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TAURIANOVA (RC), SABATO 23 NOVEMBRE 2024

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Stop agli aperitivi davanti ai locali e agli “imbecilli” che li consumano (con o senza la mascherina, ma chi se ne frega!) Nuova stretta del governo dal 16 gennaio, cos' come si spera nella "tolleranza zero" delle forze dell'ordine contro chi viola le regole non capendo che siamo in un'emergenza pandemica gravissima

Stop agli aperitivi davanti ai locali e agli “imbecilli” che li consumano (con o senza la mascherina, ma chi se ne frega!) Nuova stretta del governo dal 16 gennaio, cos' come si spera nella "tolleranza zero" delle forze dell'ordine contro chi viola le regole non capendo che siamo in un'emergenza pandemica gravissima

Di Giuseppe Larosa

“Quello che non ho una camicia bianca (…) per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole”, cantava De Andrè, un inno contro gli steccati del consumismo, contro ogni tipo di eccessi. Eppure riflettendo bene se osservassimo il contesto attuale, in tempi di Covid, capiremmo che di tutto siamo preoccupati tranne del virus. Strano, vero? Eppure…
Pletore di sedicenti scienziati che inneggiano contro il governo, famiglie che ricorrono nei tribunali contro la chiusura delle scuole e altre famiglie a favore della chiusura stessa. Carte bollate al vento, parafrasando Deledda. Eppure i numeri tra contagiati e morti sono drammatici, ma sembra che di questo alla gente (quella che ha come condizione l’imbecillità confinante con gli infiniti impossibili). Come se i colori delle varie zone di rischio Covid, rosso, arancioni e gialle, sembrano sopraffatte da un bianchissimo e lindo “fottemose tutti”. Ovviamente finché il “deretano” è degli altri, ovviamente!
In questi giorni le forze dell’ordine, vista la “strafottenza” di alcuni, soprattutto dei giovani, e questa è una grave nota dolente, hanno intensificato i controlli effettuando sanzioni, così come è successo anche a Taurianova, dove molti giovani ignari di quanto accade nel resto del mondo, stavano beati e serafici a consumare apertivi davanti ai locali. Dove l’uso della mascherina è roba da cavaliere mascherato o da uno Zorro di periferia, ma non cosa loro.
Tralasciando gli ebeti altrimenti detti “negazionisti” o chi ancora millanta a mo’ di cadenza intellettuale la disquisizione sull’uso della mascherina come forma di prevenzione, in Calabria nel primo lockdown quello più severo di primavera, i morti erano quasi un centinaio. In questa che viene definita la seconda ondata con le restrizioni “colorate”, dove il diritto alla salute è minor cosa rispetto agli interessi commerciali, i morti sono arrivati a 514. Ci rendiamo conto, vero? I contagi tendono a rimanere alti e alla fine, non ci si rende conto che tali comportamenti irresponsabili non fanno altro che allungare i tempi di uscirne fuori definitivamente. E come se non bastasse in Calabria, solo la metà dei tamponi effettuati viene inserita nella piattaforma della Prociv, ovvero, è saltata la tracciabilità sul numero dei positivi.
Tant’è che il governo sta adottando delle misure più restrittive dal 16 gennaio, “basta con gli apertivi” e con quei bicchieri in mano davanti ai locali. Dopo le 18 è vietata la vendita da asporto. Anche se gli assembramenti sono vietati anche davanti gli uffici postali, le banche e in quei luoghi dove ci sono file enormi, aumentando il rischio del contagio. Una regolata dev’essere d’obbligo in tal contesti.
Stop anche agli spostamenti tra regioni (anche in quelle gialle), confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 e raccomandazione di non ospitare più di due persone non conviventi.
Verrà confermato il sistema delle fasce di rischio, ovvero zone gialle, arancioni e rosse. Ai tre colori se ne aggiungerà un quarto. La fascia bianca è stata pensata per indicare una “prospettiva di uscita dalla pandemia”. L’Istituto superiore di sanità sta studiando i parametri per far scattare il ritorno alla vita quasi normale: Rt sotto 1 e livello molto basso di rischio. Cinema, teatri, sale da concerto, palestre e piscine potranno riaprire e gli spostamenti saranno liberi. Per ora purtroppo nessuna regione è a rischio così basso.
Si dovrebbe mantenere la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi. Mentre nelle zone arancioni dovrebbe essere mantenuta la deroga che permette a chi abita in un piccolo comune sotto i 5.000 abitanti di muoversi fino a 30 chilometri di distanza, senza però poter raggiungere il capoluogo di provincia. Palestre e piscine chiuse almeno per tutto gennaio.
Ma intanto, la prevenzione dovrebbe essere una condizione indispensabile, attuando alla stessa l’uso costante del cervello perché attenzione, il virus colpisce anche gli imbecilli!