Sprar, aderiscono 12 nuovi Comuni del Reggino Aumenta così l’apporto dato al sistema di accoglienza dei migranti da parte della provincia di Reggio Calabria, dove i comuni e gli enti gestori coinvolti nello SPRAR si sono associati nel coordinamento provinciale “Agorà”
Si allarga la rete dei comuni della Provincia di Reggio Calabria che aderiscono allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Difatti, sono dodici i nuovi comuni accoglienti costituitisi nel 2016 nella provincia, che si aggiungono ai tredici già esistenti, per un totale di venticinque comunità territoriali coinvolte.
Aumenta così l’apporto dato al sistema di accoglienza dei migranti da parte della provincia di Reggio Calabria, dove i comuni e gli enti gestori coinvolti nello SPRAR si sono associati nel coordinamento provinciale “Agorà”.
L’aumento degli SPRAR nella provincia mette in luce l’impegno degli enti locali reggini nel costruire percorsi virtuosi di accoglienza e di integrazione per i tanti migranti in fuga dalla guerra e dalla povertà. Percorsi che, al contempo, si costituiscono come agenti di cambiamento dei luoghi ospitanti. Lo SPRAR, infatti, costiuisce un’importante e concreta possibilità lavorativa (8291 professionisti hanno lavorato negli SPRAR italiani nel 2015), oltreché la possibilità di incrementare le economie locali grazie ai fondi che arrivano direttamente dal Ministero dell’Interno e anche la possibilità di ripopolare i piccoli borghi che così sempre di più diventano parte attiva del processo di globalizzazione, processo in cui per lungo tempo la Calabria è rimasta ai margini.
Lo SPRAR, inoltre, punta a un modello di accoglienza diffusa che superi i centri di grandi dimensioni, che rappresentano un passo indietro in termini di efficienza e qualità del sistema di accoglienza stesso. I piccoli centri e l’accoglienza diffusa permettono maggiore integrazione nel tessuto sociale e limitano la logica dell’assistenzialismo, costruendo una rete sociale forte in cui i migranti sono solo uno dei punti focali, rete che spesso ha permesso ai piccoli comuni di non vedersi chiudere servizi essenziali come la scuola o gli sportelli postali.
Di certo è ancora molta la strada da fare per far comprendere la valenza sociale, culturale ed economica degli SPRAR, dato testimoniato dai diversi comuni della provincia che, in fase di progettazione e anche successivamente alla vincita del bando di finanziamento, hanno deciso di ritirare la propria disponibilità nell’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, rinunciando così a prendere parte a una rete che può costituire un punto cardine in tema di immigrazione, in una terra dove spesso, in preda alla continua “emergenza”, si prediligono tendopoli e centri di prima accoglienza con numeri insostenibili per il territorio ospitante.
Lo SPRAR rappresenta dunque una sfida importante per le istituzioni locali e la società per dare una risposta concreta all’emergenza immigrazione da parte di chi di competenza e costituisce un primo importante passo per la costituzione di un sistema di accoglienza locale condiviso, legale e proficuo per l’intero territorio.