto dove trovare dello stoccafisso buono.
Il problema è un altro, che supera ogni condizione di critica ed è quello che una volta disse Enrico Berlinguer, “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica” e la credibilità in questo caso non è solo quella di Spirlì, ma dell’intera classe politica. C’è un distacco notevole tra la politica e la gente, e lo si vede dall’astensionismo elettorale, dalla disperazione contro le prebende agli amici degli amici, dalle nomine dei portaborse mentre c’è un Consiglio Regionale in carica solo per “gli affari correnti”. La politica è pantagruelica per i protagonisti, ma in piena carestia per i calabresi.
La Calabria sta subendo una sorta di “accanimento” che la mortifica ed alla gente non interessa se Spirlì non è stato inserito tra i governatori della Lega i quali vorrebbero le riaperture, visto che lo stesso nell’ennesimo post aveva scritto che si stava recando a Roma per riaprire la Calabria (sic!), ma evidentemente Salvini non se n’è accorto di lui. Anche se Spirlì lo emula ricopiando gli stessi pensieri, sbagliando (come Salvini), ad esempio con la proposta di legge Zan. Alla gente non importa se l’opposizione non esiste e se la maggioranza di centrodestra resta silente a così tanta autoflagellazione da parte di un presidente ff che sta sotterrando finanche anche il partito di appartenenza, no, alla gente interessa mangiare, ma soprattutto vivere in libertà.
In Calabria stiamo pagando lo scotto del pensiero platoniano che “Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro”. Quanto ancora dovrà durare questo “flagello”?
(GiLar)