Stat Rosa Pristina Nomine Una miscellanea lirica e narrativa nell'ultima pubblicazione di Giovanni Cardona
Ci sono piccoli sogni, nelle stagioni che ci tolgono dall’inverno, dove la parola scritta viene ancora più vicino alle nostre case, con la voglia di svelare il segreto che le porta e che ci richiama.
Tutto ciò si ritrova nella ultima pubblicazione del nostro blogger Giovanni Cardona, intitolata “Stat Rosa Pristina Nomine”, dove accostarsi ai sonetti, ai racconti o alle sue narrazioni storiche, significa innanzi tutto scoprire quella splendida ossessione della forma, quello strenuo lavoro sulla parola che rivelano l’inquietudine con cui l’essere legge e compone il reale, in un costante esercizio di scelta che, a ben guardare, è esercizio di libertà.
Si tratta di un punto di passione, di un granello che scoppia sulle nostre teste, spargendo piccoli fiocchi di verità, piccoli fiocchi di pane per la fame di sapere che, spinge come un precettore col suo allievo a percorrere strade di conoscenza irte e dimenticate dalla incuria degli uomini, i quali sospinti da un famelico capitalismo imperante, dimenticano gli elementi primordiali del vivere cadenzati entro i parametri vitali e temporali scanditi dalla nascita e dalla morte.
E’ quindi anche un contemplare la morte, attraverso l’assunzione di una dimensione agonica del vivere: misurando gli abissi dell’apparenza e l’indecifrabilità della mancanza, si vuole stabilire un ordine nel caos, attribuendo un senso all’incapacità di conoscere al di là del puro fatto reale.
Pertanto, conclusivamente secondo l’autore, solo la scrittura ha il compito di mettere in atto questa disperata resistenza, costituendo la cifra della durata delle cose di fronte al nulla, come velo alla crudele insensatezza dell’essere.